ITINERARIO 2
Da via Torre Arsa a Piazza Vittorio Emanuele.
Questo secondo itinerario comprende i rioni di San Pietro e di San Nicola. Il primo rappresenta il nucleo più antico della città risalente al 1260 a.c. circa, quando gli Elimi, abitanti di Erice fecero sorgere nel sito un piccolo villaggio che fungeva da collegamento tra Erice e il mare.
Il nostro giro parte da Piazza Scarlatti con l’edificio della Banca d’Italia che prese il posto del teatro Garibaldi parzialmente distrutto durante la II guerra Mondiale.
I monumenti di particolare interesse di questo quartiere sono la biblioteca detta Fardelliana e la chiesa di S. Maria di Gesù.
La Biblioteca ha sede nell’ex chiesa di S. Giacomo e negli ambienti che appartenevano alla confraternita dei Bianchi. L’edificio, costruito nel XVI secolo, venne interamente restaurato nel 1778 e divenuto di proprietà comunale nel 1830. Il nome di fardelliana è in omaggio al promotore Giovan Battista Fardella di Torre Arsa.
La chiesa di S. Maria di Gesù sorse nel XVI secolo ad opera dei frati francescani Osservanti, che provvidero a costruire lateralmente il loro convento. La pianta della chiesa è simila a quella del duomo di Monreale e conserva il capolavoro di Andrea della Robbia raffigurante una Madonna con Bambino, sormontata da una tribuna marmorea di Antonello Gagini.
Proseguendo per il Corso Italia si arriva alla chiesa che da il nome al quartiere: San Pietro. La tradizione vuole che essa sorga nel punto dove l’apostolo ebbe a predicare. Il tempio grande è stato riedificato dal conte Ruggero nel 1076 e venne ingrandito nel 1695 e completato nel 1753. Al suo interno si conservano pregevoli pitture di Andrea Carreca e Rosario Matera; sculture di Giuseppe Milanti, di Mario Ciotta e del Gagini.
Nella cantoria è collocato l’artistico grande organo che il palermitano Francesco La Grassa rinnovò nel 1780.
Dal Corso Italia, tagliando per le strette viuzze del centro, si arriva a Piazza San Francesco di Paola, ove c’è l’antico palazzo della famiglia Nobili, oggi in pessimo stato di conservazione ma sul cui prospetto si può ammirare qualche traccia di architettura trecentesca.
Sulla piazza principale si trova la chiesa dedicata al santo che conserva la statua realizzata da Giacomo Tartaglia. Ad essa era annessa la Gancia, ora sede degli uffici comunali.
Tra la via Mercè e il corso Italia si estende la Giudecca, il vecchio quartiere Ebraico. La comunità ebraica si insediò in città anteriormente al 1363 e nel 1485, divenuto il nucleo originale assai consistente, costruirono il Palazzo della Giudecca che ancora possiamo ammirare nonostante l’incuria degli uomini e l’usura del tempo.
Dal rione San Pietro (o Casalicchio da Casalis Veteris) passiamo al quartiere di Mezzo o quartiere San Nicola che prende il nome dalla chiesa intitolata al vescovo di Bari, costruita nel 536 da Belisario sotto il titolo dell’Ascensione. Essa fu di rito greco fino al 1558 ed ingrandita nel 1749 secondo un progetto dell’architetto Giovanni Biagio Amico. Al suo interno si conserva una splendida pala marmorea di Antonello Gagini, un bellissimo crocifisso in mezzo ai due ladroni di Andrea Tipa, i quadri di Bernardino La Francesca (S. Dionisio e S. Atanasio), di Rosario Matera e una pittura attribuita all’Urbinate Federico Zuccari (l’Ascensione) importante pittore del periodo manierista italiano.
In zona si possono trovare Palazzo Carosio che incorpora la Torre Vecchia (una delle torri cittadine dello stemma), il Palazzo degli Abate e poi dei Chiaramonti ed ospitò l’imperatore Carlo V nel 1535 (all’angolo del quale è affissa l’effigie marmorea dell’imperatore).
