Crioconservazione o eutanasia? Una giovane nell’azoto a meno 196 gradi!
Qualche settimana fa ho parlato di una questione etica: d’un minore belga, poi si scoprì essere diciassettenne, che aveva chiesto ed ottenuto l’eutanasia. Oggi un altro caso etico scuote l’Europa: una adolescente britannica ha chiesto ed ottenuto di essere criogenata. La notizia l’ho letta stamani sul quotidiano belga Metro.
«Io non voglio morire, ma so che sto per morire – avrebbe scritto al giudice la giovane quattordicenne affetta da cancro in fase terminale -, allora voglio una chance, voglio essere crioconservata per avere una chance di poter essere curata, al mio risveglio, anche se questo dovesse avvenire fra diversi centinaia d’anni».
I genitori della giovane, che sono divorziati, erano divisi sulla richiesta della figlia: il padre era decisamente contrario: «anche se il trattamento riuscisse, e lei ritornasse alla vita diciamo fra 200 anni, lei potrebbe non avere nessuno vicino a lei e non ricordassi di nulla».
Il giudice Peter Jackson, dell’Alta Corte di Londra, chiamato a decidere sulla questione, lo scorso ottobre ha accolto la richiesta della ragazza (la notizia si è diffusa solo venerdì pur restando anonime le persone coinvolte).
Il magistrato britannico ha sostenuto, motivando la sentenza, sia di aver voluto accogliere la richiesta della ragazza e chiudere un conflitto familiare, ma anche di aver individuato una base scientifica all’origine della richiesta: «questo è un esempio di nuove questioni che la scienza pone alla Legge», ha sostenuto.
Dopo la sentenza, il corpo della ragazza è stato trasferito dalla madre negli Stati Uniti, in uno stabilimento specializzato in crioconservazione.
Conosciamo un pò la crioconservazione
La procedura, si legge su Wikipedia, avviene con l’immersione del corpo in azoto liquido a 77,15 gradi Kelvin (il Kelvin parte dallo “zero assoluto” quindi da -273,15, quindi la crioconservazione avviene a 196 gradi sotto zero).
La giovane britannica avrà veramente un futuro?
L’enciclopedia Wikipedia sembra rispondere di no. «Finora non si è mai tentato di riportare in vita un corpo ibernato – vi si legge -. Non esiste al momento notizia documentata in letteratura scientifica di un corpo ibernato tornato in vita in quanto tutti i corpi finora ibernati appartengono a persone legalmente morte e scongelarle significherebbe semplicemente condannarle in modo definitivo».
Al di là della vicenda medica della giovane britannica, altri vedono nella “crionica” una terribile “scienza dell’immortalità”. Il sito web “Estropico.com” fa degli accenni in proposito.
Prima di fare conti in proposito, è però importante sapere che la “criogenia” non è alla portata di tutti: come spiegava nel marzo 2015 il Corriere della Sera intervistando alcuni italiani che hanno già scelto questo futuro, un “contratto di ibernazione” costa 150.000 euro.