FINITA LA FESTA, TRAPANI TORNA NOIOSA
In un contesto incorniciato dagli ennesimi arresti di mafia, anche per quest’anno le porte del Natale si apprestano ad aprirsi sulla nostra città; una città che non riesce a decollare sotto tanti punti di vista, una città troppo bella per stare al 99esimo posto nella classifica della vivibilità. Nessun giudizio prevenuto, ma solo sacrosanta verità: purtroppo Trapani in fin dei conti, dal punto di vista qualitativo si merita questo basso posto in classifica.
Dopo l’euforia di settembre, l’atmosfera festosa si è subito ritrasformata nella vecchia e noiosa normalità di sempre in una Trapani piena di problemi e con alle spalle i costi salati della manifestazione velica. I lavori alla banchina Ronciglio sono stati bloccati; gli altri lavori frettolosi (alcuni di pessima qualità) eseguiti qua e là prima del grande evento, stanno per mostrare le prime pecche, e le zone abbandonate (leggasi l’altra metà della città) sono rimaste tali.
La nostra città ritorna come prima, peggio di prima, tra i litigi del Sindaco con la Presidente della Provincia sull’utilizzo della Casina delle palme, che dopo “la festicciola” di qualche sabato fa, di fatto è rimasta chiusa ai trapanesi che sono i veri proprietari della Casina; poi tutto il litigio si è risolto con una soluzione di “cogestione”, che tra l’altro era la soluzione più palese che si sarebbe potuta ipotizzare prima che succedesse tutto questo ambaradàm.
E mentre per le strade si accendono le luci di Natale, qualcuno come me sta pensando che in fondo non sono le luci a sollevare la città … o meglio non solo quelle.
La città ha bisogno di cultura per non dire che ne è completamente assetata; la città ha bisogno di legalità, per non dire che ne è affamata; la città ha bisogno di sviluppo, per non dire che non ne ha mai visto.
Purtroppo la mancanza di un teatro vero e proprio è uno dei fattori che rende così accentuato questo bisogno di cultura, anche perché il Tito Marrone, seppur funzionale, non è un teatro, ma un’ampia aula adibita a Teatro che è una cosa completamente diversa. Per il resto poche librerie (mai affollate), cinema semivuoti per la maggior parte dei film e che si riempiono solo per le “vanzinate”, e la totale assenza di veri centri di aggregazione culturale. Il trapanese si accontenta di passare una monotona serata davanti al locale del momento, stretto come sardine, e chi si è visto si è visto; poi tutto il resto non conta.
Legalità manco a parlarne, purtroppo Trapani è una città di muti, ciechi e sordi; dove la mafia tira i fili e la gente onesta subisce questi soprusi senza muovere foglia. Questa mancanza di legalità purtroppo crea danni anche in termini di sviluppo; e non è un caso se a Trapani non ci siano industrie ad alta tecnologia e quindi non c’è nessuna fonte che crea lavoro; e il giovane trapanese è costretto a fuggire da questo contesto quasi medioevale, perché qui non c’è quel terreno fertile tale da permettere un vero e proprio sviluppo.
Come il Natale, un nuovo anno è alle porte…un anno che “tra un anno passerà” come diceva Lucio Dalla, un anno che si spera porterà dei veri e propri cambiamenti ma che in fin dei conti, partendo da queste premesse, non porterà niente di nuovo, tranne che per il periodo elettorale in cui tutti quanti promettono mari e monti, e una volta preso possesso dell’aspirata poltrona da riscaldare per altri cinque anni, tutto svanirà e si ritornerà alla pessima normalità di sempre.
E prima di cambiare Trapani bisognerebbe cambiare il cervello di tanti trapanesi, per non dire troppi, che si accontentano di vivere in questo contesto, come detto prima, senza muovere foglia.