Emergenza Cimitero: la soluzione è la Cremazione!
L’argomento morte nella nostra società è ancora un vero e proprio tabù.
Ma, ad essere pragmatici, una volta “passata a miglior vita” l’anima, i resti umani vanno in qualche maniera “smaltiti”.
Il recente problema “Emergenza al Cimitero” occorsa a Trapani, con la indisponibilità di posti per l tumulazione dei feretri, riapre l’annoso dibattito sulla cremazione delle salme.
La cremazione (incenerimento, in sostanza) è una pratica funeraria prevista dalla legge italiana. Anzi, nel nostro Paese, si legge sul sito della Federazione Italiana per la Cremazione, «La pratica della cremazione è in Italia in costante crescita. Nel 2012 a fronte di 590.000 decessi sono state eseguite circa 91.500 cremazioni, con una incidenza percentuale che supera il 15%».
Il problema, tuttavia, anche qui, sta nella sua «disomogeneità territoriale».
Secondo dati 2011, infatti, delle 84.783 cremazioni effettuate, il 27,4% dei procedimenti è stato svolto in Lombardia, il 12,5% in Veneto, il 10,8% in Emilia Romagna, il 10,7 in Toscana, il 10,5% nel Lazio. La Sicilia è all’ultimo posto con appena lo 0,5 di cremazioni (435).
[Tweet “Cremazioni: in Lombardia cremati il 27% dei feretri, in Sicilia solo lo 0,5%.”]
A motivi di ordine sicuramente culturale, s’aggiunge di certo la difficoltà dell’attivazione del processo di cremazione: in Sicilia sono attivi sono due forni crematori, l’uno a Palermo (presso il Cimitero S. Maria dei Rotoli; non sempre funzionante), l’altro a Messina.
L’assenza di forni nelle restanti province induce, chi ha deciso per questa formalità, a lunghi, costosi e poco gradevoli “tour turistici” in giro per la Sicilia.
Eppure, in Sicilia, esiste una norma piuttosto avanzata, la legge n. 18 del 17 agosto 2010 – che recepisce, con modifiche, la norma nazionale – che prevede tanto la cremazione che la consegna delle ceneri ad un “affidatario” per la successiva loro conservazione in cimitero ovvero dispersione (in mare, in montagna, in campagna) ovvero conservazione in luogo privato (il “famoso” vaso delle ceneri tenuto in salotto).
Ecco il testo integrale della Legge 18:
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Naturalmente la scelta deve essere, di volta in volta, formalmente – da un lato – decisa dal defunto (in un testamento) o dai familiari e dall’altro autorizzata dall’Ufficio di Stato Civile del Comune come da Legge n. 130 del 20 marzo 2001 che ha modificato l’art. 411 del Codice Penale.
Ecco cosa dice la Legge 130:
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Tutto ciò premesso, non è comprensibile il motivo per il quale tanto l’Amministrazione comunale quanto il Consiglio comunale di Trapani siano ancora inerti nel prevedere l’attuazione della Legge regionale e la predisposizione sia di un forno crematorio che di un’area per il commiato laico del defunto.
L’inerzia è certamente dovuta a incapacità amministrativa: a Ragusa, infatti, nel 2011, il Consiglio comunale ha approvato un “Regolamento Comunale per la cremazione”; a Misterbianco (Catania), hanno pure già aggiudicato, lo scorso 15 gennaio 2015, a costo zero per il Comune, mediate l’istituto di “finanza di progetto” la realizzazione dell’impianto di cremazione all’ATI Ing. Filippo Colombrita srl e GIS Design Srl.
Qui di seguito il Regolamento di Ragusa e l’Avviso di assegnazione del progetto di Misterbianco:
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I politicanti che siedono sulle seggiole del Consiglio comunale di Trapani, tanto nell’opposizione che della maggioranza, hanno una qualche idea da proporre e sostenere? Colui che si candida alla futura guida della Città che posizione ha in merito alla cremazione?
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