ERICE E LA TASSA SUI MATRIMONI
«Ad Erice non è mai esistita la tassa sul matrimonio; Erice è unica anche per questo. Il capogruppo dell’UDC Luigi Nacci evidenzia le ulteriori vessazioni da parte del Sindaco Tranchida nei confronti dei cittadini che vorranno sposarsi civilmente nella Casa Comunale, come se non bastassero già le sproporzionate tasse ad opera dei governi Nazionale e Regionale».
Così inizia il comunicato stampa diramato dal consigliere comunale di Erice dott. Luigi Nacci (UDC).
Il comunicato prosegue testualmente «Purtroppo il sottoscritto aveva ragione a dire che sarebbero spuntate con la sinistra nuove imposizioni e non solo per i cittadini ericini : infatti Tranchida proporrà al Consiglio Comunale una delibera approvata in Giunta (n. 186 del 6/12/07) con la quale si intende istituire il “Regolamento Comunale per la celebrazione dei matrimoni civili“; e fin qui nulla di eccezionale; ma in codesto regolamento viene prevista una tariffa comunale per chi intende convolare a nozze in quel di Erice.
E per essere certi di tenere distanti i turisti e i non residenti, in detta delibera ha previsto il raddoppio dell’onerosità per quei cittadini del mondo che intendessero scegliere Erice per quel giorno importante.
E’ chiaro che la regolamentazione è opportuna in ogni settore, ma se ben fatta; quando invece nasconde lo scopo di perpetrare nuovi balzelli per il cittadino, allora ciò va condannato, ancor peggio quando con tali provvedimenti si intende anche desertificare ulteriormente una città aperta a tutti.
E come farà il Sindaco Tranchida quando a sposarsi sarà un indigente ? Gli negherà un decoroso matrimonio?
L’UDC anticipa che su tale proposta di deliberazione non intende minimamente contribuire a rendere più costosa la vita dei cittadini».
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Siccome noi non siamo abituati al semplice "copia ed incolla", aggiungiamo le nostre considerazioni.
E' vero che esiste una sorta di "turismo matrimoniale" che porta alcuni, specie trapanesi, a sposarsi in Vetta per motivi di "vanità". Non so quanto possa portare in termini di "economia" alla vetta ed al Comune, dato che poi, spesso, il ricevimento si sposta in quel di Marsala. Personalmente non credo che un centinaio di euro – parlo a caso, non ho idea della cifra proposta dalla giunta del sindaco pro-tempore di Erice – farebbe distogliere da tale scelta una coppia.
Personalmente ritengo, poi, che, trattandosi di un servizio cosidetto "a domanda", anche per rispettare la Legge, vada prevista una copertura dei costi (almeno in una certa percentuale), tipo l'usciere che tiene aperto il Comune (qualora debba "aprire" in giornata di normale chiusura), la pulizia (a volte li lanciano petali di rose che "sporcano") ecc. Quindi, in linea di principio, siamo favorevoli al provvedimento, salvo a verificare la congruità della "tassa di matrimonio".
Si potrebbe, infine, in linea del tutto teorica, pensare che il sindaco dell'amministrazione pro-tempore della Vetta con tale provvedimento – lo sapremo appena conosciuto l'importo di cui si parla – abbia, piuttosto, voluto proprio "sconsigliare" il matrimonio civile ad Erice a favore di quello religioso. Sarebbe in tal caso, di certo, un provvedimento di "favore" per la Chiesa che pare abbia sostenuto la candidatura dell'attuale sindaco pro-tempore, e contro la Laicità dello Stato e dello stesso Partito a cui fa riferimento lo stesso sindaco. Consideriamo, comunque, questa ipotesi troppo ardita e contorta e la scartiamo con sicurezza.