GRIGNANO: ALLA LUCE DEL SOLE
TRAPANI – In merito al giustificato clamore che si è venuto a creare dopo le scelte di diversi esponenti del PD di sostenere una delle due candidature a sindaco di Trapani sono davvero doverose alcune precisazioni di carattere personale. Nelle ultime ore si sono susseguite illazioni di ogni tipo sulla mia persona, su un mio presunto cambio di Partito o di casacca.
Ma andiamo ai fatti.
1) Il Partito Democratico della città di Trapani ha democraticamente deciso di lasciare libertà di voto ai propri elettori durante la riunione dell’ultimo coordinamento avvenuto venerdì 11 maggio 2012;
2) Diversi rappresentanti del PD Trapanese, in virtù di tale deliberato, ha deciso, pur se numerosi, ma singolarmente e non rappresentando un indirizzo politico del partito, di sostenere una delle due candidature al ballottaggio, mettendoci la faccia, e non il simbolo di partito in quanto ricordo ancora una volta la libertà di voto lasciata al proprio elettorato. La nostra scelta iniziale, non senza difficoltà, con mille polemiche, è ricaduta sulla candidatura di Sabrina Rocca convinti che fosse la scelta giusta per la città di Trapani.
Nonostante il discreto risultato ottenuto dal mio Partito e l’entusiasmante campagna elettorale non abbiamo ottenuto il risultato sperato e credo il nostro territorio abbia perso una reale occasione di cambiamento.
Io non sono per nulla innamorato, al di là delle illazioni di qualcuno, dell’idea di sostenere un candidato che non è il mio, ma io credo che il dovere di chi si appresta a ricoprire un incarico istituzionale sia quello di poter determinare quale siano le prospettive del territorio in cui opera A questo punto della partita, essendo fuori dai giochi, senza possibilità di poter fare apparentamenti formali, abbiamo appurato che in questa città qualsiasi scelta sarebbe stata difficile e non priva di critiche e illazioni.
Ma compito di un dirigente politico, in qualsiasi caso, non può essere quello di andare al mare e aspettare che altri prendano le decisioni al posto tuo.
Anche perché nella situazione, particolarissima in cui si trova la nostra città, non andare a votare favorirebbe inevitabilmente colui che è stato il vero padre padrone della politica Trapanese degli ultimi 14 anni, ovvero il Sen. Antonio D’Alì. Senatore in grave difficoltà in tutta la provincia, a cui rimane Trapani come ultimo bottino per la sopravvivenza politica.
Se questa è l’intenzione di qualche dirigente del mio Partito, che lo espliciti chiaramente, ma per quel che mi riguarda sono abituato da sempre ad assumermi le mie responsabilità e lo farò fino in fondo votando l’altro candidato, senza nulla in cambio, tenendo dritta la schiena, ma scegliendo quello che ritengo non il meglio, ma provando a strappare la nostra città dalle grinfie del solito noto.
Cosciente che l’esplicitazione del mio voto in maniera ufficiale non fosse del tutto compatibile con la carica di Segretario per senso di responsabilità verso il mio Partito e della coalizione che ha perso, ho rassegnato le dimissioni da tale carica, non in un comitato elettorale come qualcuno asserisce furbescamente, ma privatamente a chi di dovere.
Questo è successo, semplicemente l’esplicitazione di un intenzione di voto, in maniera chiara, cristallina, alla luce del sole, come da sempre sono abituato a fare, a costo di qualche rabbia e “incazzatura”, ma io sono fatto così, e chi mi conosce lo sa bene, e a mio modesto avviso sarebbe bene lo facessero anche altri. E chi grida al tradimento, al complotto, alla compravendita, che poi tal volta sono coloro che preferiscono gli accordi sottobanco, nelle segrete stanze, purtroppo per lui o per lei, deve sapere che per quel che mi riguarda, mi ritengo e continuerò ad essere un esponente del Partito Democratico, che crede ancora in un’alternativa di governo della nostra città e che in consiglio comunale sente il dovere morale di portare comunque avanti le idee e i valori del mio partito e delle tante persone che mi hanno dato la loro fiducia.