Bilancio 2014: Il Comune punta sulla Cultura, ma quale Cultura?
Trapani, 29 dicembre 2014 – Il “piatto forte” del Bilancio di “Previsione” 2014 predisposto dall’Amministrazione del sindaco Vito Damiano ed approvato dal Consiglio comunale è, certamente, la “cultura”. Basta vedere l’entità delle somme impegnate in Bilancio.
Sulla “cultura”, infatti, se questa è intesa per quello che intendono il sindaco Damiano ed il Consiglio ovvero “tenere in piedi” una biblioteca “di conservazione” ed organizzare processioni ed operette, l’Amministrazione punta ingenti risorse del proprio asfittico Bilancio, in totale quasi un milione di euro.
440 mila euro è la “dotazione” 2014 assegnata alla Biblioteca Fardelliana (qui vedi come spendono la “dote”). 430 mila euro, invece, la “dotazione” all’Ente Luglio Musicale Trapanese, per la organizzazione di manifestazioni culturali e per le spese di gestione.
80 mila euro è, poi, il “contributo” per la Processione dei Misteri. 11 mila euro saranno (sono stati), quindi, destinati per manifestazioni culturali “diverse” e, infine, 1.000 euro per i “Gettoni di Presenza” dei componenti la Commissione pubblici spettacoli.
Per noi “Cultura” vuol dire ALTRO.
Forse vuol dire, come riporta il “Sabatini”, «Insieme delle conoscenze letterarie, scientifiche, artistiche e delle istituzioni sociali e politiche proprie di un intero popolo, o di una sua componente sociale».
Per noi, insomma, cultura vuol dire investire in Scuole e Laboratori in tutte le loro forme. Vuol dire promuovere la lettura, e la scrittura, in tutti i Quartieri. Vuol dire portare la conoscenza dei classici della letteratura greca e romana alla più ampia possibile quota di cittadini, anche promuovendo un Festival della Filosofia (che porta pure turismo, vedi nostro post dello scorso 14 settembre 2014 “In un Altrove di Cultura e Filosofia si mangia”). Vuol dire non far perdere ai nostri giovani le proprie radici linguistiche e storiche. Vuol dire far conoscere le Istituzioni, ed il loro funzionamento, ai cittadini, specie ai giovani.
Ma promuovere QUESTA cultura costa, costa – in prospettiva – perdere il “controllo” degli elettori, che, pertanto, conviene lasciare nella loro ignoranza ed ai quali, al più, è possibile omaggiare un biglietto d’ingresso a qualche spettacolo non troppo impegnativo.