ERICE HA LA SUA TASSA D’INGRESSO
Mettiamo le mani avanti: noi siamo favorevoli ai «parcheggi a pagamento» ove essi possano contribuire a limitare il traffico, a spingere per una rotazione delle auto in sosta, a promuovere indirettamente l’uso di mezzi di trasporto alternativi. Quindi, per noi, vanno bene le «strisce blu» a Trapani – oramai vicina alla congestione – o ad Erice Vetta. Ma riteniamo che le «strisce blu» sulla Litoranea, confermate anche quest’anno dal rag. Giacomo Tranchida da Fico, sindaco pro tempore di Erice, siano solo un «balzello».
Un «balzetto» che frutta al Comune almeno il 15% (base d’asta, NdR) dell’incassato dalla società concessionaria del servizio, secondo quanto stabilito dall’art. 23 del «Contratto del Servizio di Gestione e Vigilanza dei Parcheggi Pubblici a pagamento non custoditi, regolamentati, nel territorio comunale». Ovvero, in termini monetari, il 15% del presunto incasso – vedi Bando apposito del 2009 – di 2.520.235 euro a valere per un triennio. Insomma, 378.000 circa.
Fin qui tutto bene. Se il «balzello» fosse destinato a dare ordine al traffico di via Cesarò. Se il «balzello» fosse destinato a sollevare i cittadini dalla piaga dei «pietosi» posteggiatori abusivi. Se il «balzello» fosse destinato a creare una qualche attività turistica duratura alternativa a Cornino, Lido Valderice ecc. Se, soprattutto, il «balzello» non divenisse, ad Erice vetta, una vera e propria «tassa» di ingresso.
Invece, ecco che di rado ed in maniera inefficace un vigile urbano viene «pescato» a combattare il fenomeno della sosta vietata in via Cesarò, costringendo bus ATM, corriere AST ed autovetture a gimkane fra le auto tranquillamente in sosta vietata. Fenomeno che nasce anche «grazie» al movimento di Marino e Modica, «Città Futura», che tanto combattè, ai tempi della Giunta Sanges, contro una, a nostro avviso, piu’ congrua regolamentazione della sosta in quella via. «Visto che le strisce blu non vengono quasi più utilizzate, chiediamo al Comune di diminuirne il numero», scrivevano il 7 aprile 2006, aggiungendo «numerose sono state le proteste dei residenti e dei commercianti, ma nulla è servito».
I posteggi a servizio della funivia, invece, sono in «mano» ai posteggiatori abusivi senza che il sindaco vigili, nonostante a parole si batta sempre contro le illegalità, contro questa forma di estorsione aggravata dalle minacce. Come lo sono quelli «liberi» davanti l’Ospedale o quelli della Piazza Cesarò, davanti il supermercato Simply.
E se ad Erice Bassa la tariffa del «balzello» è di 50 cent all’ora con un minimo di mezzora (25 cent) di corrispettivo, ad Erice Vetta, invece, si arriva all’assurdo che pur non prevendo – in riferimento ai 371 stalli ivi esistenti – l’art. 17 dello «schema di contratto» un «minimo» di durata della sosta per la Vetta, l’utente venga obbligato a pagare un euro per ogni ora o frazione d’ora di sosta. Insomma, «abusivamente» o un’autorizzazione verbale o un silenzio/assenso per mancanza di controllo che va oltre le norme «scritte» del Contratto, se sosti 15 minuti paghi per un’ora (un euro) se sosti per un’ora e dieci minuti paghi per due (due euro). E dato che non puoi sapere quanto tempo stai, a priori, in giro in Vetta, va a finire che il turista mette nella macchinetta, per evitare una multa salata, minimo 2-3 euro …
FONTE:
(1) i cartelli posti dalla società concessionaria dei parcheggi, tuttavia, contengono la traduzione in tre lingue (inglese, francese, tedesco). Riteniamo, comunque, indispesabile la traduzione del ben piu visibile pannello integrativo sotto il «cartello di prescrizione».