Caso Andrea Bulgarella: Per Procura ci sono legami mafiosi

Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro

Secondo la ricostruzione della Direzione Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze «emerge la sussistenza di un gruppo organizzato che vede coinvolti i più alti vertici dell’ UNICREDIT, costituito su iniziativa di Andrea BULGARELLA al fine di commettere un numero indeterminato di delitti patrimoniali, come il reimpiego di denaro di provenienza illecita, appropriazione indebita e truffa in danno della banca».

La Procura non ha dubbi. I legami di Andrea Burgarella, il costruttore trapanese che ha subito nei giorni scorsi delle perquisizioni, con personaggi di accertata appartenenza alla organizzazione criminale chiamata “mafia” esistono.

Non ci credono, invece, gli Editori e i Direttori dei giornali online trapanesi che sulla vicenda Bulgarella sono apparsi omertosi.

Naturalmente, per così gravi accuse, necessitano ben altri riscontri che semplici indizi, “vicinanze”, “collaborazioni” e “dichiarazioni” di collaboranti, prima che si possa assicurare che Andrea Burgarella sia “a disposizione della mafia trapanese”.

Per la Procura, tuttavia, è certo che Andrea Bulgarella investa:

«ingenti capitali da lui accumulati grazie ai vantaggi ottenuti da rapporti con l’associazione mafiosa trapanese facente capo al latitante Matteo MESSINA DENARO, con la finalità di agevolare l’attività della predetta associazione».

Spiega, sempre la Procura, i rapporti con la mafia han permesso all’imprenditore trapanese di «non trovare ostacolo alcuno e di avere un trattamento di favore nella propria attività».

Le relazioni pericolose di Andrea Bulgarella

Andrea Bulgarella

Andrea Bulgarella

La Procura ricorda, ad esempio, come negli anni ’80:

«Bulgarella risultava proprietario dei più importanti complessi alberghieri siti nella costa trapanese, tra cui l’Astoria Park Hotel costruito sulla sabbia a poche decine di metri dal mare. In tale albergo già figurava come direttore il cognato POMA Giuseppe, (già) segretario particolare di Aristide GUNNELLA, indicato come amico fidato degli esattori SALVO. Inoltre, all’interno della struttura alberghiera era funzionante d’estate la discoteca “Oceano”, di cui erano proprietari Calogero MINORE (fratello cli Totò MINORE, esponente di spicco della mafia trapanese) ed il figlio di Leonardo CRIMI, nipote del capomafia Salvatore ZIZZO».

Ancora la Procura rileva come:

«Dalla documentazione acquisita risulta che BULGARELLA Andrea ha fatto parte della compagine sociale della “Calcestrnzzi Valderice lngrassia Giovanni S.r.l. “, meglio nota come “Calcestruzzi Valderice” o “Bulgarella Calcestruzzi “, ricoprendo l’incarico di Presidente del C.d.A. dal 1981 al 1985. Componenti di tale società erano pure gli imprenditori trapanesi TARANTOLO Vito e GENTILE Giovanni, legati alla famiglia mafiosa trapanese facente capo al boss latitante Matteo MESSINA DENARO».

La “Calcestruzzi Valderice” poi, nonostante si trovasse in una fase di benessere veniva prima messa in liquidazione e poi ceduta alla neo costituita “Calcestruzzi ericina” «una società agevolmente riconducibile al VIRGA Vincenzo (essendovi presente il figlio)» [per chi no lo sapesse il VIRGA è un altro boss mafioso, NdR].

Per la Procura è evidente come:

«La cessione della società al nuovo capo della famiglia mafiosa trapanese, espressione della fazione vincente di “cosa nostra”, ha come finalità per gli imprenditori cedenti quella di poter continuare ad avere, mediante scambi di reciproci vantaggi con il nuovo assetto organizzativo del sodalizio criminoso, un trattamento di favore».

Dagli atti emergono anche i rapporti di natura imprenditoriale tra BULGARELLA Andrea e MORICI Francesco, indiziato di appartenere all’associazione di stampo mafioso retta dal più importante latitante di “Cosa Nostra” Matteo MESSINA DENARO.

BULGARELLA e MORICI, rileva sempre la Procura, erano:

«azionisti della “Traghetti Delle Isole – Compagnia Di Navigazione S.p.A. “, costituita nel 1969 in cui fino al maggio 1995 erano azionisti di maggioranza i fratelli MINORE Giacomo e MINORE Maria, figli di Mariano, cugino di I° grado di MINORE Antonio Salvatore, detto “Totò”, per molti anni capo del mandamento mafioso cli Trapani , eliminato nel 1982 nel corso della 2^ guerra di mafia».

In definitiva, pur poi trasferendosi in Toscana, per la Procura Andrea Bulgarella:

«non ha reciso affatto i rapporti con soggetti variamente interessati sia per rapporti parentali che per vicende processuali, alla “cosa nostra” trapanese, mantenendo viva una serie di relazioni che BULGARELLA, pur consapevole della loro pericolosità, deve in qualche modo alimentare in quanto indissolubile retaggio della sua vicinanza al contesto mafioso della Sicilia occidentale che gli ha consentito di trarre le risorse economiche investite in Toscana».

Da recente intercettazione telefonica curata dai carabinieri del ROS, riporta infatti la Procura:

«risultano comprovati i rapporti che gli indagati BULGARELLA, BOSCO [Salvatore Bosco il tecnico dell’Impresa Bulgarella, NdR] e POMA hanno continuato ad intrattenere con elementi di spicco della mafia trapanese, come BELLOMO Girolamo detto Luca. BELLOMO è un imprenditore palermitano coniugato con la nipote di Matteo MESSINA DENARO, GUTTADAURO Lorenza, che è figlia di Filippo GUTTADAURO, appartenente alla famiglia mafiosa di Palermo Brancaccio, e di Rosalia MESSINA DENARO, sorella del boss latitante».

Naturalmente, per come riporta integralmente TrapaniOggi, Bulgarella ha diffuso una nota stampa che rigetta ogni accusa: «Da giorni sono stato catapultato in un tritacarne mediatico che mi dipinge come colluso con la mafia, e, peggio ancora, come “uomo di Messina Denaro”. Non ci dormo la notte: è una infamia, una inaccettabile calunnia che non sopporto e dalla quale mi difenderò con ogni mezzo e in ogni aula giudiziaria».

Tuttavia i rapporti d’affari, protratti nel tempo, coi vari esponenti mafiosi, “vicini” a cosa nostra o comunque parenti di mafiosi, da Morici a Minore, da Bellomo a Virga, da Tarantolo a Gentile, sembrano chiaramente documentati e pesano come macigni!

Come pesano le dichiarazioni di Andrea Bulgarella alla trasmissione di Rai3 “Report”, “La mafia che non spara” dello scorso 15 gennaio 2015 [dal minuto 32:40 al minuto 34:27]: «io non l’ho mai sentito il peso della mafia».

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