Sempre li vicino, ma sul punto più alto della città sorge il complesso San Domenico che fu costruito sulle rovine di S. Maria la Nuova. Nel XVII secolo la chiesa ha subito radicali cambiamenti tanto che i lavori vennero ultimati nel 1807. questa chiesa fu dichiarata cappella reale tanto che vi trovarono sepoltura i corpi dei sovrani di Navarra di ritorno dalla Crociate, e dell’infante Manfredi figlio di Federico II.
Al suo interno si venera un antichissimo crocifisso che la tradizione vuole essere miracoloso. Essa conserva, altresì, quadri di Andrea Carreca e di Rosario Carreca e, tra le sculture, degna di nota e la statua della Madonna del Rosario.
Dietro la chiesa e addossata al campanile la Cappella dei Crociati con splendidi affreschi trecenteschi mentre poco più in la, la compagnia segreta del SS. Crocifisso costruì nel XVIII secolo il proprio Oratorio.
Da questo punto si diramano le vie sette Dolori, dove sorge il palazzo Nicolò Burgio e la via delle Orfane da dove possiamo vedere il portale della chiesa della trinità e infine la scalinata che porta direttamente in via Garibaldi.
Questa via, parte con l’incrocio con via Torre Arsa e termina a Piazza Vittorio Veneto. La via fu costruita nel 1288 da Giacomo II d’aragona e da subito divene la strada nobile della città, poiché i nobili trapanesi vi fecero sorgere i propri palazzi. Infatti, proprio di fronte alla chiesa della Madonna del Soccorso sorge il palazzo di Francesco Burgio, barone di Xirinda (oggi sede del Banco di Sicilia), di fronte la chiesa del Carminello la casa che fu del Marchese Fardella e quella del barone delle Cuddie i cui resti sono stati trasportati al museo Pepoli e a seguire i palazzi della famiglie Milo, Venza, Riccio e quello di Annibale Fardella. Tra le chiese che invece possiamo trovare lungo questa via vi è quella di Santa Maria del Soccorso, sorta sulle rovine della chiesa greca di santa Sofia (a.d. 536), una fra le più belle ella città per la ricchezza dei marmi policromi che rivestono le pareti e le cappelle. Al suo interno si possono ammirare il pavimento policromo disegnato dal Gambina, la statua marmorea della Madonna del Soccorso del Milanti, il quadro della Madonna del Rosario di Guglielmo Borremans, quello di San Domenico e di Santa Caterina entrambi di Pietro Novelli e il quadro di San Tommaso di Andrea Carreca.
Poco più avanti si trova la chiesa del Carminello, costruita nel XVIII secolo dalla compagnia di S. Maria del Carmelo. Il tetto del cappellone è stato affrescato da Francesco Cutrona e tra tutte le chiese trapanesi è l’unica che possiede un quadro, il trapasso di San Giuseppe, del grande pittore Trapanese Giuseppe Errante. Nella stessa chiesa si venera la statua di San Giuseppe, opera di Antonio Nolfo.
La chiesa di Santa Maria dell’Itria fu costruita nella seconda metà del XVII secolo dai PP. Agostiniani scalzi. Il prospetto esterno fu completato nel 1745 su disegno dell’architetto Pietro Castro. Al suo interno sono custodite alcune opere d’arte come un bel crocifisso di Pietro Orlando e due quadri raffiguranti S. Nicolò Tolentino e Sant’Agostino, il primo è opera di Andrea Carreca e il secondo di Pietro Novelli. Inoltre al suo interno riposa il venerabile Fra Santo di S. Domenico.
Da piazza Vittorio Veneto fino a piazza Vittorio Emanuele si estende il quartiere Castello chiamato così perchè in questa area sorgevano i bastioni di levante, le mura dei fortilizi e il canale navigabile della città.
Oggi in questo stesso quartiere possiamo ammirare Palazzo D’Alì, sede del municipio (sec. XIX), il Palazzo delle Poste di epoca fascista, il Palazzo della Provincia (1878) e i resti dell’ex caserma fardella ultimi resti del castello di terra raso al suolo per far posto alla questura.
Nella piazza intitolata a Vittorio Emanuele II invece possiamo ammirare una statua dedicata al re galantuomo e la fontana monumentale del Tritone del maestro Li Muli.