C’è un inquietante rapporto fra Fazio, D’Alì e Vito Guarrasi?

antonio dali girolamo fazio e vito guarrasi

antonio dali, girolamo fazio e vito guarrasi

Peppe Bologna è stato un noto editore a Trapani. Rappresenta, di certo, per la nostra città, una memoria storica di uomini e fatti accaduti. Recentemente è riapparso in pubblico con un proprio blog e, da pochi giorni, con una collaborazione con il giornale online Tvio.it, sito che sarebbe diretto da un giornalista di grande professionalità, Aldo Virzì.

Pochi giorni fa Bologna, su Tvio, ha rivelato, l’esistenza di quello che potrebbe essere definito un inquietante rapporto che legherebbe la scelta del senatore Antonio d’Alì (Forza Italia) di indicare, nel 2001, come proprio candidato sindaco, l’avvocato Girolamo Fazio.

Io non amo le “bombe ad orologeria”; la stessa motivazione della rivelazione del fatto dopo ben quindici anni non mi è chiara, lascia di certo riflettere.

Tuttavia, i fatti sono di tale importanza che non possono essere sottaciuti, vista la preparazione e la serietà della fonte che primariamente li ha diffusi. Ovviamente è necessario che i diretti interessati facciano le dovute pubbliche precisazioni o smentite; spero che ciò avvenga.

Le insinuazioni di Peppe Bologna su Tvio

Beppe Bologna, TvioQuali sono, dunque, i fatti? Ecco cosa scrive, lo scorso 22 febbraio, Peppe Bologna su Tvio.it [1].

«D’Alì ha responsabilità di scelte politiche scellerate che vanno molto indietro: coccolò Buscaino per trasferire la stazione ferroviaria a Xitta, poi scelse Laudicina, e quindi Fazio e poi di nuovo Fazio. In quel momento storico sollecitai D’Alì (presenti Peppone Maurici, Vito Dolce e altro) a scegliere (tra i suoi), Dolce. Ma niente. Fazio e basta. Capii dopo il perchè: c’era la cambiale che doveva esser pagata a Fazio, allora aiutante dell’avv. Guarrasi (il Cuccia siciliano), per la vendita della banca Sicula. E gli impegni si rispettano».

Ergo, sostiene Beppe Bologna:

1) il senatore Antonio D’Alì aveva «una cambiale» da pagare «per la vendita della banca Sicula»;
2) il poi futuro sindaco Girolamo Fazio era «allora aiutante dell’avv. Guarrasi (il Cuccia siciliano)».

Di che cambiale parla Bologna, senatore D’Alì?

Fazio - Damiano - d'Alì

Fazio – Damiano – d’Alì

«Nel 1991 la Banca Commerciale Italiana acquisì il pacchetto di maggioranza della Banca Sicula» [2], ricorda il sito web della Banca Intesa che alla Com.it. subentrò da lì a poco.

C’è sempre stato un alone di “mistero”, e tante “chiacchiere”, su questo passaggio; sul passaggio di proprietà del “pacchetto di maggioranza” da D’Alì alla Banca subentrante. Ed un alone di “mistero” sulla storia e sui personaggi che ruotano su questa come su altre banche locali trapanesi [3, cfr. “I Siciliani”, maggio 1984).

Oggi che Antonio D’Alì si candiderebbe a divenire sindaco di Trapani dovrebbe chiarire, certamente, i contorni di questa «cambiale» cui accenna Peppe Bologna.

Fazio lei fu veramente aiutante di Vito Guarrasi?

don Vito Guarrasi

don Vito Guarrasi

Ma, non meno, l’altro candidato sindaco Girolamo Fazio dovrebbe confermare, o smentire, il proprio ruolo di «aiutante dell’avv. Guarrasi».

Girolamo Fazio dovrebbe spiegare, qualora fosse stato “aiutante” del menzionato Guarrasi,  come lui, all’epoca dei fatti indicati probabilmente appena neo dottore in giurisprudenza, sia diventato «aiutante dell’avv. Guarrasi». E poi, quali particolari “aiuti” avrebbe dato all’avv. Guarrasi, anche e non solo in riferimento alla vicenda “Banca Sicula”.

Chi era Vito Guarrasi?

Vito Guarrasi, al trapanese medio, rappresenta un emerito sconosciuto. Tuttavia l’enciclopedia Wikipedia gli dedica una pagina [4], ma anche il giornale “Centonove”, “Il foglio” e persino il noto sito web Dagospia.com che disegna la figura di Guarrasi, dal matrimonio con «la bellissima Simonetta Biuso Greco» sino «all’eredità dell’azienda vinicola Rapitalà» [5]

Interessante leggere “Il Cappello Pensatore” in merito alla trattativa Stato-Mafia [6]

Anche anche il sito di Beppe Niccolai dove è specificatamente riportato che il «… questore Angelo Mangano, in dichiarazioni rese davanti alla Corte di Assise di Palermo, aveva osato dire, sul conto di Guarrasi, quello che oggi si trova scritto sui diari di Rocco Chinnici: Vito Guarrasi, la testa pensante della mafia in Sicilia» [7]

“Centonove”, fra l’altro scrive: «il nome di don Vito non doveva essere pronunciato, mai, per nessun motivo» [8] Il Foglio ricorda come, Vito Guarrasi, morto nel 1999, due anni prima dell’elezione di Girolamo sindaco quindi, «da vecchio, divenne estimatore di Berlusconi» anche perché divenuto socio «del padre di Marcello Dell’Utri» [9]

Wikipedia riprendendo come fonte “Repubblica” dell’8 marzo 1986 [10]ricorda come Vito Guarrasi «è risultato anche iscritto alla loggia della “Massoneria universale di rito scozzese antico e accettato. Supremo Consiglio d’Italia” di via Roma a Palermo, insieme all’esattore di Salemi Nino Salvo e al boss mafioso Salvatore Greco».

 

Fonti: [1] TVIO.it; [2] Banca Intesa; [3] I Siciliani; [4] Wikipedia; [5] Dagospia.com; [6] Il Cappello pensatore;[7] Beppe Niccolai; [8] Centonove; [9] Il Foglio; [10] Repubblica.

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