DISUNITI NELLE PRIMARIE

Le Primarie possono ora considerarsi una regola, almeno per il centro-sinistra? Dopo il primo esperimento delle Primarie nel 2003, per le elezioni provinciali, è stato da tutti esaltato il successo delle Primarie nazionali, mentre si annunciano quelle per le Regionali. Possiamo aspettarcele anche per le prossime elezioni comunali di Trapani ed Erice?

Nino Oddo, segretario provinciale dei socialisti dello SDI, è diretto: “Le Primarie rappresentano un fatto positivo, perché allargano gli spazi di democrazia, ma questo se le Primarie non sono intese come semplice momento di ratifica di una scelta già fatta in altra sede. Per esempio D’Antoni o Bianco chiedevano, come precondizione per candidarsi alla leadership regionale, l’accordo preventivo coi DS. A questo punto che senso avrebbe fare le Primarie? Laddove i Partiti raggiungono una sintesi le Primarie rappresentano un rito inutile …”.

Risponde subito Silvana Catalano (Movimento Per Erice) esprime il proprio pessimismo “Le Primarie dovrebbero essere una regola, ma non lo sono: probabilmente per le Regionali non si faranno e, temo, purtroppo, che il centro-sinistra non le proporrà più, specie nelle prossime comunali”.

Diverso è il pensiero di Filippo Salerno (Democratici Sinistra) favorevole alle Primarie “Perché danno la palla agli elettori, ancor di più se la danno a coloro che non sono iscritti ai partiti”, per poi precisare “Le Primarie sono ancor più importanti nel nostro territorio, a Trapani, ad Erice, dove il centro-sinistra pare non disporre di uomini in possesso di evidente leadership”.

Sino Salone (Udeur) è più pragmatico “E' vero le Primarie sono una giornata di movimento, ma non le vedo come elemento essenziale della politica. Stringi, stringi le Primarie non sono democratiche, perché i Partiti vi propongono chi vogliono loro e chi va a votare, al 90%, è uomo di Partito. Il cittadino comune non vota per le Primarie”.

Qualcuno ne ha lamentato la scarsa organizzazione.

Concorda in parte Filippo Salerno che spiega che “Occorre, per esempio, un maggiore tempo tra la loro indizione e lo svolgimento delle operazioni di voto, al fine di consentire una capillare informazione sui programmi dei singoli candidati, che devono pure incontrare le diverse categorie economiche ed associative, nonché lo svolgimento di una consistente campagna televisiva e radiofonica”.

Anche per Nino Oddo “In queste Primarie è mancata la discussione sulle linee programmatiche, e questo è un limite delle campagne basate sulle persone e non sulle idee”.

Su questo punto concorda Ninni Polizzi (Margherita) affermando che “Il candidato alle Primarie deve avere l’obbligo, specie per le elezioni amministrative, di presentare le proprie linee programmatiche”, riconoscendo anche, poi, che qualcosa non ha funzionato nelle Primarie nazionali “Va migliorata l’individuazione dei seggi, tenendo conto della popolazione realmente presente sul territorio”.

E’ più chiaro sempre il solito Sino Salone, un uomo che non ha certo peli sulla lingua “Popolari, le Primarie devono essere un evento Popolare. Ritengo poi un errore l’obbligo del versamento di una data somma per votare, pur se simbolica. Le Primarie così fatte, dove il 70% non vota non sono rappresentative della realtà”.

Io le vedrei di durata superiore al giorno, ed in tutti i posti, dove la gente può fermarsi, vedere le foto dei candidati, la loro descrizione, i loro programmi e quindi decidere”.

In parole spicce per l’amico Sino occorrerebbe un bel camper che giri tutti i quartieri e le frazioni della Città, che vada dalla e tra la gente, per illustrare le Primarie a tutti, non solo a coloro che sono politicizzati.

Tutti sono in linea, in merito alla stesura del Programma, con Ninni Polizzi che afferma che “Il programma si costruirà col contributo ed il confronto con le linee programmatiche di tutti i concorrenti alle Primarie”, pur con la precisazione di Sino Salone (“i politici parlano il politichese, parlano di programmi astratti, ma non affrontano i problemi reali del cittadino”).

Sull’individuazione dei candidati alle Primarie si creano delle dissonanze.

Per Ninni Polizzi, infatti “Le forze politiche hanno il dovere, per quanto possibile, di assumersi la responsabilità di fare una sintesi al proprio interno individuando gli uomini da proporre alle Primarie”.

Un’idea non condivisa né da Filippo Salerno (“Così si prende in giro chi va a votare: ogni Partito ed ogni Movimento deve indicare almeno un nome”) né da Silvana Catalano (“L’ideale sarebbe che i Partiti offrissero una rosa di candidati credibili, per capacità, seguito, esperienza, storia”).

Ancora più radicale è la proposta del “moderato” Sino Salone: “Ogni Partito, secondo la sua capacità, dovrebbe presentare 1-2-3 candidati, di cui almeno il 30% dovrebbe essere rappresentato da donne. Ciò eviterebbe che le Primarie avessero un risultato scontato, tale da tenere la gente lontana dai seggi perché appunto manifestazione priva di significato concreto”.

Sino Salone, quindi, proporrebbe, all’interno delle Primarie, un voto “di lista” si che sarebbe eletto il candidato che raccoglierebbe la maggiore cifra elettorale, calcolando, cioè, oltre che le proprie preferenze, anche il voto al Partito, o all’insieme di Partiti, proponenti quel dato candidato.

Più sintetico è Nino Oddo: “Le Primarie, pur nella logica della coalizione, devono rappresentare una vera contrapposizione di uomini, ma soprattutto di visioni. L’esempio da seguire è quello delle Primarie pugliesi…”.

Insomma il dibattito è aperto … nella speranza che la volontà di Democrazia, che comunque traspare, non si blocchi davanti a i soliti personalismi e tatticismi …

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