Europee: Gli elettori dimenticano Tsipras ed IDV
Trapani, 28 maggio – E’ noto che alle elezioni politiche, come sono anche le Europee, per un partito minore sia più facile raccogliere voti, poiché l’elettorato è più libero da condizionamenti clientelari. Tale effetto, tuttavia, a Trapani, per le Europee, non c’è stato. I piccoli, quelli di “sinistra”, in sostanza, han dimostrato, almeno domenica, di essere in profonda sofferenza, raccogliendo percentuali di consenso e, soprattutto, voti in termini assoluti, quasi trascurabili!
I DIPIETRISTI
Italia dei Valori, pur presente nel capoluogo con un Circolo ben strutturato, e da poco affidato al prof. Carlo Piccinino, s’è fermata ad appena 133 voti (0,69%)! Va poco “meglio” ad Erice, con 73 voti (0,86%).
Il Partito del Gabbiano aveva ottenuto 1.542 voti ed il 6,66% alle precedenti elezioni Europee del 2009.
In cinque anni, ha perso il 90% del proprio consenso!
Consenso che era, evidentemente, legato più ad un voto di “opinione” che ad una adeguata organizzazione nei territori.
“Opinione”, oggi, “intercettata” da altri: dai 5 Stelle, prima di tutto.
E’ chiaro che siamo difronte ad alcuni errori gravi errori gestionali nazionali, dalla gestione personalistica del Partito da parte di Antonio Di Pietro e dei referenti locali, all’assoldamento di personaggi discutibili (De Gregorio, Razzi, Scilipoti) che han macchiato indelebilmente l’immagine del Partito, al coinvolgimento di Leoluca Orlando (ora passato/tornato al PD), al recente mancato coinvolgimento nel partito dell’ex-eurodeputato Niccolò Rinaldi (transitato, poi, in “Scelta Europea”, anch’essa naufragata).
Tanto per fare un paio di paragoni, i Verdi, oggi assolutamente non presenti in Città con un’organizzazione, raccolgono 138 voti (5 più che IDV), la Lega Nord … ben 197!!!
Un vero peccato, per un Partito, Italia del Valori, che solo due anni addietro, nel 2012, con l’avvocato Giuseppe Caradonna, esprimeva un candidato sindaco capace di coagulare attorno a se 1.673 voti (4,65%).
La disfatta mediatica del leader carismatico Antonio Di Pietro, il sostanziale disimpegno politico di Caradonna, han disperso anni di impegno ed il consenso prima raccolto.
I COMUNISTI
L’Altra Europa per Tsipras, supportata da due (?) Circoli di Sinistra & Libertà (3,78 alle Europee 2009), dal Circolo di Rifondazione (1,38 nel 2009), e dal gruppo di Un’Altra Storia di Rita Borsellino, va un po meglio e raccoglie 627 voti, ovvero il 3,27%.
Ma anche qui, rispetto al 2012, quando SEL, assieme ad una costola di “sinistra” del PD per la verità, si era presentata alle Comunali attorno alla figura della candidata sindaco Sabrina Rocca, il crollo è considerevole (1.668 voti la Lista Trapani Democratica con Vendola, 4,63%). Crollo ancor più rilevante se si considera che, nel 2012, Rifondazione – coi suoi circa 200 voti di dote – appoggiava IDV e non la lista vendoliana.
A dimostrare il disimpegno dei “compagni” di SEL e Rifondazione: a Trapani, il candidato di Un’Altra Storia di Rita Borsellino, sostenuto fra gli altri dal noto Rino Marino (già Città Futura), Alfio Foti (dirigente regionale ARCI), raccoglie appena 141 voti. Ma vanno decisamente peggio Mario Cicero (Rifondazione, già sindaco di Castelbuono) che prende soli 70 voti, il candidato NO-MOUS Antonio Mazzeo 103 voti, gli altri, quelli in “quota” SEL, sono pure sui 70 voti!
Dopo la decable di Verdi, IDV e, in parte, Tsipras, la “sinistra” trapanese deve decidere se continuare il proprio impegno politico o dedicarsi ad altro di più fruttuoso ed appagante, se diventare solo una ruota di scorta elettorale del Partito Democratico (in cambio di …), se potenziare il proprio progetto politico ponendo fine a discriminazioni, ai settarismi, e agli egoismi ed aprendo, così, le porte alla “famosa” Società Civile, a chi non fa politica di “professione” cioè, persone – che non vogliono una “tessera di partito” – da vedere come arricchimento del Gruppo e non contaminazione negativa.