CASO PORTO: I NUMERI SON NUMERI…

Avv. Nino SUGAMELE

Per i politici della nostra città LA SOPPRESSIONE DELL’AUTORITA’ PORTUALE si è trasformata, in questi ultimi due giorni, nel muro del pianto.-

Tutte le forze politiche (dai Verdi a Forza Italia) hanno parlato di “colpo mortale allo sviluppo”, di “decisione sciagurata”, di “rischio di paralisi” di “danno per l’economia”.-

Il nostro è un Paese davvero strano. Un Paese che riesce a gridare allo scandalo e “all’indignazione” quando un Ministro della Repubblica applica la legge.-

Si, perché la soppressione dell’Autorità Portuale di Trapani è semplice applicazione della legge dello Stato.- Infatti, l’articolo applicato (6 L.84/94) dal Ministro dei Trasporti scaturisce dalla rilevazione, per tre anni consecutivi, di una misura di volumi di traffico inferiore alla soglia del requisito minimo pari a 3 milioni di tonnellate di merci.- E, a ben vedere, i traffici, che dal 2003 al 2006 hanno avuto una caduta verticale passando da 2.300.000 a 800.000 tonnellate, non lasciano spazi interpretativi alle paventate rimostranze giuridiche.-

I numeri sono numeri e chi ha voluto, con tutte le migliori intenzioni, l’Autorità Portuale di Trapani deve prendere atto che essendo i volumi caduti a picco l’idea è fallita, a meno che non voglia pagare di tasca propria, piuttosto che con i soldi della collettività, Emilio Baroncini e gli organi di gestione.

La verità è che l’istituzione dell’Autorità Portuale (nata sotto l’egida del Governo Berlusconi) non ha prodotto i risultati da tutti sperati. In altre parole l’A.P. era diventata una struttura inutile e costosa; una struttura che non ha dato sviluppo all’economia trapanese.

In due parole, sono venute meno le condizioni prevista dalla legge per cui valeva la pena affidare ad un manager la gestione dei relativi traffici.- E siccome i manager, nel nostro Paese, costano insieme a tutti i componenti di gestione è difficile comprendere il pianto di tutte le forze politiche dinanzi al muro.-

Sotto l’aspetto giuridico il decreto è perfettamente legittimo perché : 1) la legge non prevede il contraddittorio per la sua emanazione; 2) è motivato per richiamo all’istruttoria (i numeri non necessitano di spiegazioni particolari) da dove si desumono i traffici diminuiti a picco.-

A meno che qualcuno non vorrà sostenere davanti ad un giudice della Repubblica che 881 è maggiore di 2.314.579.

A chi continua a sostenere che i dati trasmessi al Ministero sarebbero stati ufficialmente dichiarati dalla locale capitaneria di porto come parziali e non certamente completi in quanto sommatoria di comunicazioni spontaneamente rese dagli operatori e non certificate come esaustive dell’intero traffico è facile obiettare che un manager che non riesce a trasmettere i dati fondamentali per determinare la sopravvivenza dell’Ente dallo stesso rappresentato non è un buon manager e piuttosto che pagarlo fior di quattrini e meglio mandarlo a casa, visti i risultati.

Insomma a prescindere dagli impegni di Baroncini (che secondo qualcuno ha girato mezzo mondo – beato lui – per richiamare turismo crocieristico a Trapani.. senza un grande risultato complessivo), cosa hanno fatto in questi tre anni, precedenti la soppressione, i senatori, i deputati, e tutta la politica trapanese, nella consapevolezza che la verifica triennale senza il raggiungimento dei risultati voluti dalla legge avrebbe determinato la soppressione dell’A.P.?

Ai politici trapanesi che oggi si disperano, davanti al muro del pianto, vorrei ricordare che l’assegno di oltre 12.000 mensili percepito per la onorevole deputazione svolta, avrebbe almeno sperato, se ne avessero avuto interesse, il controllo della trasmissione dei dati al Ministero.-

Un consiglio. A chi sta preparando ricorsi e mozioni varie ricordo che la tradizione del muro del pianto insegna che una preghiera può essere infilata con piccoli fogli di carta nelle fessure del muro.- Poi, per fare passare il tempo si prega tre volte, tempo di raggiungere il limite minimo per la pensione.-

Avv. Nino Sugamele

Movimento “Uniti per Trapani”

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