Diritti interconnessi, quelli al Lavoro, all’Istruzione ed alla Partecipazione
Trapani, 13 marzo 2015 – «Parlare di diritto al lavoro, all’assistenza e all’istruzione sembra quasi di parlare di concetti “scontati” specie per chi nasce e cresce in società civili e democratiche come la nostra, ma non è così ovunque e, forse, a pensarci bene non lo sono neanche in Italia». Con queste parole, l’avvocato Francesco Faliero ha iniziato la propria relazione durante la conferenza per titolo “A Misura d’Uomo. Ripensare istruzione, lavoro e assistenza”, svoltasi pochi giorni or sono.
La conferenza-dibattito s’inseriva nell’ambito di un più ampio programma di quattro incontri, che si svolgono tutti alla Biblioteca Fardelliana di Trapani, ed aventi per oggetto i “Diritti Umani”, e quindi anche il “Diritto al lavoro” e il “Diritto all’Educazione”, e che fruiscono della partnership di “Amnesty International Sicilia”.
L’incontro ha avuto un’alta partecipazione, tale da far divenire insufficiente lo spazio, di per sé piuttosto ampio, del locale ospitante. E ciò, nonostante, in contemporanea, ad appena qualche decina di metri, nei locali della Chiesa di Santa Maria di Gesù, si svolgesse un’altra manifestazione con oratori di gran nome e prestigio quale Don Ciotti.
Nessun titolo, nessun tema, – tornando alla nostra manifestazione – poteva essere più attuale oggi, in Italia, e quindi anche a Trapani, quando i temi dell’agenda politica sono la demolizione del diritto al lavoro, dell’istruzione pubblica e dell’assistenza sociale.
L’accusa di Faliero è chiara: «La realtà del precariato e della disoccupazione insieme con l’ambigua proposta della cosidetta “flexicurity” ha come risultato quello di bruciare o rendere superfluo l’umanesimo del e nel lavoro. Ovvero quell’ideologia-culturale (L’Umanesimo) che afferma la dignità degli esseri umani».
Per individuare una soluzione al problema, secondo Valerio Colombo, segretario nazionale del Partito Umanista, venuto a dare un contributo al dibattito, bisogna avere chiaro che siamo di fronte a «una crisi che è “di sistema”, e che non è per niente risolvibile con piccoli assestamenti».
Una crisi – ha proseguito nell’analisi Colombo –dalla quale poter uscire solo con «l’uscita dallo “economicismo” che ha caratterizzato gli ultimi due secoli».
Punto determinante della soluzione umanista, per l’economista e politico umanista argentino Giullermo Alejandro Sullings, la cui opera “Oltre il capitalismo, Economia Mista”, viene presa a spunto da Valerio Colombo durante il suo intervento, è «l’introduzione di un sistema di “democrazia reale” definito come “Stato Coordinatore” e basato su meccanismi di controllo diretto e partecipato dei cittadini».
Un sistema da riprendere anche nelle Aziende private, con la realizzazione di «un sistema di partecipazione alla gestione delle aziende da parte dei lavoratori».
Sulling, e Colombo, in sostanza, sostengono come essa debba avvenire «al di là, anche, della eventuale partecipazione alla proprietà stessa: così come il Capitalista “mette in gioco” il proprio denaro nell’Azienda, infatti, il lavoratore “mette in gioco” la propria vita, il benessere suo e della propria famiglia è quindi ha diritto a non essere trattato come un oggetto passivo del processo produttivo».
Partecipazione, Democrazia Diretta, però, ed ecco l’importanza dell’istruzione, della formazione, che non possono prescindere dall’ «accesso permanente, al migliore livello di qualificazione ed informazione in tutti i campi possibili, al cittadino “Cittadino-Sovrano” ».
Un concetto, questo della formazione, condiviso ancora dall’avvocato Faliero: «Scegliere bene implica una certa capacità di discernere. Solamente un corpo elettorale ben informato e non bombardato dai mass media da disinformazione e cattiva informazione potrebbe essere in grado di scegliere consapevolmente».
I contributi degli interventi del prof. Salvatore Bongiorno, di Liliana Maniscalco, responsabile di “Amnesty Sicilia”, e di Cesare Grignano, presidente della “Consulta Provinciale degli Studenti”, hanno, poi, ribadito la centralità dell’educazione, dell’istruzione, di una società solidale, princìpi oggi sempre più attaccati dal liberismo sfrenato, che fa credere, erroneamente, come con “più società, meno Stato” la qualità della nostra vita possa essere migliore.