IL PIANO PARCHEGGI NON CONVINCE
TRAPANI – Se mai entrerà in vigore, potrebbe essere una vera rivoluzione – in positivo -, per la nostra città. Stiamo parlando del Piano parcheggi che la Giunta municipale di Trapani ha approvato lo scorso 5 novembre (Delibera n. 294). Eppure qualcosa ci fa dubitare che il nostro “sogno”, quello di “vedere” una Trapani più vivibile possa realizzarsi. E non siamo scettici solo a causa della debolezza della nostra classe politica e della forza – al contrario – della lobby dei commercianti e dei sindacalisti, ma anche perché ci pare che il Progetto dell’Amministrazione abbia delle manchevolezze grossolane.
La situazione, oggi, a Trapani, presenta «effetti seriamente negativi sulle condizioni del deflusso veicolare, sulla qualità dell’ambiente e sui livelli di servizio dei parcheggi pubblici su strada» e il Gruppo di lavoro dell’Università di Palermo (formato dal prof. ing. Salvatore Amoroso, responsabile scientifico, dal prog. ing. Marco Migliore, dal Dott. Mario Catalano, e dall’ing. Fabio Galatioto) ha individuato la soluzione attuando un piano “a tappeto” di regolamentazione a tariffa della sosta che coinvolge, in sostanza, l’intero centro storico e l’asse di via G.B. Fardella.
Chi ci conosce e che, comunque, ci segue tramite le nostre pubblicazioni, non può non credere alla nostra viva soddisfazione nell’apprendere del Progetto, tuttavia, questa nostra attenzione si conduce a chiedere delle delucidazioni o delle integrazioni all’Amministrazione, onde evitare che – quando poi è troppo tardi – il Progetto del “Piano Parcheggi a pagamento” s’insabbi.
I “bug” del Progetto del Comune di Trapani emergono sia durante l’esame della relazione elaborata dal Dipartimento di ingegneria dei trasporti dell’università di Palermo che dell’art. 7 del Codice della Strada.
Andiamo per ordine.
E’ vero che l’art. 7, comma 1, lettera h del Codice della Strada prevede che «stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta, anche senza custodia del veicolo, fissando le relative condizioni e tariffe».
Ma anche vero che i successivi commi dello stesso articolo prevedono alcune “limitazioni” al potere del sindaco di cui, ci sembra, l’Amministrazione non ha tenuto conto.
Ad esempio il comma 6 dell’art. 7 del Codice della Strada prescrive che «Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico». Ebbene ciò avviene, ad esempio in via P.S. Mattarella e, in parte in via Marsala. Non certo in via G.B. Fardella dove l’Amministrazione, pur impegnata nel “cambiare le mattonelle” dei marciapiedi al costo di circa 1.982.914,00, di cui un milione di euro con fondi comunali (vedi comunicato stampa del 14 ottobre 2005 ), non ha pensato di “sagomare” gli stessi marciapiedi, in maniera tale da inserire la sosta fuori dalla carreggiata. Inoltre la sosta a “spina di pesce”, se da un lato consente di “accogliere” un maggior numero di mezzi, dall’altro riduce lo spazio della carreggiata destinato alla circolazione.
Non ci convince neanche il rispetto del comma 8 dell’art. 7 Codice della Strada per la parte che prevede che «su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». La via G.B. Fardella tuttavia – secondo il Progetto dell’Università di Palermo approvato dalla Giunta – non prevederebbe aree per la sosta “libera”. Da qui quel che sembrerebbe una palese violazione di Legge. E’ vero che «Tale obbligo non sussiste per le zone definite a norma dell’art. 3 "area pedonale" e "zona a traffico limitato", nonché per quelle definite "A" dall‘art. 2 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444 (le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale, NdR)», ma non ci risulta che la via G.B. Fardella possa essere inserita tra queste ovvero, per come previsto dalla richiamata Legge sia stato emesso un qualche atto amministrativo che individui e delimiti le aree ove «sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico».
Infine, vorremmo delle “garanzie” (gli “sforzi pindarici” che annualmente la Giunta fa per applicare già l’art. 208 del Codice della Strada , non ci ispirano, in proposito, fiducia) affinché – per come prevede il comma 7 – «I proventi dei parcheggi a pagamento, in quanto spettanti agli enti proprietari della strada, sono destinati alla installazione, costruzione e gestione di parcheggi in superficie, sopraelevati o sotterranei, e al loro miglioramento e le somme eventualmente eccedenti ad interventi per migliorare la mobilità urbana».
Insomma noi temiamo che con tale provvedimento (la sosta a pagamento) l’Amministrazione voglia solo “fare cassa” e creare le condizioni affinché un po’ di persone – già individuate ( vedi comunicato stampa del 9 marzo 2007 ove si parla «di soggetti selezionati e risultati idonei a seguito della frequenza del corso formativo che sarà svolto dal Comune») – possano trovare una qualche occasione di lavoro.
Ma proseguiamo nell’individuazione di quel che non ci convince nel Progetto dei “posteggi a pagamento”.
Si legge nella relazione dell’Università «Infine [sono stati] individuate delle aree da destinare a parcheggi d’interscambio con il trasporto collettivo, al fine di rispondere alla domanda di stalli gratuiti dei visitatori e soprattutto dei pendolari. All’uopo sono state scelte l’area, ancora da bonificare ed attrezzare, a ridosso della ferrovia, in corrispondenza della parte centrale della via Fardella, a cui già il PRG attribuisce la funzione di parcheggio, e piazzale Ilio; nel primo caso, si ritiene di poter ricavare circa 600 posti auto, nel secondo circa mille».
Perfetto, ma nelle more che il parcheggio-scambiatore a ridosso della ferrovia (via Matera) da 1.000 posti sia finanziato, progettato e realizzato, come pensa, l’Amministrazione, di «rispondere alla domanda di stalli gratuiti» tali da rispondere alle esigenze dei «pendolari» e del comma 8 – art. 7 del Codice della Strada?
Ancora la relazione dei tecnici sostiene che l’Amministrazione deve prevedere «la predisposizione di alternative efficaci in termini di trasporto collettivo e infrastrutture collegate (parcheggi di interscambio), in modo da rendere effettivamente credibile l’incentivo a ridurre il ricorso alla mobilità».
Questo passa, tra l’altro, attraverso un “nuovo” Piano del Trasporto Pubblico ovvero del potenziamento dell’offerta dell’A.T.M. Spa (ex-SAU) che passi, secondo noi, attraverso una maggiore frequenza e puntualità delle corse (e per far ciò occorre un controllo del territorio da parte dei Vigili che impedisca la sosta in doppia in fila), velocità di trasporto (oggi la media è dichiarata in 13 Km/h e superabile con le “corsie riservate” nei trati più congestionati), e offerta di tariffazioni-orarie (aumento validità del biglietto orario) e forme d’abbonamento più favorevoli.
Insomma, con l’approvazione della delibera n. 294 l’Amministrazione comunale non ha fatto che solo il primo passo nel senso della qualificazione della circolazione e della sosta urbana. E gli altri quando li fa?