Il Comune? Un Ente di Beneficienza. Restano i 30.000 euro all’ITA
Trapani, 28 aprile 2015 – Il Comune di Trapani, quindi, resta nel Consorzio ITA. L’Amministrazione comunale, legge alla mano, aveva proposto la dismissione dalla partecipazione. Il Consiglio, però, s’è spaccato trasversalmente e ha votato contro. Niente dismissione, la quota, che oggi costa 30.000 euro annui di versamento ma che potrebbe aumentare, resta a carico della Città.
Interessante, per cogliere la professionalità con la quale i consiglieri affrontano materie delicate, tanto dal punto di vista giuridico quanto di tutela dell’equilibrio del bilancio del Comune di Trapani, è la seduta dello scorso 9 aprile del Consiglio.
Si discute delle Partecipate comunali. C’è una legge, la 244 del 2007, che impone, che “si effettui una ricognizione di tutti gli organismi partecipati a vario titolo”. In tale ambito l’Amministrazione comunale propone “la dismissione della partecipazione della ITA, Consorzio per l’Istituto delle Tecnologie Avanzate”.
Prende la parola, sull’argomento, il consigliere Ninni Passalacqua (PD) e boccia l’eventuale fuoruscita del Comune dall’ITA: “Ogni anno – sostiene il professore di francese – si presenta questa dismissione, ogni anno questo Consiglio vota contro. Perché, di cosa si tratta? E’ un Istituto di Tecnologia Avanzata, è un gioiellino a pochi passi dalla città di Trapani. Quanto è che diamo a questi? Si tratta 30.000 euro annui. Ci troviamo davanti uno dei pochi anzi rarissimi casi, che in questa Provincia si fa eccellenza. Fanno ricerche sulle nanotecnologie, fanno ricerca per quanto riguarda il cancro agli occhi e altre. Voglio dire, la ricerca fatta a Trapani viene apprezzata in quasi tutto il mondo, e noi, invece di valorizzare questa nostra risorsa gli togliamo quei quattro soldi”.
Passalacqua “dimentica” di dire che l’ITA si occupa ANCHE, per conto della “Agency for Defence & Development South Korea“, di un “sistema ibrido con celle a combustibile per utilizzo su Velivoli senza pilota” (i famigerati “droni”), nonchè di ulteriori studi per conto della “Alenia Aermacchi”, gruppo Finmeccanica, che produce avanzati mezzi aero militari.
Domenico Ferrante (PSI) mostra di non condividere la valutazione del collega consigliere: “C’è la corsa Monte Erice, che noi non siamo nelle condizioni nemmeno di dare mille euro; … per quanto eccellenza possa essere l’ITA, noi abbiamo situazioni di povertà … tutto quello che è la situazione generale del Comune che conosciamo tutti …”.
Il Dirigente Gioacchino Petrusa da man forte al consigliere Ferrante: “Ma oggi fra l’altro c’è un’ulteriore legge, la 190 del 2014, che addirittura impone una ulteriore razionalizzazione. Renzi, fra l’altro, ha fatto delle dichiarazioni dove dice che le partecipate vanno ridotte”.
Petrusa poi avverte: “Poi il Consiglio è sovrano, ovviamente si assume tutta la responsabilità”, anche per danni al Comune stesso!
Il Segretario Generale del Comune, Raimondo Liotta, intervenendo in Aula, precisa: “questo non è un Organismo diretto dal Comune, non realizza interessi generali del Comune, … presumibilmente i costi [oggi 30.000 euro annui, NdR] no andranno a decrementare, ma andranno ad aumentare …”; quindi, che teniamo a fare questa Partecipazione, questo costo?
La dichiarazione del dirigente Gioacchino Petrusa è caustica, e chiude ogni spazio a dubbi: “Il Consorzio, per quanto possa validamente contribuire all’innovazione tecnologica … non svolge attività classificabili fra i servizi pubblici di interesse generale. Né fra i servizi strumentali del Comune. Non è pertanto ravvisabile un rapporto funzionale fra le finalità istituzionali dell’Ente e la detenzione della partecipazione al Consorzio”.
Passalacqua mostra di non apprezzare … Petrusa prova ad essere ancora più chiaro: “Non è la dismissione dell’ITA in funzione del risparmio, ma proprio perché non si occupa di finalità istituzionali”!
Il consigliere del Partito Democratico trova però sponda ed alleanza all’estrema destra, nella persona del dottor Giovanni Vassallo (“I Responsabili”, già Forza Italia): “Noi dobbiamo stoppare la ricerca per 30.000 euro? E’ un assurdo. Non dobbiamo cercare di recedere e di non dare i soldi, il progresso non si può fermare”!
Ninni Barbera entra a gamba tesa nel dibattito, si fa grillino e segnala: “è importante sapere quanto è lo stipendio del presidente dell’ITA perché se se è quello che ricordo io, intorno ai 10-15.000 euro, embeh, io dico, lì di scientifico c’è poco, c’è l’indennità di un signore [una signora, la Dott. Giulia Lanzara, NdR] … ma se non ricordo male è intorno ai 20.000 euro”.
“L’importo che il Comune di Trapani va a dare alla tecnologia è irrisorio, 30.000 euro, parliamo di 30.000 euro”. Il consigliere Giuseppe Guaiana (Forza Italia), si iscrive al Partito trasversale dei difensori dell’ITA.
Si va alla conta: 8 consiglieri votano contro la dismissione (Abbruscato e Passalacqua del PD, Cafarelli e Andrea Vassallo del PSI, Guaiana, FI, Sveglia e Cavarretta di Articolo 4 e Nino Bianco del Gruppo Misto), 5 sono a favore (Peppe Bianco, Briale, Giarratano, Salone e Mannina), 1 si astiene (Ninni Barbera che pure si era espresso contro in sede di dibattito).
Altri, gettata la pietra, preferiscono non votare e non prendersi le “responsabilità” annunciate dal dirigente Petrusa (è il caso del consigliere “responsabile” Giovanni Vassallo, ma anche del socialista Ferrante che escono dall’Aula e non votano). Il contributo per l’ITA resta.
Giovanni Vassallo, subito dopo il voto (e la responsabilità degli altri), rientra in Aula e gaudente annuncia: “Abbiamo capito che l’ITA è un istituto importantissimo. L’ITA è stato preso di mira perché non ha sponsor politici …”.
Sicuramente è come dice Vassallo: infatti abbiamo un Giacomo D’Alì Staiti, vice presidente; un prof. Silvio Mazzarese, consigliere; un prof. A. Mazzara, revisore dei conti … tutta gente sconosciuta alla politica!