Erice Arte? Fondazione di perdite e consenso
ERICE (TRAPANI), 28 NOV – La “trasparenza” porta a galla tante cose, apre “gli occhi”, da conferme. Per esempio spiega il modo di fare “politica”, che, oggi, spesso, non è molto lontano, nei fatti, da quello di ieri.
Su come “ieri” amministravano certi “politici” ce lo spiegava, sette anni fa, il senatore Massimo Villone (DS) [1] nel corso di una puntata della trasmissione “Report” [2]. Il video che si trova su YouTube [sono solo 2:35 minuti, VEDI QUI] è una lezione di politica che dovrebbe essere nel bagaglio di ciascuno di noi. Villone «spiega come relazioni clientelari possano sussistere in un regime di piena legalità».
Oggi, “invece”, sappiamo, ad esempio ad Erice, che esiste una “Fondazione Erice Arte”, costituita nel 2009, dalla prima amministrazione Tranchida, il cui vice presidente è un tal Pier Vittorio Demitry, come si rileva dal sito della “Fondazione” [3], [VEDI QUI], noto dirigente locale di “Sinistra e Libertà”, il partito di Nichi Vendola, e, che oltre ad essere stato candidato, a fianco il sindaco Tranchida, nel 2012 (107 voti), ha un appannaggio di 6mila euro annui.
La “Fondazione”, si legge sul sito del Comune di Erice [4], ha, da due anni, un bilancio in perdita, [-40.892 euro nel Bilancio 2012, SCARICA QUI, dopo un -37.208 nel 2011] ma ciò non impedisce di mantenere tanto l’appannaggio al PierVittorio Demitry, quanto ad un “Direttore Artistico”, tale Giulia Viviano (6mila euro annui), e ad un Sopraintendente, tal Giuseppe Butera (10mila euro annui), non si sa da chi e sulla base di che criterio “selezionati”, nonché a un non ben identificato, definito e selezionato numero di consulenti fiscali (3.800 euro), revisori dei conti (3.400 euro), personale dipendente (12mila euro) e altre non meglio definitive spese di “gestione” del Castello (30mila euro).
Dal Bilancio di Previsione 2012 della “Fondazione” [5], si rileva che la stessa ha ricavi derivanti, in parte direttamente dal Comune di Erice (quota sociale 15mila euro ed un contributo 30mila) e in parte dagli incassi dell’ingresso del “Castello di Venere” e dal Museo “Cordici”(100mila euro). Somme che si disperdono per vari rivoli, non meglio dettagliati [VEDI QUI].
Non è dato capire perché tale gestione artistica non avvenga direttamente per mezzo degli uffici del Comune, in maniera, conseguentemente, da permettere un controllo, da parte del Consiglio e dei cittadini, degli appalti e delle spese.
Salvo a dare ragione al senatore Villone.
FONTI:
[1] WIKIPEDIA
[2] INTERVISTA REPORT
[4] COMUNE DI ERICE