Il Caso Toscano: A volte fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

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E’ di poche ore fa la notizia che anche Daniela Toscano Pecorella, la sindaca di Erice, è indagata.

Nel suo caso, l’ipotesi di reato sarebbe – per come dichiara l’interessata – quella di “abuso d’ufficio”. A seguire di una manciata di minuti, il giornale online TP24.it ha pubblicato un articolo (“Ecco perché è indagata la Sindaca di Erice, Toscano: è proprio la vicenda dei parcheggi”) che alzerebbe il velo sulla vicenda.

Vi si legge di attività presumibilmente svolte dalla Toscano Pecorella per favorire interessi privati, anche per un suo familiare: «Il capo della Giunta ericina, secondo l’accusa, si sarebbe adoperata per favorire la richiesta di [una] concessione», riporta TP24.it giornale che, presumibilmente, ha avuto accesso agli atti.

Non si tratta di un “fulmine a ciel sereno”, infatti, sempre TP24.it, lo scorso 9 febbraio aveva pubblicato “Il caso parcheggi agita la maggioranza”  raccontando «un altro pezzo del “sistema” Erice».

Sistema che, l’1 febbraio, aveva condotto all’arresto del vice sindaco Angelo Catalano con l’accusa di “corruzione e abuso d’ufficio” (in merito, lo stesso ha “patteggiato” una pena di 1 anno e 11 mesi di reclusione).

Un «maldestro tentativo politico di attaccare me e la mia famiglia al fine di screditare il nostro impegno politico» – aveva replicato alle accuse l’avvocato Massimo Toscano Pecorella  – consigliere comunale di Trapani, nonché fratello della sindaca di Erice.

A ben leggere, sempre ieri – giornata memorabile per i fratelli TOSCANO PECORELLA – ancora online TP24.it, ha informato che anche il consigliere comunale di Trapani, Massimo Toscano Pecorella, risulterebbe indagato per la medesima vicenda della sorella, la Sindaca Daniela.

Non posso e non voglio commentare vicende delle quali non ho letto i relativi incartamenti. Peraltro – va precisato – un “avviso di garanzia“, l’etichetta di “indagato“, suonano tutt’altro che come “imputato” o “condannato“.

Tuttavia questo genere di vicende politico-giudiziarie mi inducono a riflettere su due aspetti:

  • Il primo discende dal “conflitto di interessi”. La democrazia funziona quando esiste il giusto bilanciamento dei poteri, dove anche la legalità è garantita – di norma – attraverso i controlli tra poteri distinti ed indipendenti. Invece, ci troviamo spesso con politici, altre volte con sindacalisti, talvolta con giornalisti, che indisturbati operano in palesi conflitti di interessi. Purtroppo ! Approfondisco quest’asspetto in “Trapani: Politica, sindacato, stampa e il conflitto di interessi“;
  • Il secondo riguarda la “confusione” dei ruoli. In questo caso non mi riferisco ai “ruoli” che si confondono quando si è in conflitto d’interessi, ma proprio all’usurpazione di attività e di competenze che, quasi fosse una moda per pochi eletti, quali sono taluni sindaci e relativi assessori, che gli stessi attuano in danno dei “burocrati”, i soli che ope legis, sono abilitati alle attività gestionali.

Al termine “burocrate”, però troppo spesso, viene affibiato una profilo negativo, tant’è che spesso “il politico di turno” si duole di avere “le mani legate” dal “burocrate”.

In verità, i burocrati, i funzionari o i dirigenti dell’Ente, del Comune nel caso in parola, svolgono il ruolo assegnato dalla Legge, di tipo tecnico-amministrativo, ma sempre esecutivo gestionale, mentre la Giunta Municipale emana provvedimenti di indirizzo.  In concreto, i dipendenti comunali non rispondono – anzi, non devono rispondere – al Sindaco, come comunemente creduto o fatto credere artatamente dai professionisti della politica. Debbono rispondere solo al Capoufficio. Non ha titolo legittimo il sindaco che suole sgridare o impartire (abusivamente) ordini al funzionario, che intimidito esegue! Tuttavia è accaduto, purtroppo!

Conflitti d’interesse e confusioni di ruoli sono, spesso, come sembrerebbe per Erice (leggi, su TP24.it, il caso giudiziario “Angelo Catalano”), l’origine di tanti reati penalmente rilevanti. Parimente di fatti e misfatti di natura amicale e clientelare, inclusi gli sperperi di denaro pubblico.

Ecco perchè non fidarsi delle persone, ma fidarsi del sistema di bilanciamento dei poteri e dei ruoli, è meglio.

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