ERICE, FALLISCE LA DIFFERENZIATA

Giacomo Tranchida

Giacomo Tranchida

ERICE – Il sindaco pro tempore di Erice rag. Giacomo Tranchida, da buon amministratore di «sinistra», decide di passare alle maniere «forti» e minaccia sanzioni a chi, d’ora in avanzi, non rispetterà orari e cassonetti per il conferimento dei rifiuti in maniera differenziata. Ci sembra, l’iniziativa del sindaco, un chiaro segnale di sconfitta rispetto al tanto sventolato successo del suo progetto di raccolta differenziata.

L’attenzione di Tranchida da Fico contro i «propri» cittadini, che lui definisce «incivili», è loro rivolta poichè, sia pure in «pochi», sono affetti «per pigrizia e scarso impegno civico» – scrive in un comunicato – ad una ostinazione al non voler «fare la Raccolta differenziata», nonostante la stessa, per il signore di Fico, risulti assai «comoda e capillare».

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cassonetti a San Giuliano

Intanto occorre rilevare che proprio di «pochi» non si tratta se sono ben il 68% degli ericini (dato che solo il 32% – secondo quanto egli stesso ammette – partecipa alla raccolta differenziata). Ed allora, piuttosto che emanare ordinanze, minacciare sanzioni («da 25 a 500 euro»), dare disposizioni – piuttosto velleitarie per la verità – ai propri pochi vigili urbani, di «perseguire tutti i contravventori», il rag. Tranchida dovrebbe domandarsi cosa ha sbagliato o omesso nella sue – costose – «campagne di sensibilizzazione-informazione» e cosa dovrebbe fare per incentivare, piuttosto che minacciare, i «propri» cittadini ad aderire alla «civile» raccolta differenziata dei rifiuti.

Il rag. Tranchida, allora, potrebbe pensare – e se non ci riuscisse dovrebbe essere aiutato dai suoi assessori e collaboratori a vario titolo – di attivare delle tariffazioni della tassa dei rifiuti che premino attività commerciali, condomini, per la maggiore conferimento di «rifiuti» differenziati (carta, plastica, alluminio, vetro ad esempio), provando a «pesare» i bidoni colorati di ogni singolo utente e riversando il «risparmio» sulle spalle delle attività commerciali, dei condomini che mostrassero meno senso di «civiltà».

D’altro canto la richiesta-ordinanza del ragioniere, imposta ai condomini,
di «posizionare i cassonetti all’interno delle aree private o pertinenziali alle abitazioni – condomini – attività commerciali, e comunque non in aree di uso pubblico quali: strade, marciapiedi, banchine, slarghi etc..», pur se condivisibile, per ragioni di decoro pubblico, importa l’onere, per gli stesi condomini di spostare tali cassonetti – dopo le 21 – dall’area privata a quella pubblica, onere che non può non essere compensato.

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Abbandono di rifiuti a Piazza Pagoto

D’altro canto il primo a contravvenire a questa richiesta di decoro è lo stesso Comune di Erice che, ad esempio, riempie il proprio territorio – vedi Piazza Pagoto a San Giuliano – di cassonetti colorati che diventano loro, e le aree attigue – sfogo della raccolta indifferenziata e di accumulo di montagne di rifiuti.

Ricordiamo pure che il Comune di Erice aveva assicurato questi «incentivi» nel proprio programma elettorale, ma a distanza di tre anni, degli stessi non v’è traccia.

Come non v’è traccia delle «isole ecologiche», sia fisse – Milo – che mobili, che a caro prezzo (1.596.682 euro per il Centro raccolta oltre 1.765.997 euro per il «progetto pilota»), erano stati acquistati dallo stesso Comune dalla ditta Urbania srl di Palermo – determina del dicembre 2008 che pure esse – dietro utilizzo di apposita «tessera magnetica» che assicurasse al «conferitore» un adeguato riconoscimento economico.

Per la verità, per le «isole» mobili, si è a conoscenza di un «progetto» che dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico che dovrebbe prevedere la collocazione di dette isole nelle scuole
e il riconoscimento alle «classi» – a cui sarebbe assegnata la «tessera» – di un «premio» da spendere secondo modalità da stabilire da parte dei competenti organi collegiali. Onestamente crediamo che detta soluzione sia scarsamente producente di risultati. Vorremmo capire se, a parere del Comune di Erice, i nostri scolari si debbano trasformare in «netturbini" che debbano raccogliere i «rifiuti» a casa e trasportarli a scuola a fine di finanziare progetti scolastici che, spesso, si tramutano in semplici «ore di straordinario» degli insegnanti. Avremmo preferito la scelta di assegnare le «tessere» ai condomini piu grandi di Casa Santa.

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