Erice, dichiarazioni razziali che fanno male
Erice (Trapani), 19 ottobre 2014 – Automobilista travolge un motociclista. Un morto. La notizia, ad Erice, è occasione per scatenare una piccola guerra razziale.
La notizia, lo scorso 4 ottobre, è riportata da un piccolo quotidiano online trapanese, Tvio. In altre occasioni il sito si è messo in mostra per le proprie capacità tecnologiche innovative, in questa, confidiamo con innocenza, ha dato adito a rancori razziali.
Per Tvio, infatti, l’incidente sarebbe dovuto non già ad un’automobilista (chi era? perchè non viene pubblicato il suo nome? ) che, magari, procedeva a velocità sostenuta su un tratto di strada notoriamente pericoloso, bensì ad «un gruppo di ragazzi di colore che occupavano parzialmente la carreggiata, a bordo delle loro bici». L’automobilista, nel tentativo di scansare i ciclisti, avrebbe colpito il centauro che proveniva dalla direzione opposta.
Tvio è l’unico giornale a riportare quest’aspetto. Sembra che sia stato un “informatore” fra i vigili urbani di Erice a fare la “soffiata”. Naturalmente dell’inchiesta della Magistratura aperta sul caso non si sa nulla. Delle responsabilità che concretamente emergeranno neanche. Intanto, però, si soffia sulla vicenda razziale. Forse a qualcuno sta bene così.
Da sempre l’odio contro gli immigrati, in Italia, va di moda: La Lega Nord soffia sull’argomento, proprio in questi giorni, per rialzare la percentuale del proprio consenso ferma sulla vuotezza delle proprie idee politiche. C’è chi ci casca e vota Lega, o vota chi difende l’integrità nazionale, la razza pura, contro l’invasione degli africani. Che portano pure l’Ebola!
Purtroppo, alla tragedia per il centauro, la cattiva informazione di Tvio, s’aggiunge la caduta di “stile” della politica, ovvero di quell’Istituzione che dovrebbe essere lei a “educare” la popolazione, nel bene.
Ecco che quindi l’assessore alla polizia municipale di Erice, architetto Angelo Catalano, fedelissimo della prima ora del sindaco Tranchida, si lancia in una reprimenda contro gli immigrati degna di ben altra occasione: «La Legge è Legge, anche per i richiedenti asilo politico che, se devono stare qui, debbono rispettare sempre e comunque le nostre leggi».
Catalano accusa gli immigrati di andare in bici senza «giubbottino catarifrangente e senza che la bici abbia le luci anteriori e posteriori accese di notte», ma questo “devono rispettare le nostre leggi”, suona come avvertimento razzista (vedi TrapaniOggi, 6 ottobre 2014).
Catalano, da assessore alla polizia municipale, non ha necessità di dare avvisi sulla stampa, che notoriamente gli immigrati non leggono, solo per guadagnare, magari, qualche gradimento nella Destra razzista, ma deve semplicemente attivare i suoi uomini per reprimere ogni violazione al codice della strada, che sia compiuto da bianchi “indigeni” che da negri “richiedenti asilo”, che sia compiuto da ciclisti o da automobilisti.
Catalano, da assessore del Comune di Erice, deve attivare ogni investimento utile affinché siano rese più sicure le strade del suo Comune, con opportuni controlli (autovelox), coll’istallazione di rallentatori, con l’applicazione di opportuni asfalti antisdrucciolo, di opportune illuminazioni.
[Tweet “Un incidente stradale. Un morto. Partono le accuse contro i neri. Erice è razzista?”]
E Giacomo Tranchida, da sindaco esperto, non può congedare le gravi affermazioni del suo fido assessore definendole dei semplici «qualche avverbio che desta errate interpretazioni» (vedi TrapaniOggi, 8 ottobre 2014): quella di Catalano è una frase che ha danneggiato l’immagine della Città di Erice, Città della Pace.
Angelo Catalano ha sbagliato: deve semplicemente riconoscerlo e chiedere pubblicamente scusa. Una cosa difficile, lo comprendiamo, ma da grandi uomini. Lui lo è?