Il Gruppo dei Trenta vuole la fine dei soldi
Un mondo senza denaro contante. L’auspica Kenneth Rogoff che ne ha illustrato le motivazioni in “La fine dei soldi” recentemente edito da “Il Saggiatore”.
La pubblicazione ha trovato subito buon eco sulla stampa nazionale tanto che “Il Manifesto”, “Libero”, “AltoAdige”, “Internazionale” e il “Corriere del Mezzogiorno” gli hanno dedicato ampi servizi.
D’altro canto il sottotitolo è “intrigante” (“Una proposta per limitare i danni del denaro contante”) e Rogoff non è uno scrittore qualsiasi.
Si tratta d’un economista del MIT. Ha lavorato al FMI. È stato consigliere d’amministrazione alla Federal Reserve americana. Da ultimo, Rogoff è membro del “Gruppo dei Trenta”, un’associazione d’economisti e accademici fondata dalla Fondazione Rockefeller e dove troviamo pure l’italiano Mario Draghi. E ho detto tutto.
La pubblicazione quindi è un vero e proprio auspicio d’un soggetto che conta.
La cosa mi preoccupa.
A leggere alcuni passaggi riportati da “Che-Fare” c’è un lato nobile nella proposta. «l’eliminazione della cartamoneta – secondo l’autore – potrebbe contribuire sensibilmente a scoraggiare l’evasione fiscale e il crimine».
L’enorme quota di soldi in circolazione
Rogoff parte dal seguente assunto: «a fine 2015 il circolante statunitense detenuto al di fuori del sistema bancario ammontava a 1340 miliardi di dollari, ovvero a 4200 dollari per ogni uomo, donna e bambino negli Stati Uniti. Gli ordini di grandezza per gli altri paesi avanzati sono generalmente simili».
Inoltre – aggiunge il ricercatore – «L’aspetto incredibile è che questo enorme cumulo di denaro è costituito per la maggior parte da banconote di grosso taglio, quelle che le persone comuni di solito non tengono in tasca o nel portafoglio, come i biglietti da 100 dollari, da 500 euro o da 1000 franchi svizzeri. Quasi l’80 per cento del circolante statunitense è formato da banconote da 100 dollari».
Da qui la convinzione, certamente non campata in aria, che questo danaro sia in mano alla criminalità o, comunque, a imprenditori che l’usano per fini illeciti svariati.
Vogliono imporre un tasso negativo sui tuoi soldi!
L’ambizione di Rogoff è, però, un’altra.
«La moneta cartacea è diventata un grave ostacolo al corretto funzionamento del sistema finanziario globale», secondo l’economista.
«La moneta cartacea può essere vista come un’obbligazione a tasso zero, o, per la precisione, come un’obbligazione al portatore anonima e infruttifera. Finché esiste la possibilità di detenere denaro contante, nessuno sarà disposto ad accettare un interesse nettamente più basso su qualsiasi tipo di obbligazione», spiega Rogoff.
Nella propria recensione “Libero” aggiunge: «i governi oberati dal debito sono sempre più affamati di introiti». Il quotidiano poi rimarca come Rogoff esalti «una politica di tassi negativi senza limiti»!
Ecco svelato il piano. Togliere il denaro contante. Obbligarti, di conseguenza, a possedere dei semplici crediti registrati in un conto corrente bancario. Imporre dei tassi nettamente negativi. Ovvero espropriarti dei tuoi soldi, del frutto del tuo lavoro.
La Costituzione tutela il risparmio ma Draghi lo sa?
Peccato che, in Italia, sia incostituzionale: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme», recita l’art. 47 della nostra Costituzione. Ma oramai la “Carta” vale ancora? I “nominati” dai Partiti che governano la rispettano?
«È fondamentale – conclude l’esponente del “Gruppo dei Trenta” – che qualsiasi percorso verso l’eliminazione della moneta cartacea inizi con i biglietti di grosso taglio».
P.S. «La Bce ha deciso di sospendere la produzione della banconota da 500 euro, la cui emissione verrà interrotta «intorno a fine 2018». Lo ha deciso la Banca centrale europea». La notizia è riportata dal Corriere della Sera del 4 maggio 2016.
La BCE è diretta da Mario Draghi, collega di Rogoff nel “Gruppo dei Trenta”. Il percorso è stato avviato.