Bisogna cambiare cultura, non la Costituzione

Per distrarre il Popolo dalla reale portata del Referendum, si discute solo di sprechi.

Il referendum costituzionale riguarda la Democrazia, non riguarda gli sprechi, non serve risparmiare una massa di denaro spesa per il funzionamento della rappresentanza popolare in Senato e per il funzionamento del CNEL.

Ammettiamo che tutti questi soldi, però, siano uno spreco (anche se io non lo penso); la colpa sarebbe dell’istituzione democratica così come pensata a garanzia della sovranità popolare dai Padri Costituenti, o della Magistratura laddove non è riuscita ad intervenire nell’ipotesi di illeciti e del Popolo che non ha punito con il voto le inefficienze conclamate dei suoi rappresentanti?

Se ritenete che i politici (tutti i politici, parlamentari, consiglieri regionali provinciali comunali ecc.) sono tutti ladri, dovete interrogarvi sul perchè li avete mandati a rappresentarvi.

La verità è che l’atteggiamento sociale dei politici non è diverso dal vostro, non a caso vi rappresentano.

Essi rappresentano ciò che voi siete.

Voi non siete ladri, come non lo sono loro (o la maggior parte di loro).

Voi siete semplicemente individui singoli abbandonati a se stessi ed obbligati a muoversi in un mercato libero dove tutto è in vendita.

Ed allora per ottenere vantaggi personali, tecnicamente per conquistare delle fette di mercato, siete disposti anche a vendere voi stessi.

Il problema della cattiva politica è un problema di tipo culturale che sorge quando la società ha abbracciato i valori del mercato libero abbandonando gli antichi valori romantici o cattolici (la Famiglia, la Patria, l’Onore, il Rispetto per la Donna ecc.).

Il mercato libero è la giungla, e nella giungla prevale il più forte che schiaccia gli altri.

Se vi piace la giungla non potete sperare che la politica sia diversa da quello che oggi è, perchè è cio che voi siete.

Un primo passo potrebbe essere quello di spegnere la televisione ed uscire fuori a conoscere e frequentare gli altri per crescere insieme a loro nel rispetto e nella condivisione.

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