Governi contro i Lavoratori, Stampa coi regimi
In Francia, ma ora anche in Belgio, è in corso una feroce protesta dei lavoratori contro il Governo che vuole stringere i diritti dei lavoratori e tagliare lo stato sociale. Tutto il contrario di ciò che è avvenuto, ed avviene, in Italia dove, con Renzi al Governo, è stata siglata la pace sindacale.
La notizia, però, è che la stampa italiana del regime renziano non passa la notizia.
E questo un dato di fatto appena “indolcito” da un articolo su sito web di “Repubblica” posto in fondo al giornale, il ventisettesimo articolo della pagina proprio sotto notizie come “Bill Crosby sarà processato per abuso sessuale”, “Arrestato agente che passava un dossier a Mosca”, “Trovato un sottomarino fantasma in Sardegna” o “Rivoluzione Twitter, oltre 140 caratteri”.
Renzi, ed i suoi portavoce-editori, non vogliano rischiare una possibile, per quanto improbabile, emulazione: la parola d’ordine del regime è, quindi, silenziare la notizia, cancellare i fatti, in puro stile orwelliano.
Ma torniamo a quello che succede oltralpe.
Belgio: manifestazione contro i Governi dell’Austerity
60.000 persone – riporta L’Avenir.Net, giornale belga – hanno partecipato, nella capitale belga Brusselles, ad una manifestazione indetta dai sindacati contro gli «attacchi continui del Governo e dei datori dei lavoro ai salari ed ai diritti dei lavoratori»: «il troppo è troppo!» sostengono i sindacati. Le forze sociali denunciano, in particolare, «i tagli ai servizi pubblici, all’insegnamento e la mancanza di dialogo sociale». I rappresentanti dei lavoratori denunciano, inoltre, la “legge Peeters” che interviene sull’orario di lavoro.
Nulla di nuovo per noi, no? Di nuovo c’è, però, che mentre la stampa belga cita le rivendicazioni dei manifestanti, sulla nostra stampa quando si parla di manifestazioni e scioperi si citano solo gli incidenti ed i disagi per cittadini ed imprenditori. Qui, a Brusselles, gli incidenti, in coda al corteo, non mancano, ne i feriti, da ambo le parti, ma se ne parla in altri articoli.
Francia: il Popolo dei lavoratori a difesa delle 35 ore di lavoro
Da L’Avenir, e dal Belgio, si passa alla Francia, ed al quotidiano Le Monde.
Qui da mesi c’è un duro faccia a faccia fra sindacati e Governo che ha approvato, ponendo la questione di fiducia, la “legge su lavoro” che, come in Belgio, rompe il tetto delle 35 ore settimanali conquistate tanti anni addietro, un chiaro passo indietro per i lavoratori.
Nonostante la legge sia oramai divenuta definitiva, i sindacati, sostenuti dalle associazioni studentesche, continuano le loro azioni di protesta con una richiesta esplicita di revocare tale iniqua legge (una sorta di “Job Act” renziano in salsa francese).
Secondo Le Monde, ci troviamo difronte a Porti bloccati, strade bloccate, trasporti bloccati (15% dei voli di Parigi Orly annullati), le otto raffinerie bloccate o che lavorano al rallentatore (70-80% adesioni allo sciopero), carenza di carburante e chiusura di oltre 2.200 pompe di benzina (20%), perfino la sede di Amazon in sciopero, ed ora s’annunciano pure gli scioperi nelle centrali nucleari che potrebbero causare il blocco di due reattori!
Si parla, oggi, a seconda della fonte, dai 128.000 ai 400.000 manifestanti, numeri che s’avvicinano a quelli di marzo – il mese forse più caldo della protesta – dove i manifestanti furono calcolati fra i 390.000 e 1.200.000.
Alla lotta contro la “Legge sul lavoro”, si affiancano anche rivendicazioni salariali.
Se, da un lato, i manifestanti protestano ed accusano di tradimento il Partito Socialista (“La legge su lavoro non era nel programma elettorale votato dagli elettori”), dall’altro le richieste salariali prevedono un aumento di almeno 300 (!) euro al mese.
E, dal 2 giugno, si annuncia lo sciopero ad oltranza … proprio quando, il 10 giugno, inizierà il campionato europeo di calcio che, quindi, s’annuncia come un calvario!