Autorità Portuale: Anni di chiacchiere, Damiano il più lucido
La crisi del Porto di Trapani? Per il comandante del porto Giuseppe Guccione, per come riporta il giornale online Alqamah il 29 febbraio 2016, è dovuta essenzialmente «alla mancata escavazione dei fondali, alla mancata rielaborazione del piano regolatore portuale ed al mancato completamento delle nuove banchine e dei piazzali della zona ASI del Ronciglio, nonché dalla mancanza di un’efficace azione di coordinamento tra tutti i componenti del locale Cluster Marittimo».
Mancanza di coordinamento … in definitiva assenza di un’Autorità Portuale.
Dopo la fine ingloriosa (cancellata dal successivo Governo per l’assenza di un traffico commerciale significativo per mantenerla) dell’Autorità Portuale costituita per volere del Governo Berlusconi, negli ultimi mesi si è tornato a parlare dell’Autorità Portuale ma solo per … non volerla proprio mentre il Governo, in un certo senso, invece, ce la vuole ridare!!
Più lungimirante e pragmatico appare il sindaco di Trapani dott. Vito Damiano (Forza Italia): «Il Sindaco ha chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi che all’interno di una Autorità … alla nostra Città dovrebbe essere assicurata una ‘governance’ locale con la partecipazione delle rappresentanze istituzionali e imprenditoriali dei singoli territori» (Sito internet del Comune, 23 maggio 2014).
Una posizione in parte condivisa dalla stessa senatrice trapanese Pamela Orru (PD): «Ogni decisione sulla riorganizzazione delle Autorità portuali sarà rimandata alla delega al Governo che dovrà tenere conto del ruolo delle regioni e degli enti locali» (TP24, 27 ottobre 2015).
Il resto è una platea di voci contrarie, ma basate spesso su un populismo casereccio piuttosto che su dati, idee, prospettive, norme europee.
«Illegittima, indecente e irricevibile. Così il Senatore Antonio d’Alì (Forza Italia) ha definito la proposta del Governo nazionale e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, riguardante il riordino delle autorità portuali» che prevede il porto di Trapani all’interno di un’Autorità di Sistema Portuale, quella della “Sicilia occidentale” (Telesud, 26 gennaio 2016).
«Il porto del capoluogo mantenga la sua autonomia gestionale dalla Autorità Portuale di Palermo e rimanga affidato alle competenze della Capitaneria di porto di Trapani» chiede il consigliere comunale di Destra dott. Francesco Salone (Forza Italia), nell’interrogazione n. 39 presentata il 20 aprile 2014.
«Il vice ministro Nencini – fa eco ed assicura a Sinistra il deputato trapanese rag. Nino Oddo (PSI) – ha ribadito l’impegno, già preso in occasione di una sua visita a Trapani un anno fa, a difesa dell’autonomia dell’infrastruttura trapanese» (Il Mattino di Sicilia, 28 gennaio 2016).
Al solito, per non prendere alcuna posizione è il movimento della Sinistra col naso all’insù, Trapani Cambia: «Lo status di Trapani – sostiene – potrà essere definito in seguito, senza l’urgenza imposta in questi giorni dalla necessità di riassetto delle Autorità Portuali esistenti» (TrapaniOggi, 29 ottobre 2015).
Tutti ricordano «le proteste degli operatori, dei politici e degli imprenditori, soprattutto del Presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno» (TP24, 20 gennaio 2016).
Ma, con l’accorpamento di Palermo, Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle nell’unica Autorità di Sistema a noi andrebbe veramente così male? «Vincenzo Cannatella – presidente dell’attuale Autorità Portuale di Palermo -, asserisce l’ex assessore ing. Andrea De Martino (ex AN) che, sostiene che il ruolo che “Egli” intenderà assegnare allo scalo trapanese sarà solo quello di “un approdo strategico per il traffico merci con container”» (MonitorTP, 28 gennaio 2015).
Solo? Oggi non abbiamo nulla, neanche quello … quindi è un balzo in avanti, no?