EGADI: STOP ALLE TRIVELLAZIONI
Un’area marina di superba bellezza, così ricca di rare specie di avifauna e di pesci pregiati, non può permettersi il rischio di inquinamento ambientale da idrocarburi. La politica adesso deve fare la sua parte per tutelare il territorio».
Gli fa eco il Responsabile Provinciale Comunicazione, Giancarlo Calò, il quale sostiene che: «Massacrare e snaturare un territorio, regalandolo ad una compagnia petrolifera come la Shell, significherebbe percorrere le stesse strade tracciate in passato e proprio in Sicilia dall’Eni che, inseguendo il sogno meridionale di un miracolo italiano nel mito del progresso legato esclusivamente allo sviluppo della chimica, ha sfregiato città come Milazzo, Augusta, Priolo e Gela.
Oggi appaiono evidenti gli errori di quella sfida e le ultime vicende che hanno coinvolto i vari poli petrolchimici siciliani ci parlano di una forte contrapposizione tra salute, ambiente e lavoro.
L’economia della nostra terra – aggiunge Calò – è votata principalmente al turismo e alla riscoperta delle nostre tradizioni culturali e gastronomiche. Trasformare Trapani in un polo petrolchimico significa tradire le proprie origini ed i propri cittadini. Il tema dell’inquinamento ambientale, del rispetto delle falde acquifere, la salvaguardia del territorio ed i problemi legati alla salute dei suoi abitanti devono essere messi sempre in primo piano sui profitti delle imprese, soprattutto quando questi vengono fatti sulle spalle dei cittadini. In qualunque città legata allo sviluppo delle risorse chimiche in cui si è istituito un registro dei tumori, ci si è accorti come il rapporto tra emissioni inquinanti e danni irreparabili per la salute siano strettamente connessi.
Con buona pace dello sviluppo di una città, dei lavoratori che lottano per il loro futuro e per quello dei loro figli, siamo convinti che lavoro, ambiente e salute siano elementi di una stessa battaglia di civiltà».