CIF: Decrescita per mettere al centro l’essere umano!
Su iniziativa dell’associazione CIF, nella splendida – ed un po accalorata – cornice della sala conferenze del Castello di Castellammare s’è parlato ieri di “decrescita economica”.
Tema d’attualità, ma sicuramente molto complesso: una scelta coraggiosa quella di Liliana Tagliavia – responsabile CIF di Castellammare – di affrontarlo.
La particolarità dell’incontro è parsa quella di essere un tassello all’interno di un progetto più ampio di conoscenza di tale alternativa visione culturale e politica più che semplicemente economica.
Alla conferenza, infatti, hanno partecipato tre insegnanti, ed uno studente, del Liceo economico sociale “Allmayer” di Alcamo che già, all’interno di un progetto scolastico, stanno affrontando tale tema. In tale ambito sono stati presentati lavori proposti dagli studenti delle quarte classi (banca del tempo, laboratorio di riciclo, video contro gli sprechi).
Gli interventi al convegno del CIF
Un buon contributo scientifico alla riflessione è stato quello di Maria Grazia Leone che, col supporto di una presentazione grafica, ha illustrato taluni dei lati positivi e di quelli negativi dell’attuale modello di misurazione del benessere tarato sul PIL, ovvero sulla produzione, scambio e sul consumo di merci.
Un indice, in particolare, che non tiene conto dei sensibili divari di distribuzione della ricchezza (²) all’interno di un paese, fra paesi [l’India può avere pure oggi una crescita annua del PIL del 6,6% contro l’1,6% degli USA, ma ha comunque raggiunto appena un PIL complessivo che è poco più di un decimo degli stessi USA, NdR] e medio pro capite cioè in funzione agli abitanti di ciascun paese [anche qui l’India ha sempre una ricchezza media pari ad un decimo di quella USA, NdR].
Indici alternativi del benessere
Leone, quindi, ha presentato anche l’ISU, l’indice di sviluppo umano (¹) basato oltre che sul “tenore di vita”, anche sulla “aspettativa di vita” e sulla “conoscenza” (anni di studio) [Qui, ad esempio, in testa c’è la Norvegia, gli USA sono all’ottavo posto, l’Italia al 27 e sempre l’India è solo al 130 posto, NdR]. L’oratore, infine, s’è soffermata sulla teoria della “decrescita” per come è stata proposta dal’economista e filosofo francese Serge Latouche e, ripresa, in Italia da Maurizio Pallante [in verità quest’ultimo sostiene il contrario, NdR].
Che dire in più? Il tema è meno peregrino, meno utopico, meno da “benestanti” di quel che sembra. Le problematiche legate al surriscaldamento del pianeta, all’inquinamento, all’esaurimento delle risorse energetiche fossili e dei metalli preziosi, sulle migrazioni, sulle guerre sono sempre più attuali e sono di tutti.
Il convegno del CIF, da questo punto di vista, non è stato in grado di evidenziare nei dettagli le strade da intraprendere per la “decrescita” o, stando al titolo dell’iniziativa a “ripensare ad una nuova economia che metta al centro l’essere umano”.
Ma sicuramente questo non era l’obiettivo che si era posto Liliana Tagliavia. Lei ha voluto accendere, in tutti noi, una fiammella di riflessione interiore. In questo è riuscita.
Una riflessione ancora più approfondita sul tema della “decrescita”, quindi, si rende necessaria.
Magari partendo dall’esame delle tesi di laurea sul tema della “decrescita” sviluppato da diversi studenti universitari e che possono essere scaricate e lette dal sito dell’associazione di Maurizio Pallante: il Movimento Decrescita Felice (³).
Fonti: