ERICE “DECONGESTIONA” L’ ASILO NIDO
Se esistevano dei dubbi sulla “lungimiranza” del Sindaco di Erice Ignazio Sanges la delibera proposta dall’Amministrazione per la «Revoca dell’istituzione del servizio asilo nido comunale» li derime.
Come spiega lo stesso Sanges in un comunicato stampa diramato oggi sul sito del Comune «… l’asilo nido di via Cosenza è stato realizzato interamente con fondi comunali», ovvero dal bilancio del Comune e, in definitiva, coi soldi dei cittadini, che potevano altrimenti – forse – essere meglio spesi.
Tuttavia, ora, ad opera realizzata (quanti milioni di euro è costata?) …
… e dopo che lo stesso Sanges (vedi ulteriore suo comunicato del 7 aprile 2006 sul sito del Comune ) aveva entusiasticamente affermato «…Si terrà tra un mese la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di gestione dell’asilo nido comunale…» ci si accorge che, in definitiva l’apertura dell’asilo «risulta eccessivamente onerosa … rispetto alla necessità di assicurare altri servizi di altrettanta rilevanza sociale …» e che «l’attivazione del servizio di asilo nido comunale può esporre l’Ente a pregiudizi sia in termini di salvaguardia degli equilibri di bilancio che di rispetto dei vincoli del patto di stabilità» (qui per scaricare il testo integrale della proposte di delibera ).
A proposito dell’ultimo riferimento «rispetto Patto di stabilità» giova sottolineare come il Comune di Erice il Patto di Stabilità lo abbia già violato nel 2004 e l’avrebbe violato nel 2003 se non avesse spostato all’anno successivo alcuni pagamenti (vedi comunicato stampa del 5 gennaio 2005 sul sito del Comune ), e non sappiamo se l’ha mantenuto nel 2006.
Ma qual’è questa grande somma che necessità per la gestione dell’asilo? 389.889 euro annui. Una somma in parte dovuta a « dall’applicazione del vigente CCNL » al personale necessario (332.481 euro).
Ci si domanda: i privati oltre a non dover dare servizi «standards» non dovranno anch’essi applicare i CCNL, o no?
Ma la gara d’appalto che è stato revocata prevedeva che l’asilo « assicurerà, anche, il servizio mensa. In considerazione del fatto che, la struttura non è dotata di cucine – continua Sanges – abbiamo previsto, nell’appalto, che l’Ente che si aggiudicherà la gara dovrà garantire, attraverso una ditta in possesso delle prescritte autorizzazioni sanitarie, la fornitura di pasti caldi per tutti i bambini frequentanti, secondo tabelle dietetiche stilate dall’Azienda Sanitaria Locale di Trapani”».
Forse ora salterà la mensa? O non saranno forniti pasti da ditte con le prescritte autorizzazioni sanitarie, o senza importanti tabelle dietetiche?
Non si sembrava assurdo, a noi, destinare meno di 400.000 euro annui (al lordo del contributo che i genitori potevano e dovevano versare -> al Comune di Trapani la percentuale di copertura dei costi del servizio da parte dell’Utenza è del 15%) a favore di 40 neonati, dando un servizio alle lavoratrici-madri ed alle famiglie disagiate. Per Sanges, sì.
Tuttavia, anche se la struttura sarà data in concessione per «anni due» a privati per servizi «più flessibili … a carattere socio-educativo-ricreativo» ricorda l’assessore alla Pubblica Istruzione Francesco Todaro (è lo stesso che è responsabile dell’attuazione del piano generale traffico urbano … ) l’Amministrazione prevede di sostenere spese («contribuzione a carico del Comune», la chiama) se le «proposte progettuali conterranno specifici progetti diretti a migliorare la qualità della vita di fanciulli ericini con particolare riferimento a quelli a rischio e comunque a quelli appartenenti a fasce sociali disagiate»: insomma a quanto ammonta il tanto declamato “risparmio”?
E’ ancora più assurdo leggere, nella delibera proposta da Sanges, come la stessa Amministrazione sia sia accorta, solo dopo aver realizzato l’opera, che «non sussistono le condizioni organizzative e i livelli minimi di domanda dell’utenza…».
Se comprendiamo bene … afferma che si è costruito un asilo, si sono spesi milioni, senza prima verificare l’esistenza di una domanda di tale servizio?
Ma se tale domanda esiste, secondo Sanges, comunque tali «esigenze» possono essere soddisfatte «mediante appositi servizi … non necessariamente conformi agli standards organizzativi previsti dalla vigente legislazione… in materia di asili nido». Vuole affidare i nostri piccoli a servizi fuori «standards», insomma?
Quanti sono gli “Utenti” che potrebbe accogliere l’asilo? «40» risponde la delibera. Gli standars previsti, invece, si ricavano, crediamo, dal comunicato stampa del Comune in cui veniva indetta la gara d’appalto per la gestione – da parte di privati – dell’asilo: «Nel capitolato d’appalto è previsto, inoltre, che il servizio dovrà essere assicurato da almeno un Coordinatore, 5 assistenti all’infanzia, 4 ausiliari». Insomma, fornire servizi che non rispettino gli standards, vuol dire, forse, affidare i nostri «40» piccoli ( «bambini di età compresa tra i 3 ed i 36 mesi ») a meno di 5 assistenti qualificati (ovvero uno ogni 8 bambini)? Come possono essere seguiti i bambini, ed educati, con un rapporto superiore 1:8?
Ma la trovata più bella della delibera di Sanges (che dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale a maggioranza di centro-destra) è l’affermazione che, con la « Revoca dell’istituzione del servizio asilo nido comunale » e l’assegnazione in « comodato dell’immobile » (dare gratis a privati un immobile costruito coi soldi pubblici) l’Amministrazione avrà la «possibilità di perseguire l’ulteriore scopo del degongestionamento dell’espletamento delle proprie funzioni».
Crediamo che se continuano a “decongestionare”, così, le proprie funzioni tra poco non avremo più bisogno del Comune. O, forse, non avremo più bisogno, più semplicemente, del sindaco Sanges.