La Corte dei Conti bacchetta il Comune: pochi pagano multe e IMU
La Giunta comunale di Trapani, dopo i rilievi dalla Corte dei Conti Siciliana avrebbe individuato una serie di misure di correzione. Tra le misure previste, l’anticipo della bollettazione del servizio idrico, l’esternalizzazione della riscossione della TARI.
In particolare, la Magistratura contabile ha rilevato delle «irregolarità contabili e criticità di bilancio che, ove non vengono corrette, possono generare risultati di amministrazione non veritieri».
Corte dei Conti: i termini per approvare i documenti contabili sono perentori
Solo il 13 novembre 2017, cinque mesi dopo l’insediamento della giunta Tranchida, l’Amministrazione ha approvato il Rendiconto 2016. Il mancato «rispetto dei termini previsti dalla legge per l’approvazione dei rendiconti di gestione», secondo l’articolo 141 del Testo Unico Enti Locali, può comportare il Commissariamento e perfino lo scioglimento del Consiglio comunale.
La Corte, altresì, «rammenta la perentorietà dei termini normativamente fissati per l’approvazione dei documenti contabili» e invita il Comune «al rispetto in futuro dei tempi previsti dalla legge».
Anche quest’anno, tuttavia, il Rendiconto 2018 non è stato predisposto ancora dalla Giunta e approvato dal Consiglio.
Altre criticità rilevate dalla Magistratura contabile si riferiscono all‘Amministrazione Damiano.
La Corte dei Conti: a Trapani manca un’adeguata lotta all’evasione tributaria
L’Amministrazione è accusata di «assenza di una adeguata lotta all’evasione tributaria, la insoddisfacente capacità di riscossione, la presenza di debiti fuori bilancio, la non piena realizzazione della conciliazione dei rapporti finanziari con le società partecipate» (ci si riferisce anche al Luglio Musicale).
«Con riferimento, in particolare, alle sanzioni per violazioni al Codice della Strada – scrive la Corte dei Conti –, si evidenzia che a fronte di 3.019.393,66 di euro di entrate accertate sono state riscossi euro 521.940,02 [nel 2016, NdR] con una percentuale del 17,29% (percentuale ridotta rispetto al triennio precedente, 25,69% nel 2015 e 30,33 nel 2014)».
«Occorre mettere in campo – suggeriscono i Magistrati contabili -, prima di procedere all’iscrizione a ruolo dei tributi o delle sanzioni non spontaneamente pagate, azioni di impulso e sollecito, anche di natura coattiva, in modo da conseguire percentuali di riscossione più elevate».
La Corte dei Conti contesta anche «l’assenza di entrate per recupero evasione relativamente Cosap/Tosap […] e, con riferimento all’IMU/ICI una modesta percentuale di riscossione pari al 17,15%». In proposito, suggerisce che «estesi controlli incrociati mediante incrocio di banche dati o accertamenti ispettivi specifici, in modo far emergere le sacche di elusione ed evasione tributaria ancora presenti».
Corte dei Corti: le bollette del servizio idrico da incassare lo stesso anno
Infine, i Magistrati rilevano nei «flussi e risultati di cassa: […] un disavanzo […] di euro 3.510.841,29 di parte corrente».
In merito il Comune ha spiegato che «il disavanzo di parte corrente di euro 3.510.841,29 è principalmente dovuto alle riscossioni dei servizio idrico, intervenute nell’anno successivo […] in quanto la bollettazione è stata effettuata dopo la lettura dei contatori operata a fine esercizio».
Tale “difesa” ha però sortito l’effetto di ricevere un’intimazione a «rivedere i processi organizzativi della riscossione connessa al servizio idrico, con una anticipazione della lettura dei contatori e della conseguente bollettazione, in modo da assicurare alle casse comunali nel corso del medesimo esercizio l’effettivo incasso di gran parte delle somme dovute dagli utenti».
Gli atti della Corte dei Conti: Deliberazione Corte dei conti Rendiconto 2016 TP – Ordinanza Corte dei Conti Rendiconto 2016 TP