ECCO, ADESSO E’ SICURO
TRAPANI – Alla fine la messa in sicurezza dell’ex deposito S.A.U. Ha finito con il demolire tutta la parte interna dello stabile. A parere dell’associazione Ar’rais “La cosa molto grave è che oltre a distruggere la parte interna, è stato distrutto l’impianto murario interno dove c’erano uffici e altri vani accessori. Vorremmo capire, – prosegue l’associazione – cosa che ufficialmente abbiamo già chiesto agli organi preposti alla tutela dei beni di interesse storico, se l’intervento messo in atto possa configurarsi come messa in sicurezza. A noi pare che sia stato un intervento devastante che dimostra la poca attenzione che a Trapani si ha per la storia dei nostri padri. Il che fa pensare al pressappochismo che ispira la nostra classe dirigente nel pensare al futuro dei nostri figli.”
“Sarebbe altresì interessante – aggiungono i menbri dell’associazione – sapere come saranno catalogati tutti i reperti che erano presenti nel sito e in che luogo saranno custoditi.”
Il sindaco, dal canto suo spiega i motivi della scelta nella volontà che non ci scappi il morto.
Rispondendo a chi chiedeva un concorso di idee per la ristrutturazione, Fazio dice che “i tempi amministrativi e tecnici sono lunghi ed assolutamente incompatibili con interventi d’urgenza. Basti vedere il concorso di idee di Piazza Martiri d’Ungheria. L’abbiamo indetto nel 2008 e solo ora stanno iniziando i lavori.”
Beh, è spontaneo pensare allora che se il concorso di idee si fosse lanciato nel 2006, quando il problema si presentò, a quest’ora l’immobile sarebbe bello che ristrutturato.
“Nel caso dei capannoni SAU – precisa il sindaco – si è reso necessario un intervento tempestivo, per eliminare il degrado igienico – sanitario e la situazione di pericolo. L’intervento – continua Fazio – mira a salvaguardare e mettere in sicurezza l’immobile, atteso che i muri perimetrali, ritenuti di interesse storico, non saranno toccati, ma consolidati per evitare che, dal punto di vista statico, possano subire ulteriori ripercussioni. Le arcate in legno, ritenute anch’esse di pregio e da salvaguardare da parte della Soprintendenza, saranno oggetto di smontaggio, restauro e riutilizzo.”
Ma l’architetto Vito Mancuso, precisa che “la segnalazione dell’ex deposito dei tram trapanesi è stata fatta dall’associazione ar’rais all’amministrazione e alla soprintendenza sin dai tempi dell’amministrazione Buscaino. Si presentò uno studio di massima con grafici e ricerca storica, che suggeriva la destinazione a “casa della cultura”.
Perché le cose che riescono in altre città qui non hanno residenza? L’assenza di cultura materiale e di testimonianze del lavoro di una città, genera l’indifferenza per la storia di intere generazioni!!!”
“Per onor di cronaca è dal 2006 – ribadiscono poi dall’associazione Ar’rais – anno in cui questa associazione ne bloccò la demolizione che si sa che il bene in questione è in pericolo. A distanza di 5 anni mi pare di poter affermare che nulla si e’ fatto per porre in essere le condizioni di un suo restauro.”
“Eppure – continua l’associazione – nel 2006 in tanti si spesero per fermarne la demolizione e dando anche spunti per un percorso che portasse alla riutilizzazione del bene. Poi non ci convince molto il fatto che per evitare che visitatori abusivi si facessero male o addirittura morissero si è smantellata la copertura. Sarebbe costato anche meno predisporre sistemi per evitare che qualcuno potesse accedere. A noi rimane l’amarezza che un bene di pregevole interesse sia stato manomesso, secondo noi in maniera irreversibile, e che a tutt’oggi non ci sia una prospettiva di una sua rifunzionalizzazione. Ma anzi ci aspettiamo nel prossimo futuro la sua definitiva demolizione.”
A Trapani ci sono molti altri monumenti che meritano di essere tutelati e conservati.
Ma siccome ci si rende conto che nel caso in cui venissero segnalati si correrebbe il rischio della loro completa e definitiva distruzione,
allora non si parla e si sta muti, nell’attesa che una maggiore coscienza della storia della nostra città prevalga sull’arroganza e il pressapochismo.
La cosa triste è che sembra che la classe dirigente pensi sempre alla stessa maniera. Non posso fare a meno di pensare alla distruzione delle mura quando Trapani non fu piazza d’armi, all’intero abbattimento del quartiere medievale, alla scelta di demolire intermente il teatro piuttosto che restaurarlo, ecc. ecc.
Fa male il cuore vedere una città a cui vengono cancellate le testimonianze della propria storia.