Io, blogger, condannato a 2 mesi di reclusione dal Tribunale di Trapani
Il dispositivo emesso, questo pomeriggio alle 15, dal giudice Francesco Maria Giarrusso è succinto: Natale Salvo è condannato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione – pena sospesa – ed al pagamento delle spese di costituzione della parte civile, ovvero la parcella dell’avv. Giuseppe Marabete, determinate in 1.700 euro più IVA.
Per l’eventuale risarcimento del danno a favore della «parte offesa» Filippo Messina, invece, il magistrato ha rinviato alla decisione di un eventuale istaurando nuovo procedimento civile. L’avvocato Giuseppe Marabete aveva chiesto, per il proprio assistito Filippo Messina, 50.000 euro di risarcimento danni ed una provvisionale di almeno 10.000 euro. Richiesta respinta.
Si conclude così, come previsto, il primo passo del procedimento penale che, da oltre 6 anni, mi vedeva opposto a Filippo Messina, già webmaster del Comune di Erice su nomina «fiduciaria» da parte del sindaco Giacomo Tranchida (Partito Democratico). A suo parere lo avrei offeso, diffamato anzi, nel lontano luglio 2010, scrivendo di come il sindaco di Erice avesse assegnato al Messina quell’incarico e di alcuni fatti che riguardavano le modalità di realizzazione del sito web [ne parlo qua].
Il giudice Francesco Maria Giarrusso, quest’oggi, ha deciso di sposare la tesi dell’accusa.
La «sorpresa» della sentenza si limita alla concessione, da parte del giudice, delle «attenuanti generiche» e la contrazione della pena della reclusione dai 7 mesi richiesti dal Pubblico Ministero [ne parlo qua] dell’udienza precedente ai poco più dei 2 mesi assegnati.
E’ proprio di ieri la conferenza a Palazzo Madama dell’osservatorio per l’informazione in Italia che denuncia come 6.000 giornalisti o blogger vengono querelati ogni anno evidentemente per metterli a tacere (“Taci o Ti querelo” è il titolo del dossier presentato) e obbligare ad un’informazione “soft” sulla politica.
Entro novanta giorni il giudice depositerà le motivazioni e quindi oggi c’è poco da commentare cosa è successo nell’Aula di Giustizia trapanese. Solo allora si potrà predisporre l’atto di appello alla Corte di Palermo che dovrà rivalutare l’intera questione.
In tribunale due valutazioni opposte dello stesso articolo?
C’è da sottolineare, infatti, che per lo stesso articolo «incriminato» il Tribunale di Trapani, sezione Civile, ha rigettato – lo scorso 7 gennaio 2016 – la richiesta di risarcimento da 200.000 euro del Comune di Erice asserendo che l’articolo non aveva nulla di penalmente rilevante.
Di primo acchito sembrerebbe che le due sentenze, quella del giudice civile Adele Pipitone [vedi qua di cosa si tratta], e quella di oggi, emessa dal giudice penale Francesco Maria Giarrusso, cozzino nella lettura, nella interpretazione e nella valutazione del testo da me scritto. Chi avrà ragione fra i due?
Qua, per i curiosi, è scaricabile qui [sentenza 27/2016] la sentenza del giudice Adele Pipitone.
Lasciano interdette, però, le dichiarazioni rese in Aula di Giustizia dalla “parte offesa” Filippo Messina [che riporto qua] e che non comprendo come non possano essere state valutate dal giudice di primo grado.