EMERGENZA CARCERI: GUCCIARDI A SAN GIULIANO
TRAPANI – “Ferragosto in carcere” era la manifestazione promossa dalla parlamentare radicale Rita Bernardini, che prevedeva “visite nelle carceri italiane a cui partecipano 180 tra parlamentari ed europarlamentari”. Baldo Gucciardi e Rita Borsellino, rispettivamente deputato regionale e europeo del Partito Democratico, hanno visitato, assieme al dirigente nazionale del sindacato UIL, Chicco Veneziano, il carcere di San Giuliano, a Trapa
Fine dell’iniziativa era quello di “una ricognizione approfondita della realtà penitenziaria” e – aggiunge l’on. Baldo Gucciardi “essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate”.
Al termine del sopralluogo il deputato salemitano ha sostenuto che di aver trovato “in buone condizioni dal punto di vista igienico sanitario, è tangibile però il sovraffollamento delle celle e la carenza di agenti di polizia penitenziaria”.
“Oggi al carcere di Trapani sono ristretti oltre 520 detenuti, quando la capienza massima è di 284”, ha precisato il sindacalista della polizia penitenziaria Chicco Veneziano prima di rendere noto che “il personale di Polizia Penitenziaria presente è di 318 unità, di cui 50 al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, altri 20 addetti alla scorta e vigilanza del Consigliere del Ministro Alfano dott. Roberto Piscitello, altri 80 poliziotti impegnati in compiti attinenti la sicurezza, ragion al netto delle assenze per i diritti solo 100 poliziotti penitenziari, nell’arco delle 24 ore si occupano dell’ordine e della sicurezza della struttura”.
“Insomma per la UIL è oramai imprescindibile un aumento degli organici del Corpo per evitare l’implosione definitiva del sistema carcere in tutta la provincia”, conclude il comunicato di Veneziano, non prima d’aver ringraziato il Comune di Erice per lo “stanziamento di 30 mila euro per l’acquisto di un impianto di video sorveglianza al carcere di Trapani”.
Il deputato regionale Baldo Gucciardi (PD), tuttavia, non ha preso impegni concreti limitandosi a sostenere, in politichese, un generico: “Bisogna mettere il personale in servizio nelle condizioni di poter lavorare in maniera serena e allo stesso tempo consentire alla popolazione carceraria di trascorrere il periodo di detenzione senza patire sulla propria pelle i disagi che allo stato attuale si presentano con cadenza quotidiana”.
La realtà penitenziaria non appare, in sostanza, né di comprensione, né di interesse dell’on. Gucciardi poiché le sue considerazioni sul “tangibile sovraffollamento delle celle” non appaino adeguate ad evidenziare che nel carcere di Trapani, a fronte di una capienza “regolamentare” di 324 detenuti ha un carico di presenze di 511 detenuti (520 dice addirittura Veneziano) e di questi ben il 30,91%, ovvero 158, sono stranieri con le maggiori e diverse difficoltà della loro gestione (dati: Pianeta Carcere – 11 agosto 2009). Insomma la “popolazione” carceraria di Trapani è al 152% del “regolamentare”.
La sostanza di questi numeri è, da questo punto di vista, che non servono nuove “guardie” negli istituti esistenti ma o meno detenuti o più istituti (con i relativi enormi costi di costruzione e gestione e di personale a carico della Comunità).
Secondo dati pubblicati dal Centro Studi “Ristretti Orizzonti”, ed aggiornati alla data del 16 giugno 2009, dei 63.460 detenuti italiani a quella data (i detenuti crescono alla velocità attuale di poco meno di 1.000 al mese!) ben 31.306 (il 49,3%) erano, a norma dell’art. 27 della Costituzione Italiana dei “presunti innocenti” – poiché ancora in attesa di giudizio -, mentre altri 1.788 (il 2,8%) sono degli “internati” ovvero “persone che popolano i sei ospedali psichiatrici giudiziari”, gente, quest’ultima, che per almeno un terzo – “potrebbe essere dimesso se solo vi fossero le condizioni di assistenza una volta che queste persone escono fuori dalle strutture” (secondo quanto sostenuto sulla Gazzetta del Sud da Franco Rotelli, direttore generale della Asl di Caserta).
Dei 63.460 detenuti, inoltre, ben 9.786 (15,4%) ha un residuo di pena da scontare, sempre al 16 giugno 2009, inferiore all’anno.
La soluzione al problema del “sovraffollamento” quindi di un servizio, il carcere, che nel suo insieme costa oltre 3 miliardi di euro annui allo Stato, leggendo questi numeri, è dietro l’angolo: tagliare il numero dei detenuti e questo subito, prima che scoppi la “bomba” del decreto sicurezza che porta a 18 mesi la detenzione degli immigrati irregolari nei CPT e, in un modo o nell’altro, inciderà sui carichi delle carceri.
E non certo con un provvedimento “tampone”, diseducativo e controproducente, quale l’indulto, ma con norme strutturali (depenalizzazioni dei reati minori a cominciare dal consumo di droghe leggere (vedi dichiarazioni Beppe Grillo), pene alternative al carcere per i detenuti “comuni”, riduzione delle pene tabellari, aumento dei benefici di cui all’art. 18 della legge Gozzini, ridurre la detenzione in attesa di processo solo per i reati più violenti o dopo la condanna di primo grado per gli altri): Ma Gucciardi, tutto questo, non lo sa dire!