BOLLETTE ACQUA: INTERVIENE LA CCIAA.
TRAPANI – Potrebbe essere la Camera di Conciliazione della Camera di Commercio di Trapani la “chiave” per dirimere la problematica delle illegittime bollette dell’acqua emesse dal Comune di Trapani. A quest’Organo, infatti, in qualità di Utente del servizio idrico del Comune di Trapani, ci siamo rivolti lo scorso 13 marzo. Ciò si è reso necessario dopo che il Difensore Civico di Trapani, giudice Pino Alcamo, si è dichiarato non competente per risolvere la vicenda («… non dispone di poteri coercitivi per imporre alla Pubblica Amministrazione i comportamenti o le interpretazioni suggerite», ci ha scritto lo scorso 20 marzo).
In due parole (per approfondire la questione rimandiamo ad altro articolo pubblicato da Altra Trapani) il Comune di Trapani, in attuazione della Legge Galli (del 1994) e di una delibera del CIPE (del 2001), dal 2004, ha iniziato a ridurre – l’obiettivo dichiarato è l’abrogazione – il “consumo minimo contrattuale” dell’acqua. Tale “forfait” sarà sostituito da un sistema di contabilizzazione e pagamento basato sui “consumi effettivi”.
Per non perdere ricavi, l’Amministrazione comunale ha pensato bene di procedere a delle fatturazioni in “acconto” di “eccedenze presunte”. E’ di tutta evidenza che gli utenti – e sono migliaia (vedi avviso sul sito del Comune di Trapani di avvio di un’ulteriore fase di installazione, che durerà un anno, di nuovi contatori idrici) – che non hanno il contatore che consente la “lettura” dei consumi effettivi non possono essere mai conguagliati.
Per gli utenti che si trovano in tali condizioni, ed è il nostro caso, crediamo illegittimo che il Comune fatturi “eccedenze” (che non potranno mai essere dimostrate mancando un contatore idoneo). Per tale motivo ci siamo “auto-ridotti” la bolletta dell’acqua del 2005, ricevuta sul finire dello scorso anno, di circa 65 euro (il 40% del valore della bolletta). In pratica abbiamo versato al Comune il “canone” basato sul “consumo forfettario”, ma ci siamo astenuti dal pagare le “eccedenze virtuali”.
Una sentenza, del 2004, del Giudice di Pace di Castellammare del Golfo (la puoi scaricare da qui) confermerebbe la nostra “tesi”.
Lo scorso 18 marzo la sig.ra Paola Castiglione della segreteria dell’Ufficio di Conciliazione della CCIAA (per informazioni chiamarla al tel. 0923-876.205) ha scritto al sindaco di Trapani per invitarlo, a norma di legge, a “conciliare” con l’Utente (che saremmo noi). In proposito, chiediamo l’emissione di una “nota di credito” che annulli il “debito” risultante tra la fattura ricevuta (riferimento anno 2005) e il minor importo corrisposto al Comune. Chiediamo, inoltre, il rimborso della somma (20%) versata, a titolo di “eccedenza virtuale” in riferimento ai consumi 2004.
Il Comune può rifiutarsi di “conciliare”, ed anzi mettere “a ruolo” il mio “debito”, ma ciò aprirebbe la strada ad un nostro ricorso al Giudice di Pace.
Per chi si trovasse nel nostro stesso caso, è possibile scaricare da qui il “modulo” da presentare alla Camera di Commercio (Piazza Sant’Agostino, Trapani) per chiedere la “conciliazione” (L. 580/1993, art. 2, comma 4 lettera b). Noi di Altra Trapani siamo disponibili a collaborare sulla compilazione e documentazione dell’istanza.
Non è prevista alcuna spesa per la semplice presentazione della domanda (vedi info sul sito della CCIAA Nazionale) , mentre, in caso di “accettazione della procedura di conciliazione” da parte del Comune, è dovuto un contributo forfettario di 40 euro. Durante l’eventuale udienza dell’Ufficio di conciliazione è possibile essere gratuitamente assistiti da un’Associazione dei consumatori.