Bagnini, diritti e dubbi
TRAPANI – Il caso lo si conosce già. 19 bagnini assunti dal Comune per la vigilanza alle spiagge, nel 2005, con contratto a tempo determinato – per complessivi 62 giorni lavorativi – si sono rivolti al Giudice del lavoro e, con sentenza dello scorso marzo – di cui però si è avuta notizia solo adesso quando il Comune ha dovuto approvare il debito fuori bilancio – hanno ottenuto un maxi risarcimento di circa 329 mila euro.
Sull’argomento si è aperto un dibattito politico, ed uno scontro tra il sindaco pro tempore del capoluogo ed un rappresentante dell’opposizione consiliare. Noi vorremmo aggiungere delle precisazioni.
«Si tratta di cattiva amministrazione» (TrapaniOk, 1 dicembre) e di un «grossolano errore dell’Amministrazione», dichiara Enzo Abbruscato (PD) sul Giornale di Sicilia del 4 dicembre. Solo un errore?
Come fanno, il funzionario responsabile, l’ing. Antonino Candela* [vedi aggiornamento publicato in calce], e tutti gli svariati consulenti anche legali del Comune di Trapani, che di certo avranno “trattato” la pratica, a non conoscere il D. Lgs. 368/2001 che prevede – all’art. 5 -: «Quando si tratta di due assunzioni successive a termine, intendendosi per tali quelle effettuate senza alcuna soluzione di continuità, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato dalla data di stipulazione del primo contratto»?
E se conoscono, come siamo sicuri (altrimenti sarebbe il caso che fossero mandati a casa), la normativa, come è possibile che l’ing. Antonino Candela* [vedi aggiornamento publicato in calce] firmi, e faccia firmare, ai giovani due contratti invece consecutivi (uno di 47 giorni ed uno di 16)?
Possono non sapere, il funzionario responsabile, l’ing. Antonino Candela* [vedi aggiornamento publicato in calce], e tutti gli svariati consulenti anche legali del Comune di Trapani, che, per legge regionale n. 17 del 1998, è obbligatorio che i bagnini assicurino almeno 60 giorni di servizio (per accedere al finanziamento del 50% da parte della Regione, il resto è assicurato da parte della Provincia)?
Lo sanno, ed infatti nel “bando di concorso” lo scrivono. («Il contratto che sarà stipulato avrà una durata non inferiore a 60 giorni», vedi comunicato stampa del 16 marzo 2005, sul sito del Comune di Trapani). Poi, però, giunti a Luglio – al momento di firmare i contratti – li predispongono da soli 47 giorni (salvo poi firmarne un secondo da 16).
Perché? Problemi di copertura finanziaria dicono, di PEG. “Non è vero”, dice il sindaco pro tempore, il dirigente «avrebbe dovuto informare l’Amministrazione per fare i prelievi dal fondo di riserva. Non c’era alcun problema di liquidità. Bastava poi – aggiunge il primo cittadino – fare una modifica al PEG per trovare le somme. Abbiamo a suo tempo contestato questo errore al funzionario» (ancora Giornale di Sicilia, 4 dicembre).
Ed allora perché è successo tutto questo? Il dubbio rimane. La vicenda ricorda – per certi versi – il caso Sau, con l’assunzione – per sentenza – di diversi autisti (prima assunti da un’agenzia interinale con contratto a termine).
In quell’occasione il sindaco pro-tempore parlò di «quindici persone che sono divenute dipendenti della Sau, in conseguenza di un “escamotage” … un errore, più o meno volontario …» (1 luglio 2004, sito del Comune): poi accennando a ipotetiche «connivenze e coperture» (15 agosto 2005, sito del Comune).
«Faremo azione contro chi ha sbagliato» afferma il sindaco sempre sul Sicilia, poi aggiungendo su TrapaniOk «quei soldi saranno pagati non da tutti i cittadini, che non hanno colpa degli errori altrui, ma da chi quegli errori ha commesso». E giù gli applausi del Popolo. Nessuno che si va a leggere l’art. 36 comma 2 del D. Lgs. 165/2001: «Le amministrazioni hanno l’obbligo di recuperare le somme pagate a tale titolo nei confronti dei dirigenti responsabili, qualora la violazione sia dovuta a dolo o colpa grave». Quindi nessun atto di “buona amministrazione” da parte del primo cittadino, solo un ossequio alla Legge. Peraltro, sottolinea il sindaco (Giornale di Sicilia del 4 dicembre) «i dirigenti sono comunque coperti da assicurazione, che in caso di riconoscimento delle loro colpe si farà carico di sborsare tutto».
L’ing. Candela*, quello che ha firmato i contratti, c’è da aggiungere, è stato assunto proprio dal sindaco pro-tempore con “mobilità definitiva” dal Comune di Mazara del Vallo dopo il funzionario lavorava.
«La sentenza è stata comunque appellata», assicura il sindaco pro-tempore, su TrapaniOk del 4 dicembre. Ma non ci sono margini: la Legge parla chiaro («Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative», art. 36 D.Lgs. 165/2001), la sentenza del 9 marzo 2007 del Giudice del Lavoro dott. Cristiano Baldi pure.
Un’ultima annotazione. Qualcuno (Vedi Commenti sul sito di TrapaniOk) ha dato degli «miserabili sbirri raccomandati» ai lavoratori ricorrenti. Ricordiamo ai lettori – il sig. “scioferre” non lo merita – che i lavoratori non sono raccomandati ma vincitori di “concorso per titoli”; su questo punto dobbiamo dare merito al Comune, poteva fare solo una “chiamata” all’ufficio collocamento, poteva provvedere «mediante affidamento a imprese, società ed associazioni specializzate nel settore» (art. 3 L.R. 17/1998), ha preferito la strada più giusta e trasparente, quella del concorso per soli titoli con esame pubblico delle istanze (vedi Comune di Trapani, comunicato stampa del 3 maggio 2005 ).
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* AGGIORNAMENTO – Con nota dell’11 gennaio 2008 ci scrive il legale dell’ing. Antonino Candela, che ci porta a conoscenza di quanto segue: «AltraTrapani.it imputa al mio cliente responsabilità allo stesso non riferibili. I fatti descritti e le presunte responsabilità da Voi (AltraTrapani, NdR) addebitate all’ing. Candela sono addebitabili ad altro funzionario dell’Ente, il quale ha interamente gestito il procedimento amministrativo che ha poi portato alla stipula dei contratti di lavoro con i bagnini. Il mio Cliente è intervenuto nella vicenda SOLO ED ESCLUSIVAMENTE al momento della sottoscrizione del contratto di assunzione, già predisposto, quale delegato dall’Ente Pubblico».
Prendiamo atto della precisazione.