Il libro su Ciaccio Montalto lo diffama: poliziotto querela scrittore

Trapani, lì 24 gennaio 2015 – Una notizia che rattrista. Salvatore Mugno, giornalista e, soprattutto, scrittore trapanese, è stato rinviato a giudizio dal magistrato Antonio Cavasino a seguito di una querela presentata da un poliziotto, Giorgio Collura. L’uomo si sarebbe sentito diffamato da un passo di un libro pubblicato da Mugno. Offesa che lo avrebbe indotto, oltre che a chiedere la condanna penale dello scrittore, a richiedere un risarcimento per i danni morali subiti.

ciaccio montalto

ciaccio montalto

Una Toga amara. Gian Giacomo Ciaccio Montalto. La tenacia e la solitudine di un giudice scomodo”. Questo il titolo dell’opera di Salvatore Mugno, e pubblicata nel 2013 da “Di Girolamo Editore”, che è al centro del contenzioso.

La coincidenza. La notizia del rinvio a giudizio, da parte del Tribunale di Trapani, giunge sulla stampa proprio alla vigilia dell’anniversario, era il 25 gennaio del 1983, dell’omicidio, a Valderice del giudice Ciaccio Montalto. Per l’omicidio, nel 1998, furono condannati i mafiosi Totò Riina e Mariano Agate ma non furono identificati né l’esecutore materiale né il mandante.

LA VICENDA DELLA QUERELA DI COLLURA A MUGNO

Il poliziotto, querelante, Giorgio Collura, prima dirigente della squadra mobile di Trapani «conobbe una ingiusta detenzione, dovette lasciare incarico e carriera, conclusa, dopo la giusta riabilitazione, senza però tante scuse, da dirigente della Polizia Stradale», spiega, il 23 marzo 2012, Rino Giacalone su Malitalia.

L'italiettano

L’italiettano

Nel libro, in particolare, Mugno ricorda che Giorgio Collura fu arrestato il 2 novembre del 1984: «Nel mandato di cattura firmato dal giudice istruttore di Caltanissetta Claudio Lo Curto si parla di favoreggiamento aggravato e continuato nei confronti delle cosche mafiose del Trapanese». Lo scrittore, secondo l’avv. Bartolomeo Bellet che assiste il poliziotto, però, avrebbe “dimenticato” di riportare l’esito favorevole della vicenda giudiziaria del Collura.

La cosa stranizza perchè in un’altro libro di Mugno, “L’Italiettano” dedicato alla storia di Peppe Cizio, il trapanese che “dirottò”, nel 1994, l’aereo del volo Palermo-Roma, sempre Mugno – a pag. 48 – riporta, sempre a proposito di Giorgio Collura, “… il dottor Collura (all’epoca dirigente della Squadra Mobile della Questura di Trapani, le imputazioni a carico del quale nel corso dell’istruzione si ridurranno quasi a fatti di ordinaria disamministrazione“. Nello stesso libro Mugno sostanzialmente definisce Collura vittima di un collega che lo fa trasferire prima alla Questura di Agrigento e poi al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Porto Empedocle.

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L’ARMA DELLA QUERELA, UNA “RIPARAZIONE” AMARA

lo scrittore Salvatore Mugno

lo scrittore Salvatore Mugno

Purtroppo non abbiamo scienza del testo del libro, e promettiamo di colmare la lacuna, e quindi non conosciamo il  contesto nel quale Salvatore Mugno avrebbe citato il fatto e il se e come non avrebbe citato l’assoluzione del Collura. Ma conosciamo la puntigliosità documentativa dello scrittore Mugno e la sua attenzione a scansare ogni rischio di querela.

In attesa di attendere l’esito della nuova vicenda giudiziaria che “scuote” il mondo dell’informazione trapaneseil procedimento inizierà il prossimo 4 giugno davanti il Giudice Monocratico di Trapani e i il prof. Salvatore Mugno sarà lì assistito dall’avv. Sergio Sciutorestiamo sempre più basiti per questo sistema, a volte questo abuso, di “correggere” eventuali errori involontari di documentazione di un giornalista con il mezzo della querela, della richiesta di risarcimenti economici, piuttosto con quella della “rettifica”/”integrazione” che, volendo, anche per un libro, in qualche maniera, è sempre possibile.

Una Toga amara

Una Toga amara

Così, sul libro, Salvatore Mugno racconta la fine di Ciaccio Montalto: «La constatazione di essere rimasto solo, lavorando in una procura che non gli mostrava solidarietà, e avendo a che fare con colleghi quanto meno abulici, lo convinse a chiedere ed ottenere il trasferimento in Toscana (“me ne vado da questa città senza rimpianti, non lascio un solo amico”). Non fece in tempo e il 25 gennaio del 1983, davanti alla sua casa di Valderice, la mafia fece il suo sporco lavoro».

Pensiamo – è una nostra opinione – che Collura, quel libro su Montalto, non avrebbe dovuto macchiarlo con una querela.

Qui è possibile vedere una breve presentazione del libro “Una Toga Amara”, dalla viva voce dello scrittore Salvatore Mugno:

 

 

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