Carta di Roma, questa sconosciuta
CATANIA, 5 DIC – “Mai dire clandestino. Giornalisti insieme per conoscere e applicare la Carta di Roma”. Questo il titolo dell’incontro organizzato, a Catania, dall’AssoStampa.
Un incontro che aveva, come fine, quello di individuare «mezzi e linguaggio corretto per affrontare il tema dell’immigrazione».
Si trattava di affrontare, assieme all’associazione “Carta di Roma” e all’Alto Commissariato per i rifugiati, «le infinite difficoltà che sono celate dietro la trattazione di un tema che è ormai quotidiano nella cronaca siciliana come l’arrivo di migranti».
Si è spiegato, nell’incontro, come «i termini clandestino, profugo, o, addirittura, diciture comuni usate per riferirsi ad alcune leggi dello Stato, siano state impiegate e tirate in ballo con nomenclature sbagliate».
«Bisogna selezionare le parole – è stato sottolineato – per evitare che si fomenti quel che gli inglesi chiamano “incitazione all’odio”».
«Il problema, in sostanza, è quello della necessità di avere giornalisti sufficienti ed adeguati a trattare il tema delle minoranze» non è solo un problema delle giuste locuzioni da usare, ma proprio di conoscenza di precise norme deontologiche [2] e di precise linee guida [3] da seguire nella trattazione di fatti, anche di cronaca, che coinvolgono i migranti.
La “Carta di Roma”, naturalmente, costituisce solo «un piccolo passo in avanti per il miglioramento del nostro giornalismo».
Un passo, però, che andrebbe fatto ovunque, tanto a Catania, quanto, ad esempio, a Trapani, città di confine, dove il tema delle migrazioni, fra CARA, CIE, e una consistente presenza di migranti residenti, sollecita spesso il giornalista a “qualificarli” con termini, spesso, inadeguati, quando non razzisti.
Ma l’AssoStampa di Trapani non ha ritenuto, sinora, di coinvolgere i giornalisti del capoluogo.
FONTI:
[1] ASSOCIAZIONE CARTA DI ROMA
[3] LINEE GUIDA