GIULIA ADAMO: ASSOLUZIONE ANNULLATA, NON ERA MOTIVATA
ROMA – Giulia Adamo dovrà farsi processare ancora una volta. La Suprema Corte di Cassazione, nella sentenza dell’8 febbraio 2012, fa sua la tesi del pubblico ministero appellante: l’assoluzione di Giulia Adamo sarebbe avvenuta «tenendo conto solamente delle parti che risultavano funzionali alla tesi difensiva e trascurando invece, senza darne ragione, quelle, pur evidenziate nei motivi d’appello, che avallavano la fondatezza dell’accusa».
Sul sito sugamele.it è stata pubblicato il testo integrale della sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di assoluzione dell’ex-presidente della Provincia di Trapani Giulia Adamo (allora PDL, oggi UDC) e rinviato, per un riesame, ad altra sezione della Corte d’Appello di Palermo il procedimento.
La storia è nota. «All’imputata era contestato di avere, abusando delle funzioni di presidente della Provincia Regionale di Trapani, indotto il responsabile del Settore Servizi Sociali della medesima Provincia, a sospendere il pagamento delle rette degli studenti ospiti del Convitto nazionale di Stato per audiofonolesi di Marsala, con l’obiettivo, effettivamente conseguito, di ottenere le dimissioni della rettrice del Convitto A.A.M. e la nomina al suo posto di V.M. , persona a lei gradita per motivi di vicinanza politica». Per dettagli è possibile leggere il sito “Enrico di Giacomo”.
La circostanza è confermata dalle le dichiarazioni della dipendente della Provincia: l’imputata Giulia Adamo «aveva dato l’indirizzo di attendere una nuova gestione del Convitto prima di liquidare quanto dovuto … cioè di sospendere i pagamenti fino a quando non fosse stato nominato un rettore ritenuto più adeguato al compito». Ancora, sottolinea la Corte «la stessa imputata davanti alla stampa (intervista al “Giornale di Sicilia” del 17.3.2005) e al dirigente ministeriale D.S. si era attribuita la paternità della sospensione dei pagamenti motivandola con l’esigenza di ottenere la nomina di un nuovo rettore alla direzione del Convitto».
Tuttavia il Presidente della Provincia non aveva questo potere. Scrive, in merito, la Cassazione: «le sentenze sia di primo che di secondo grado danno per pacifico che il presidente della Provincia, in osservanza della separazione delle competenze tra organi di governo e dirigenti amministrativi stabilita dal d.lgs. n. 267/2000 (”Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”), non poteva ordinare o chiedere al responsabile del Settore Servizi Sociali di sospendere il pagamento delle rette spettanti per legge al Convitto».
Nel l’ordinanza di rinvio la Cassazione ha pure indirizzato la Corte d’Appello a «valutare le sommarie informazioni di alcuni dipendenti del Convitto atte a delineare – secondo il pubblico ministero appellante – l’interesse elettoralistico che avrebbe ispirato la condotta prevaricatrice tenuta dall’imputata». Il Pubblico Ministero, nel ricorso, ha pure richiesto che venga «ripristinata l’originaria qualificazione del fatto come delitto di concussione, avendo l’imputata, abusando della qualità di presidente della Provincia, indotto A.A.M. a rassegnare indebitamente le dimissioni, aprendo la strada all’attribuzione dell’incarico divenuto vacante a una persona di sua fiducia».
L’ex-presidente Giualia Adamo, oggi candidata sindaco di Marsala, coll’asse PD-UDC s’è dichiarata sorpresa ma serena nell’apprendere le sentenza, come riporta il quotidiano TrapaniOk dello scorso 26 gennaio.