Caccia agli stipendi da 2.840 euro da assessore
Il sindaco non manca occasione di affermare: in cassa non ci sono soldi. Poi però, per pagare nuove poltrone, i soldi si troveranno. Da alcuni giorni, al Comune di Trapani, è partita la “caccia alla poltrona”, da assessore in questo caso. Beneficio? Un assegno mensile da 2.840 euro lordi. Che in tempo di “crisi” non sono pochi.
L’occasione è stata fornita dal voto dell’Assemblea Regionale Siciliana che, con legge n. 3 del 3 aprile 2019, ha previsto la possibilità dell’aumento delle poltrone da assessore comunale. Nel caso di Trapani, fino a 7. Considerato che gli assessori in carica sono 4 (Abbruscato, Patti, D’Alì, Romano) ecco che sarà possibile saziare i bisogni di “visibilità” (ed economici) di qualcuno.
Considerato il “gettone” mensile da 2.840 euro per tre poltrone e l’IRAP dell’8,5% da versarci su a carico del Comune, la spesa per i cittadini aumenterà di 110.930 euro annui.
[bctt tweet=”#Trapani: il gettone mensile da 2.840 euro per tre nuovi assessori costerà 110.000 euro annui” username=”natalesalvo”]
A carico dei cittadini trapanesi perché la legge regionale non manca di precisare: «alle disposizioni della presente legge non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione»,insomma gli eventuali nuovi assessori in più se li paghino i Comuni con le proprie entrate (leggi tasse comunali).
110.930 euro annui che potevano ben essere utilizzati per curare le tante emergenze cittadine.
I Cinque Stelle e il pasticcio delle quota rosa e delle incompatibilità
Sarà interessante rilevare, poi, se l’Amministrazione Tranchida individuerà un’ulteriore assessore donna per mantenere almeno il 40% di “quota rosa” nella sua amministrazione. Si tratta, peraltro, di un obbligo non più previsto dalla legge dopo che, nella seduta dello scorso 27 marzo, l’Assemblea Regionale ha votato un emendamento proposto dal Movimento Cinque Stelle – e votato in segreto anche da altri 6 deputati del PD o della maggioranza – che ha abolito le “quote rosa” in Giunta.
«Si è scritta una pagina veramente squallida e cattiva, che segna in modo omofobo [poi corregge il termine in “misogino”, NdR] l’impegno del Movimento 5 Stelle, che è presentatore dell’emendamento», dichiarò dopo il voto l’on. Eleonora Lo Curto (UDC).
Lo stesso emendamento del Movimento Cinque Stelle, soppresse il testo che statuiva come «la carica di componente della giunta è incompatibile con quella di consigliere comunale». Oggi, quindi, come già avviene coll’assessore Enzo Abbruscato che è pure consigliere, è possibile mantenere il doppio incarico.
Il deputato avvocato Giorgio Assenza (Diventerà Bellissima) spiega il senso dell’incompatibilà tra cariche: «Qualcuno dovrebbe sapere o non potrebbe ignorare che la giunta comunale ha il compito di amministrare ed è l’organo esecutivo, il consiglio comunale è l’organo di controllo e di proposizione. Onorevole Cancelleri ma le sembra corretto che la Giunta che predispone il bilancio venga poi a sottoporlo al consiglio comunale di cui quella stessa persona assessore è contemporaneamente consigliere comunale e lo va ad approvare?».
Come si comporterà, in proposito il sindaco Tranchida? Seguirà la lettura, a mio parere corretta, dell’on. Assenza? Ma per l’assessore-consigliere Abbruscato, in tal caso, perché esiste un binario di valutazione diverso?
Per chi fosse interessato, ecco il verbale della seduta del parlamento siciliano sul tema: Verbale Ars aumento numero assessori