Dai Centri per Anziani ai Centri Civici il passo è breve, serve solo ambizione !
«Viviamo in un mondo di solitudine nel quale l’interlocutore privilegiato è la tecnologia informatica: smartphone, smart TV, tablet, pc, iPod,…etc. Rischiamo di vivere una vita da soli e di trascorrere la vecchiaia ammassati nei ricoveri. Di questo passo moriremo in mezzo a persone che non conosciamo». Di Gabriele Tripi, psichiatra trapanese, è il pensiero prima esposto.
Per quanto possano sembrare parole pesanti come macigni, non può non riconoscersi che nascondono una Verità.
La Solitudine è il problema del nostro tempo. Naturalmente, si può essere soli, psicologicamente soli anche in mezzo ad altri. La solitudine fisica, però, non è un fenomeno da sottovalutare.
Quanti anziani, magari vedove/vi, sono soli ? E quanti donne e uomini, separati, vivono soli ? E perfino ci sono giovani di 25-30 anni, soli chiusi nelle loro camerette, timorosi e nel contempo sfiduciati che esitano ad uscire dal guscio domestico ?
Ebbene, un aspetto del problema sono gli spazi di aggregazione per persone che, tra di loro, non si conoscono : mancano, non ci sono.
La soluzione c’è. Sono lo sviluppo e la valorizzazione dei Centri Territoriali d’Incontro, meglio conosciuti come Centri Anziani, che sono degli spazi comunali oggi trascurati dalla mala politica. Attualmente sono sei, due nelle frazioni e quattro nei quartieri. Al conto manca il “Centro Nino Via”, nel quartiere Sant’Alberto, dove, in barba alla volontà della Regione che finanziò i lavori per farne un magnifico Centro Diurno per gli Anziani, l’Amministrazione ha pensato di sistemarci il Centro per l’impiego e degli Uffici comunali.
Per i Centri Territoriali il Comune non ha risorse economiche, non investe, al massimo li adibisce a salette da ballo per anziani, oppure a circoli per il gioco delle carte.
Non dovrebbe essere così.
I Regolamenti di gestione dei Centri d’Incontro sono calpestati dal Comune !
Ma, cosa ancora più evidente, è la palese e grave violazione dei Diritti dei cittadini riconosciuti da Statuto e Regolamento Centri Incontro. Alla politica locale, bravissima a produrre Regolamenti, i Centri di aggregazione diventano obiettivi sensibili solo durante le campagne elettorali.
Il Regolamento Comunale stabilisce che in questi Centri, che io chiamerò semplicemente “Centri Civici”, possano essere ammessi tutti, «a prescindere dall’età» [vedi articolo 6].
Il Regolamento Comunale assicura nei “Centri Civici” «attività di laboratorio con cadenza settimanale, cineforum, lettura giornali, giochi di gruppo, attività motoria, escursioni e viaggi, conferenze/dibattiti, mostre ed attività varie, scambi intergenerazionali» [vedi articolo 5].
Il Regolamento Comunale assicura che «per il [loro] corretto funzionamento va prevista la presenza minima del seguente personale, anche a part-time: assistente sociale e animatore» [vedi articolo 3].
Il Regolamento Comunale prevede che il Sindaco e il Consiglio Comunale siano portati a conoscenza dell’andamento del servizio [1].
Tutto questo non esiste ! Non esiste che una relazione dell’assessore ai Servizi Sociali sia discussa in Consiglio; non esiste che nei Centri vi sia la presenza di Animatori e Assistenti Sociali; non esiste che vi si svolgano attività fuorché il solito ballo del fine settimana; non esiste che i locali e le attività siano compatibili con cittadini di altre generazioni che non gli anziani !
