CASINA DELLE PALME, TESORO DIMENTICATO

Casina delle Palme

TRAPANI – «Nel 1947, dopo la guerra, rinasce il Casino delle Palme. Tecnico l’ing. Andrea Lipari. Il complesso è gestito dalla ditta Ciccinelli. Trapani conosce i grandi dello spettacolo: Nilla Pizzi, Nunzio Filogamo, Claudio Villa. Compagnie di operete, sceneggiate napoletane». Sono i ricordi di Michele Megale, ex-sindaco di Trapani. Poi, i ricordi si scontrano col presente: «Dal 2000 tutto tace».

 

«Oggi chi amministra il complesso?» sito in ex Piazza 18 novembre?

 

Nessuno, verrebbe da rispondere. Il “casino” (che non rappresenta quel termine che viene subito da immaginare e, comunque, oggi più conosciuta come “Casina”) delle Palme, spesso è chiuso. A volte è utilizzato, all’arrivo delle navi crociera in porto, come “corner” di vendita di piccoli “souvenir”. Più recentemente, in campagna elettorale, per qualche manifestazione politica, dal comizio di Nicki Vendola, alla manifestazione del candidato sindaco dei Verdi, maestro Vincenzo Marrone D’Alberti, ai “ringraziamenti” per la vittoria raggiunta dal neo-sindaco Vito Damiano.


 

Nilla Pizzi e Gino LatillaSul “Cantachiaro” dell’agosto 1999, Michele Megale scrive: «Si era nel 1951. Sul palcoscenico si esibivano i cantanti più famosi dell’epoca. Venne anche Nilla Pizzi per l’astronomica cifra di 150 mila lire a sera, mentre Gino Latilla, allora suo compagno nella vita oltre che sul palcoscenico, dovette accontentarsi di appena 80 mila lire. La cifra data alla Pizzi venne commentata e contestata: era veramente enorme!».

 

«La “Casina delle Palme”, fu costruito a Trapani alla fine degli anni 20 ed il progettista fu l’ing. La Grassa, lo stesso che avrebbe firmato, nel 1927, il progetto del nuovo “Palazzo delle Poste” – scrive ancora Megale –. Uno stile Liberty allora molto di moda: il “Casino delle Palme” fu per anni, d’estate, il centro della vita “mondana” nel trapanese. All’ora dell’aperitivo, prima di cena, i tavolino attorno la “Casina delle Palme” si affollavano dell’élite trapanese. Belle e giovani signore, oggi un poco invecchiate o, purtroppo, scomparse».

 

Di far rinascere la “Casina”, inserendo il suo palco in un “cartellone” di spettacoli artistici estivi, e riattivando, in parte dei locali dell’ex-biglietteria, un piccolo punto di ristoro, non se ne parla più da tempo. Chissà se i ricordi di Michele Megale, risveglino l’interesse di qualcuno.


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