ERICE, LA CASA DI TUTTI (… O QUASI).
ERICE (TRAPANI) –
Il carbone lo accende il consigliere comunale socialista Peppe Alastra. Lo scorso 14 ottobre nell’Aula del Consiglio. «Vorrei sapere se i locali comunali possono essere dati a qualunque Comitato, a qualunque cittadino, per una manifestazione di qualunque natura sia», domanda al sindaco rag. Giacomino Tranchida. Una domanda retorica. Alastra sa la risposta. Esiste un Regolamento. Ma Alastra incalza: «Vorrei capire se l’Amministrazione ha ben chiaro il Regolamento, cosa dica il Regolamento per la concessione in uso». La storia si ripete. Sembra che l’Amministrazione guidata, in atto, dal sindaco da Fico alle volte dimentica il Regolamento o lo applica piu’ rigidamente o meno … a seconda di chi sia il richiedente e cosa ci debba fare.
MICA SIAMO FESSI. Il consigliere Giuseppe Alastra, però, non sembra convinto dalla parola dell’Uomo di Fico. Alastra ha un difetto. Non ama le parole, ma i fatti. Se questo può essere considerato un difetto. «Mi sorge un dubbio, o meglio, mi viene spontanea una domanda: come andiamo a determinare se è una manifestazione politica o meno?». Forse «una manifestazione politica è quella corredata da un emblema di partito regolarmente depositato», si domanda e domanda il consigliere. E va dal caso teorico a quello pratico. A mò di esempio, ma anche a mò di dimostarare che, alle volte, il «buon senso» che guiderebbe l’Amministrazione Tranchida sembrerebbe cadere nell’arbitrio: «Ho appreso che ad un cittadino ha avuto il diniego adducendo il Regolamento».
TRANCHIDA GIOCA COLLE PAROLE. La risposta del sindaco trasfertista si mantiene sempre sul discrezionale: «se un militante politico chiede un bene immobile del Comune per una manifestazione a valenza sociale non utilizzando il logo del Partito non vedo perché non debba essere concesso». Verrebbe da domandare, a questo punto, quale è e quale no un «una manifestazione a valenza sociale». Il presidente del consiglio, l’avv. Millocca, però, stoppa la discussione … che a nostro parere, benchè filologica e filosofica, sembrava interessante …
LA STORIA NON SI DIMENTICA. Detto di questo siparietto, occorre, sia pure sinteticamente illustrare i fatti.
[CASO 1] Il 23 gennaio 2008 l’Amministrazione Tranchida, con delibera di Giunta n. 9 del 17 gennaio 2008 sembra violando TRE VOLTE il Regolamento, concede il locale del «Centro Sociale» di San Giuliano al Movimento politico «Città Futura». «Città Futura», per intenderci, ha presentato una Lista alle Comunali di Trapani nel 2001 ottenendo un discreto successo. La manifestazione ha evidente finalità politica. Lo dice l’oggetto del «Convegno» proposta da «Città Futura»: «Bilancio partecipato e trasparenza e legalità dell’azione amministrativa, binomi imprescindibili per passare da una democrazia rappresentativa ad una democrazia partecipata».
Il Comune, se le parole di Tranchida espresse al Consiglio, sono veritiere, NON poteva concedere il locale ad un Movimento-Partito quale è «Città Futura». Ancora NON poteva concederlo per una finalità che appare evidentemente «politica» e non di «valenza sociale», e NON poteva concederla DUE giorni dopo la richiesta del Movimento per una manifestazione che doveva svolgersi OTTO giorni dopo. Il Regolamento parla, all’art. 19, di un termine di «le domande … devono essere presentate almeno un mese prima della data della manifestazione …». Evidentemente che, in quel momento, il movimento «Città Futura» e Rita Borsellino, il deputato Rita Borsellino, che – approfittando artatamente del locale concesso a «Città Futura» avrebbe dovuto svolgere un incontro erano è «nel cuore» dell’Amministrazione.
[CASO 2] Per il 14 ottobre 2008 l’Amministrazione Tranchida concede il locale del «Centro Sociale» di San Giuliano al cittadino F.B. per organizzare un’assemblea popolare che discutere «sei petizioni» popolari presentate da cittadini ericini. All’Assemblea – che ha visto la «presenza di una modesta partecipazione di cittadini ericini» – sono presenti anche il sindaco e l’assessore Nino Marino. Il cittadino F.B. in quel momento, forse, è «nel cuore» dell’Amministrazione.
[CASO 3] Per il 25 settembre 2009, sempre al cittadino F.B. e sempre per la discussione dello stesso tema delle «sei petizioni» (nonchè del tema della «Grande Città») viene negato dal Comune l’uso del solito locale. Il cittadino F.B. in quel momento, forse, è «caduto in disgrazia» e non è piu’ «nel cuore» dell’Amministrazione. In questo caso, secondo la nota dell’Amministrazione, a firma del dirigente Leonarda Messina, la manifestazione «non appare presentare i caratteri … di attività … tendenti … a soddisfare taluni bisogni dei cittadadini stessi».
Insomma troppa «discrezionalità» non si coniuga sempre con «legalità».