Don Damiamo: accoglienza patrimonio Umanità
Il fenomeno dell’immigrazione e la proposta modifica alla vigente normativa sulla concessione della cittadinanza agli stranieri sono stati il tema dell’incontro-dibattito “Non siamo razzisti, ma…” proposto a Trapani dall’associazione “A Misura d’Uomo”.
Nell’incontro, il relatore Natale Salvo ha tanto illustrato i numeri del fenomeno immigrazione (123.600 “richiedenti asilo” nel 2016, in buona parte africani, ma anche asiatici e sudamericani) quanto l’articolo 10 della Costituzione che impone allo Stato Italiano di riconoscere il «diritto di asilo» a tutti coloro «cui sia impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio di quelle libertà democratiche che sono garantite nel nostro».
Salvo non ha mancato di rimarcare l’assenza di condizioni democratiche in essere specie in Africa, dove «a parte lo sviluppo di diverse situazioni di guerra, è proprio repressa la libertà d’espressione come testimoniato dalle denunce di organismi come Amnesty International, Reporter senza frontiere, Freedom House».
D’altro canto, ha spiegato il relatore, «esistono contraddizioni nella condotta italiana quando, da un lato s’investe – spesso male – appena lo 0,26% del PIL, il prodotto interno lordo (circa 4 miliardi di euro annui), per i programmi di aiuto allo sviluppo in quei paesi e dall’altro si vendono armi, in apparente violazione alla vigente legge 185 del 1990, ai paesi in conflitto armato o dove esistono gravi violazioni dei diritti umani».
A tal proposito, è stato evidenziato il ruolo della società Leonardo (di proprietà della statale Finmeccanica) che nel solo 2016 ha esportato (Kuwait, Algeria, Turchia, Israele, ma anche Ciad e Mauritania tra i beneficiari) ben 11,6 miliardi di euro di materiale d’armamento.
L’incontro è stato arricchito dalla testimonianza di Djika Kossi, un esponente dell’opposizione democratica del Togo (piccolo paese africano che s’affaccia sul Golfo di Guinea). Il suo intervento ha alzato il velo su un paese dove da mesi sono in corso proteste e marce pacifiche, spesso represse con la forza e con arresti da parte dell’esercito che da 50 anni sostiene la dittatura al potere.
“Come possiamo aiutarti in casa tua?” gli è stato chiesto. Kossi, pur lamentando che in Togo manca tutto, dal lavoro alle cure sanitarie, dalla scuola gratuita alle condotte idriche, ha chiesto solo una «pressione politica sulla Francia, paese che ha una grande influenza sul continente Africano, affinché essa faccia dimettere il dittatore e permetta libere elezioni».
Il dibattito si è arricchito della presenza e del contributo di don Alessandro Damiano, vicario della Diocesi di Trapani, che ha sostenuto la necessità di porre attenzione alle false informazioni che «spingono all’intolleranza» e esaminare il fenomeno dell’immigrazione «alla luce del Vangelo» che ci parla di necessità di provare «fratellanza verso l’umanità intera e non solo verso i parenti o gli amici».
Nell’intervento conclusivo, il sen. Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana) si è soffermato sulla legge sulla “Ius Culturae”, arenata in Senato per colpa del Partito Democratico dopo che è stata ampiamente approvata il 13 ottobre 2015 alla Camera. Bocchino, portando a esempio la testimonianza di Lexy una liceale italiana, che ha la colpa di essere nata a Milano da genitori equadoregni, ha sostenuto che la nuova legge avrebbe dato una risposta al sentimento di “italianità” di Lexy che, oggi, invece, non viene riconosciuto dallo Stato Italiano.