I DEBOLI ALZAN BANDIERA BIANCA

La resa di Piero Savona – ha annunciato d'aver rinunciato a candidarsi a Sindaco di Trapani – porta a farsi una domanda. Ma Piero aveva una Strategia, un Progetto o entrambi? O, ancora, quanto conta Trapani, nello “scacchiere” geo-politico della Provincia?

 

 

E' ovvio che Savona aveva una Strategia elettorale: le famose “due punte”. Asseriva, a torto o a ragione, che l'unica strada del centrosinistra (minoritario in città) per battere il centro-destra (l'uscente avv. Fazio) era quella di presentarsi diviso, cosicché da “istigare” anche il centrodestra a mostrare le proprie contraddizioni interne (MPA-UDC contro Forza Italia) e poter ambire al ballottaggio. Una Strategia politica condivisibile, ma per certi aspetti allucinante. Da qui il no alle Primarie.

Che avesse pure un Progetto, non si sa. Non è mai pervenuto, se si è esclude un limitato intervento durante un'assemblea margheritina di qualche anno fa, un Programma politico-amministrativo dell'oramai ex-candidato Sindaco.

C'è da dire che l'asserzione mi “spendo” (alias mi candido) solo “per vincere” e non per partecipare, spesso usata da Savona, non ci trova pienamente d'accordo. Noi crediamo che chi abbia un Progetto, o pensi d'averlo, lo debba esternare, lo debba perseguire, lo debba proporre alla gente, agli elettori ed accettarne il responso.

Di Piero Savona, quindi, non piace che sconfitto sulla Strategia (i DS non avevano schierato l'auspicata “seconda punta”) abbia rinunciato al Progetto, se c'era.

Se voleva dare un contributo allo sviluppo del territorio perché ha dato forfait? Poteva “accontentarsi” di presentare un suo credibile Progetto e … chiedere nel consenso degli elettori … , poteva “accontentarsi” di presentare l'impegno coerente ed il lavoro di 14 anni di consigliere comunale e … accettare il giudizio dei cittadini …, poteva ambire a “crescere” e diventare ancor di più di un candidato-sindaco, il fulcro per “costruire” un nuovo centrosinistra, più lontano dalle segreterie alcamesi dei deputati regionali e nazionali e più vicino ai trapanesi.

Non ha fatto nulla di tutto questo, ha alzato bandiera bianca, ha deposto le “armi”. Ha, aggiunto, solo una promessa-minaccia del tipo “dopo le elezioni faremo i conti” (« subito dopo [le elezioni, ndr] ci sarà modo e necessità di aprire un dibattito » … sui fatti che hanno determinato la sua decisione). Savona tenuto ad aggiungere, che « Rimango, come sempre, a disposizione del mio Partito per contribuire alla sua affermazione ». Una precisazione che fa il paio con l'altra contenuta nel comunicato da lui redatto: « [il] nostro Partito [è] impegnato a tenere conto della realtà di tutti i comuni ove si terranno le elezioni: non voglio che si creino problemi altrove » e che attesta, come la propria volontà-disponibilità a candidarsi si sia scontrata con « alcune determinanti avversioni che ancora oggi persistono e che, purtroppo, hanno anche condizionato la posizione del nostro Partito ».

E' di tutta evidenza che si riferisce ai DS che avevano deciso la strada delle candidature “condivise” (da qui la proposta del metodo delle “Primarie” … ma solo come scelta residuale, cioè solo dove non « c'è un sindaco uscente dell'Unione » o dove « c'è unità su un solo candidato ed una sostanziale convergenza sul suo nome » ).

Savona, insomma, è stato “stritolato” tra la scelta della Margherita di “difendere” la ricandidatura di Scala ad Alcamo e quella dei DS di non fare (in sostanza) “Primarie” ma di trovare candidature “condivise” (alias spartizione delle candidature).

La “bocciatura” di Savona, è evidente che nasce, quindi, anche dallo scarso “peso” di Trapani nello scacchiere geo-politico della Provincia: dove la Margherita è presente ad Alcamo (Papania), Salemi (Gucciardi) e Partanna (Culicchia) conta, dove non è presente no.

Savona aveva davanti la strada … alla Tranchida … , in solitaria, ha creduto di non avere la forza di percorrerla, ha creduto più opportuno rimettersi ai giochi alcamesi del Partito, almeno per ora.

Conclude Savona « le indecisioni e le polemiche protrattesi fino all'ultima settimana antecedente la data delle candidature, non hanno messo prestigiosi personaggi quali l'on. Grillo e l'architetto Corte, nelle condizioni di operare al meglio e di preparare liste competitive per come sarebbe stato nelle loro possibilità ». Perfetto! Ma, ora, con la sua “resa”, quanto tempo ci vorrà a cercare, trovare e costruire una candidatura? Forse ritirandosi non ha fatto il gioco del centrosinistra, di quello che voleva rappresentare … e neanche ha reso onore agli amici, « amici che hanno lavorato e sostenuto il progetto » della sua candidatura, forse ha dimostrato loro di non essere all'altezza d'essere un condottiero.

Piero, se ci sei, batti un colpo.

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