DIBATTITO … «SI POTEVA FARE»
ERICE – Un’assemblea di popolo è sempre benvenuta, anche quando è svolta solo in campagna elettorale, per ascoltare e confrontare le idee dei candidati. Pertanto – vista anche la buona partecipazione (circa 60-80 persone a rotazione) -, non si può che parlare bene dell’iniziativa promossa, sabato pomeriggio, dal movimento “Erice che Vogliamo” presso la propria sede di via Manzoni. A turno, si sono presentati i candidati trapanesi che sostengono la candidatura Finocchiaro alle regionali: Camillo e Nino Oddo, Aldo Marchingiglio, Nicola Causi, Patrizia Barbera, Baldo Gucciardi. Ne è nato un dibattito anche “critico” del quale riportiamo alcuni passi.
Nessuna novità è stata proposta dai due Oddo, il Camillo del PD e il Nino, socialista che ha trovato una scomoda “casa” nella lista Finocchiaro. Il primo s’è appena soffermato sulla necessità di promuovere un «contributo d’esercizio per la Funivia, a favore della Funierice o, comunque, a favore di chi si caricherà la gestione» (un messaggio di “morte” per l’attuale cogestione Comune-Provincia?), «interventi sul patrimonio monumentale, artistico ed architettonico» della Vetta e del recupero del progetto «Contratto di quartiere San Giuliano». Il secondo ha rilanciato il proprio progetto per la realizzazione di un «Casinò» ad Erice Vetta e ricordato che buona parte delle risorse della regione vengono drenate dalle spese per la sanità.
Il pensiero di Nino Oddo è stato, in un certo senso, contestato da due soci del movimento padrone di casa: Gino Monticciolo che ha denunciato che «non serve snaturale l’ambiente ericino con una proposta del genere» (il Casinò) e dell’assessore dott. Antonino Marino. Quest’ultimo ha affermato che, in merito alla sanità, occorre, per la regione, un’inversione di tendenza affinché anziché «aumentare i ticket sui farmaci e dare limiti sulla prescrivibilità degli stessi ai medici di famiglia, si taglino le convenzioni alle cliniche private per gli interventi di routine».
Posizioni, entrambe, condivisibili ma che andavano espresse con maggiore serenità per non irritare, come è parso, l’ospite.
Il successivo oratore, Nicolò Causi (Italia dei Valori), peraltro, ha espresso anche lui la propria contrarietà alla realizzazione, prospettata, del “Casinò”, poiché, per principio, contrario allo «Stato biscazziere» e perché «porterebbe “turisti” che sarebbe opportuno portare altrove» (si riferiva alla malavita?). Anche Causi s’è espresso contro certa privatizzazione nel settore della sanità che è servita esclusivamente a fare «arricchire le cliniche private». Una “strana” battuta poi è stata rivolta contro i programmi che vengono elaborati dalla base (dal “basso”): «rischiano di creare confusione»).
La pieddina Patrizia Barbera, architetto, insegnante di storia dell’arte, cinque figli, nel proprio breve intervento s’è soffermata sulla necessità di «realizzare spazi per i giovani e per gli anziani, recuperando ambienti di importanza architettonico-ambientale dove poter far svolgere – agli utenti – arte, musica, pittura …». Questi spazi, secondo noi, già esistono. Si chiamano “Centri Sociali” e vanno, semplicemente, riqualificati (nell’arredo) e potenziati (nelle attività).
Ma l’intervento più interessante, attento, concreto ed onesto è stato quello di Aldo Marchingiglio (Sinistra Arcobaleno). Il consigliere provinciale se l’è presa un po’ con tutti.
Col Partito Democratico (che alle Nazionali ha scelto di rompere l’Unione e che non ha portato, dal 2006, il programma a favore «dell’occupazione, dei salari, delle fasce deboli»: in proposito Marchingiglio ha proposto un nuovo “slogan” dal «si può fare» al «si poteva fare»), con Forza Italia (che propone l’abolizione delle Province, istituzione utile per Marchingiglio), col sindaco di Erice Giacomo Tranchida («rappresenta una svolta dell’Unione o un “ufo”, se, insomma, nella sua Amministrazione c’è qualcosa dell’Unione»), con chi ha programmato la realizzazione dell’Area di Sviluppo Industriale nelle saline, con chi (Patto Territoriale Trapani Nord) programma i finanziamenti di cui alla legge 488 a favore di progetti in settori già saturi ( vino).
Sul lato propositivo Aldo Marchingiglio ha elaborato due proposte interessanti, la trasformazione della Caserma Giannettino da simbolo di “guerra” a simbolo di “cultura” con la collocazione di una cittadella ove allocare gli istituti superiori e il superamento dei PRG elaborati dai Comuni in Piani Territoriali gestiti dalle Province.
A noi è parso un dibattito utile. Chiaramente se a questo momento ne seguiranno altri. Col coinvolgimento di tutti i soggetti politici che operano sul territorio e se, poi, alla fase di dibattito ed elaborazione ne segua una di sintesi e realizzativa.