DAL VULPITTA VERSO LA MORTE?
TRAPANI – “Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”. Così recita l’art. 19 della Carta Europea dei diritti fondamentali. Eppure l’Italia sembra voler estradare, ad ore, Youssef Maged Al Molky, 47 anni, gli ultimi 23 trascorsi nel carcere dell’Ucciardone di Palermo.
Al Molky è stato prelevato ieri dal CPT del ”Serraino Vulpitta”, dove si trovava (non si comprende a che titolo, poiché “espulso”, ad aprile scorso, dopo essere uscito dal carcere), e trasferito a Roma dove dovrebbe essere estradato in Siria.
Al Molky era il “capo del commando palestinese che nel 1985 sequestrò la nave da crociera Achille Lauro uccidendo un passeggero statunitense di origine ebraica, Leon Klinghofer”, riporta la Sicilia di oggi. Ma ha pagato, a pieno, la pena per il reato efferato che ha commesso.
Il suo legale, avvocato Gianfranco Pagano, del Foro di Genova, ha però fatto opposizione ritenendo che l’uomo, di padre giordano e madre siriana, e sposato con un’italiana, «non ha una cittadinanza riconosciuta».
Secondo l’avvocato Pagano, poiché molti reati legati alla vicenda dell’Achille Lauro furono compiuti nelle acque territoriali siriane, «le possibilità che Al Molky possa essere condannato a morte sono molto alte». «È assurdo – aggiunge il legale – che un uomo venga espulso prima ancora che il giudice competente si esprima».
Sembra che siamo proprio difronte l’ennesima violazione delle norme europee, a tutela dei diritti dell’uomo, di ogni uomo, commessa da questo governo italiano. Mentre continua, il CPT di Trapani, ad essere al centro di detenzioni e non di "accoglienza".