LA CHIESA NON VUOLE L’INFERNO AD ALCAMO

Francesco Micciche

Francesco Micciche

ALCAMO (TRAPANI) – Sta diventando un caso nazionale la bocciatura, da parte dell’Amministrazione comunale di Alcamo, guidata da Giacomo Scala (PD), a tre giorni dallo svolgimento, del Festival internazionale di musica «metal» denominato «Sikelian Hell». Su Facebook s’è fermato un gruppo pro-manifestazione che già 2.792 iscritti. Il quotidiano Liberazione ha dedicato un pesante articolo. Il deputato regionale Pino Apprendi (PD) ha presentato un’interrogazione. Sullo sfondo un «veto» che sarebbe stato posto dalla Chiesa.

Il festival «Sikelian Hell», che si sarebbe dovuto tenere ad Alcamo (TP) tra il 22 e il 24 luglio, presso lo Stadio Lelio Catella, prevedeva la particpazione di ventisette band italiane britanniche, olandesi e tedesche.

Il sindaco di Alcamo, Giacomo Scala dichiara, all’Ansa, «non c’e’ stata alcuna revoca, perchè non e’ stato mai accordato alcun permesso», ma gli organizzatori – su Facebook – sbugiardano il sindaco di «sinistra» pubblicando la copia del «disciplinare» del Comune di Alcamo – a firma della dott.sa Francesca Chirchillo dirigente del settore competente e il responsabile dell’organizzazione del festival, Manfrdi Pellitteri, che concederebbe l’uso del «Catella» per la manifestazione, nonchè il «Patrocinio» della stesssa.

«Non la pensa così però il vescovo Micciché
riporta Liberazione che sente puzza di zolfo e telefona al sindaco di Alcamo. Così almeno ci dice la dott.ssa Lilli Genco dell’ufficio stampa diocesano. Ma niente accuse di satanismo come scrivono i ragazzi del festival ci assicura. La preoccupazione è per i giovani alcamesi e la cultura dello sballo proposta, i fiumi d’alcol che potrebbero scorrere, nella dichiarazione resa dal vescovo».

«Come vescovo, insieme ai parroci di Alcamo, siamo contenti della decisione presa dall’amministrazione di non concedere il patrocinio dell’iniziativa». Con queste parole si conclude il comunicato del vescovo Francesco Micciché.

Don Vincenzo Santoro, responsabile pastorale giovanile della Alcamo – raggiunto dal redattore di Liberazione – dichiara: «informato da alcuni parrocchiani e catechisti allarmati da quello che stava succedendo. Ho incontrato il sindaco – siamo un piccolo paese e ci si conosce tutti – per dirgli se aveva valutato bene le conseguenze. Non ho chiesto di vietare niente, io non ho potere, sono stato sempre lontano da tutti i partiti politici. Ho solo detto che noi avremmo pregato e digiunato contro lo svolgimento del festival». Un dichiarazione in aperto contrato con quella della «amministrazione comunale aveva cercato di minimizzare le pressioni della Chiesa», riporta il sito dell’UARR.

Vincenzo Caruso, su Facebook, a nome del parroco di Alcamo, Don Carmelo, conferma che non c’è stato alcun «veto» contro la manifestazione, anche se, spiega che «il nome scelto è a noi sgradito. I riferimenti all’inferno andrebbero meglio ponderati» (Hell, il inglese vuol dire Inferno).

Sullo stesso Social Network un giovane, Sebastian, dichiara: «i cattolici si intromettono spesso nelle questioni che non riguardano loro direttamente».

Mentre in rete si lanciano petizioni e si annunciano manifestazioni di protesta ad Alcamo, il manager Manfredi Pellitteri,
comunque, tiene ad assicurare che «Siamo fiduciosi del fatto che alla fine si troverà un accordo che possa andare bene per tutti e che ci permetterà di far partire il festival nei giorni e nel luogo previsti. Vogliamo evitare che questa storia si trasformi in una guerra contro la Chiesa o contro il metal».

FONTI:

* UARR
* LIBERAZIONE
* SICILIA INFORMAZIONE

* IL SITO DEL FESTIVAL "SIKELIAN HELL"

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