BASTIONI FANTASMA, TRA PALME E CASETTE BIANCHE
Sabato 5 e Domenica 6 aprile scorsi in occasione della giornata del FAI, sono stati aperti al pubblico due bastioni (due dei pochi rimasti, forse gli unici…): il bastione Sant’Anna e il bastione dell’Impossibile.
Ma è possibile che la famosa “restituzione dei bastioni alla cittadinanza” significhi solo la visita una volta l’anno (quando va bene) di questo antichi monumenti?
Sembra quasi che la dicitura di Impossibile derivi dal fatto che è impossibile vederlo aperto…. così come quello di sant’Anna derivi dal fatto che per vederlo aperto occorre l’intercessione della santa…
Il Bastione Sant’Anna si trova alla fine del Viale delle Sirene e venne fatto costruire da Carlo V nel XVI secolo per chiudere una delle porte di accesso alla città. Successivamente, nel XVII secolo, venne ampliato dal principe di Ligny, fino ad assumere l’aspetto attuale. Il Bastione dell’impossibile invece risale alla prima metà del XVI secolo e fu eretto per rafforzare la cinta muraria trapanese. Il luogo alla metà del XVI sec., era impervio per la consistenza del suolo e qui con tenace fatica si eresse il baluardo difensivo sud-orientale. Da qui il nome dell’Impossibile.
Soprattutto il secondo è stato ampiamente reclamizzato dall’attuale amministrazione che si è presa il merito dì averlo restituito alla popolazione.
Lasciando perdere alcune considerazioni che riguardano l’enfatizzazione di una casetta da destinare a bar, un’evidente superfetazione sulle mura cinquecentesche, e la scelta di piantumare le onnipresenti palme, Phoenix canariensis e dactilifera, ormai assunte ad uniche specie di decoro vegetale ultimamente assai di moda in città, viene spontaneo chiedersi che senso ha parlare di restituzione dei bastioni alla cittadinanza quando, per accedervi bisogna aspettare una giornata particolare all’anno (una in un anno quando va bene).
Sono quasi tre anni, cioè da quando si è fatto un gran parlare del suo recupero ai tempi delle regate veliche della Louis Vuitton Cup, che il bastione è praticamente inaccessibile. Le scale, per non parlare dell’ascensore per disabili, sono sempre chiuse e con esse anche la possibilità di potervici salire.
Se le cose stanno così per il Bastione dell’Impossibile, quasi peggio va per il Bastionre Sant’Anna, il cui accesso è chiuso da un cancelletto che lo rende quasi un bene a fruizione privata.
Se questo è rilancio delle antiche mura e se questo può chiamarsi restituzione alla cittadinanza dei simboli della propria storia allora qualcuno ha, a dir poco le idee confuse, anche sul concetto di rilancio del turismo attraverso la valorizzazione dei beni storico-monumentali.