Anche gli anziani sono abbandonati: per i loro Centri, 1.000 euro all’anno
I “Centri Territoriali d’Incontro” non hanno un budget non dico sufficiente ma almeno dignitoso per svolgere anche le attività minimi che svolgono. Hanno una disponibilità nell’ordine delle mille euro annuali a Centro. Quanto basta, forse, per pagare la SIAE per le serate danzanti, comprare qualche mazzo di carte da gioco e qualche dozzina di rotoli di carta igienica di scarsa qualità. Ma sì, va bene lo stesso, semmai la portano da casa chi ne fa uso !
La Responsabilità del mancato riconoscimento di Dignità ai Centri è tutta della Giunta Municipale, perché è quest’Organo che provvede a stabilire la misura del budget per singolo Centro [vedi articolo 10 Regolamento].
Sulla gestione, l’Amministrazione fa il gioco delle tre scimmiette !
Un budget che offende gli utenti e che costringe, temo, a gestire i Centri con irregolarità amministrative e fiscali.
Nei Centri, infatti, non è consentito «l’ingaggio di personale esterno (musicisti-cantanti etc)», ed invece vengono ingaggiati DJ per le serate danzanti e istruttori, in alcuni Centri, per la “ginnastica dolce”. ! Si tratta di impegni autorizzati dal Responsabile del Settore del Comune ? Sono emesse regolari fatture ? Pagate dal Comune o da una “contribuzione volontaria” di 3 euro per serata da parte degli anziani utenti dei Centri d’aggregazione ?
L’Amministrazione sembra una equipe con il MUTO, il SORDO, il CIECO, lo SMEMORATO e via discorrendo.
Come dovrebbero essere i Centri Civici
E’ giunta l’ora che i Centri Territoriali d’Incontro siano valorizzati, diventino dei veri e propri “Centri Civici”, dotati di tutti i servizi che toccano loro secondo il vigente Regolamento comunale ed in più di altri servizi rivolti alle famiglie ed ai giovani: proiezione eventi sportivi, ludoteche, doposcuola, internet point, corsi di ballo o di cucina o di cucito. E, perché no, dotarli di un Distaccamento dell’Ufficio Relazioni col Pubblico (U.R.P.) per far sentire la vicinanza dell’Amministrazione ai cittadini e alle loro necessità e richieste.
E dotandoli anche di Punti Lettura, secondo il progetto studiato con la dottoressa Margherita Giacalone della Biblioteca Fardelliana, perché è la Cultura che da la spinta alla crescita alla nostra Società !
Ci sono le strutture, abbiamo gli utenti, abbiamo le idee; manca solo il giusto budget per raggiungere gli obiettivi indicati.
L’assessore ai Servizi Sociali Enzo Abbruscato è sicuramente capace di stornare una decina di migliaia di euro per ognuno dei sei Centri Territoriali d’Incontro prelevandoli dai 23 milioni di euro annui che lui personalmente gestisce per il suo Settore.
E’ solo una questione di concentrarsi !
Speriamo che, preso com’è da mille impegni che lo dividono, tra il Centro per l’impiego dove lavora a part-time, la Giunta, il Consiglio, gli assessorati ed il ricevimento del pubblico, ripeto “speriamo” che non gli sfugga di mente.
Nell’ottima di aggregazione, di socializzazione anche intergenerazionale, penso che avremmo creato qualcosa di importante !
La mia battaglia, a favore dei Centri Civici, è datata. Li auspicai già in un Seminario da me organizzato nell’aprile 2012 con la psicologa Fabrizia Sala, lo psichiatra Gabriele Tripi, il bibliotecario Domenico Ciccarello, lo scrittore Salvatore Mugno.
Vorrei che le idee, da allora sostengo, diventassero patrimonio anche di un Amministratore ambizioso e capace !
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Note:
[1] : «Entro il 31 gennaio di ogni anno l’Assessore ai Servizi Sociali, sentito il Dirigente del proprio Settore, predisporrà una relazione sull’attività svolta dai Centri territoriali evidenziandone le richieste e le problematiche emerse». Successivamente, «il Presidente del Consiglio Comunale inserirà tale nota in un punto dell’Ordine del Giorno che sarà dibattuto in una seduta consiliare».