ERICE: MULTE SOES, IL COMUNE SI LAVA LE MANI.
ERICE (TRAPANI) – La Vicenda SOES, ovvero quella che interlaccia l’Amministrazione comunale di Erice con la società gestrice il servizio dei parcheggi a pagamento, sta assumendo toni sempre piu’ paradossali a dimostrare il dilettantismo col quale viene curata. E mentre si ha notizia di un “accesso agli atti” da parte della società SIS, concorrente della SOES, che potrebbe preludere ad un azione giudiziaria nei confronti del Comune, detta sempre legge la “petizione” del “Comitato-anti SOES” che chiede l’annullamento delle multe che hanno colpito molti cittadini a Piazza Carmine. La Commissione consiliare s’è espressa: multe da annullare!
Il boccino, quindi, è nelle mani del sindaco che dovrà decidere se, come logica impone, imporre al comandante Ippolito l’annullamento delle multe o invece “lavarsi le mani” pilatescamente e lasciare che a decidere sia il Giudice di Pace di Erice.
COSA DICONO I CONSIGLIERI COMUNALI. I consiglieri della prima commissione ad unanimità (presidente Brucato ex-MPA, Ciaravino PD, Tosto ex-MPA, Loggia UDC e Mazziotta PDL) hanno dapprima “interrogato” al Comandante Ippolito che, “messo alle strette”, ha “confessato” che “nella zona in questione non è stata posta la segnaletica verticale di divieto di sosta fuori dagli stalli a pagamento”, segnaletica che lo stesso Comandante definisce “opportuna ma non indispensabile”. La Commissione, altresì, ha rilevato che “dal limite degli stalli alla macchina parcheggiata corrispondono circa cinque metri, sostanza idonea a poter eseguire la manovra necessaria di entrata e di uscita dagli stalli a pagamento” senza dare intralcio. La Commissione, pertanto, scrive – lo scorso 26 novembre – al sindaco chiedendo di “assumere i relativi provvedimenti”.
COSA DICE IL COMANDANTE IPPOLITO. Il comandante pro tempore della polizia municipale di Erice non sa come scaricarsi da una vicenda che, forse, è divenuta, piu’ grande di lui. Il testo della sua missiva al Comitato del 17 novembre è chiaro in proposito. E segna la “paura” di prendere una decisione. “L’annullamento di un preavviso – scrive – che non presenti evidenti vizi di illegittimità rischia di generare, da parte dell’Organo accertatore, il reato di abuso e/o omissione e la sua soppressione arbitraria è penalmente perseguibile, oltre che espone la Pubblica Amministrazione alla contestazione del danno erariale da parte della Corte dei Conti”.
LA POSIZIONE DEL SINDACO. E’ assolutamente attendista. Ed è stata espressa chiaramente nella seduta di Consiglio del 14 ottobre scorso: “il Comando della Polizia Municipale ha assicurato il sottoscritto in piu’ di un’occasione, assumendosi la responsabilità dell’indirizzo che ha dato all’Amministrazione. Se si scoprirà che chi ha fatto queste affermazioni, il Comandante della Polizia Municipale, ha detto cose che non sono rispondenti al vero, io lo sostituirò dal Comando, punto!”. Insomma rimanda il tutto al Giudice di Pace. Lui non vuole entrare nel merito. E neanche ricevere i promotori della “petizione” del “Comitato-anti SOES”.
I RISVOLTI. La vicenda, rileva, infine un aspetto assurdo e chiaramente persecutorio. Secondo un ipotesi del legale del Comitato, per il ricorso al Giudice di Pace per l’annullamento delle decine di multe da 38 euro ciascuna (piu euro 11,60 di “spese” di notifica) i cittadini dovrebbero versare dei diritti di circa 46 euro per ciascuna singola multa, senza serie possibilità di rimborso (di solito il Giudice compensa le spese).
Così i ricorsi diventano pure anti-economici. Insomma i ricorrenti avrebbero un “vittoria di Pirro”. Ecco perché un’amministrazione che tuteli legalità e giustizia dovrebbe intervenire di propria iniziativa. Ma Tranchida, come detto, da questo “orecchio” pare non sentirci.