Kossi: La Libertà del mio popolo è più importante dei soldi
Trapani, 8 febbraio 2015 – Sicuramente, senza nulla togliere agli altri utili interventi, il momento più coinvolgente dell’incontro di ieri, alla Fardelliana, durante la conferenze-dibattito “Da Trapani per i Diritti”, è stato l’intervento di Djika Kossi.
Kossi vive e lavora in Italia da alcuni anni dopo aver ottenuto “asilo politico”.
Il suo paese, il Togo, dall’indipendenza dalla Francia, di cui era stata colonia, ottenuta nel 1960, vive, dopo una brevissima parentesi democratica, dal 1963 sotto una dittatura ereditaria (ad un dittatore che ha imposto il suo regime per trentotto anni è subentrato, nel 2005 il figlio) solo formalmente rivestita di un velo di democrazia per un paio di elezioni svolte nel 1993 e nel 2005 che si sono risolte, sotto violenze e brogli, in plebisciti a favore della conferma del dittatore.
Il tutto col sostanziale benestare della Comunità internazionale, e della Francia in particolare, che sul Paese ha forti interessi commerciali e che quindi non ha interesse a modifiche dello “status quo”.
Djika Kossi, con fierezza, ha rivelato di essere un attivista dell’ U.F.C., l’Unione delle Forze di Cambiamento, uno dei partiti d’opposizione in Togo, e di essersi battuto, nel proprio Paese, sino al definitivo esilio nel 2006, contro la dittatura: «La dittatura militare non va bene, la libertà non c’è, la democrazia non c’è», ha detto.
Ha ricordato di esserci «messo dentro» la politica per capire, per «fare qualcosa», anche se non è possibile lottare con «le mani contro le armi», ma sicuro che «la nostra forza è la bocca».
Kossi ha cercato di propagandare la democrazia fra i giovani (perché «il cambiamento del Paese proviene dai giovani», ha spiegato). Questa, forse, la sua colpa più grave agli occhi del regime militare togolese.
Djika Kossi ha spiegato come «I dittatori sfruttano la gente» e come «chi vive dell’economia del Paese continua ad approfittarne» (Ed il resto? «Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno», ricorda un report).
La situazione dei “Diritti Umani” in Togo è spiegata in un report presente sul sito dell’U.F.C. (in francese). Un Paese dove il 47% dei bambini fra i 5 e 14 anni lavora e l’alfabetizzazione è ferma al 63%, dove il 25% delle donne si sposa prima dei 18 anni d’età.
Kossi ha rilevato che il potere militare abbia provato a comprarlo: dei militari, inviati dal Regime, gli mostrarono un «cartone pieno di soldi», spiegandogli che era un «regalo per te» ed aggiungendo «abbiamo bisogno di gente con la testa come te».
Ma Kossi – ha raccontato ieri sera – rifiutò l’offerta: «La libertà del mio Popolo è molto più importante dei soldi», sostenne. Da allora, però, temendo le vendette del Regime, che già lo aveva più volte arrestato e torturato, fuggì, prima in Benin e poi in Ghana, da dove raggiunse l’Italia, Paese dal quale, tuttavia, continua la propria attività politica.