LA MADONNA “DELLA ROBBIA”
Probabilmente è una delle chiese più belle della città e forse anche una delle più sottovalutate, una chiesa del XVI secolo che al suo interno custodisce una delle opere d'arte più importanti che possediamo e che, in tutta probabilità, ignoriamo di avere.
Nella nuova chiesa, intitolata a Santa Maria di Gesù (santamaragesu come dicono molti trapanesi avanti con l'età) grande importanza assunse la cappella della Madonna degli Angeli collocata nella navata di destra ed espressione dell'arte rinascimentale toscana.
Questa pala in ceramica infatti è opera di Andrea della Robbia, esponente di quella famiglia che un posto di tutto rispetto spetta nella storia dell'arte Italiana.
L'opera è realizzata con la tecnica della ceramica invetriata e smaltata, inventata proprio dallo zio Luca e in cui i della Robbia frono maestri.
Con questa sua opera, che per finezza plastica, espressività ed eleganza delle forme, potrebbe entrare a buon diritto in qualunque manuale di storia dell'arte che tratti di questa famiglia, lo scultore si presenta alla popolazione trapanese come un fine ritrattista capace di infondere una dolce e rassicurante espressività ai sui lavori. Questa Madonna, dall'espressione mista tra contentezza e malinconia, sembra custodire già nel suo cuore il presagio di ciò che dovrà sopportare quel figlio che, tanto amorevolmente, tiene in braccio.
Se questo fine esempio di arte si trova nella nostra città merito va dato alla famiglia Staiti di Trapani che la commissionò per impreziosirne la cappella di famiglia, poi divenuta parte integrante della chiesa.
Quest'opera, oltre ad essere un'importante espressione dell'arte presente in città, e anche la sintomatica espressione dell'incapacità che presenta Trapani nel permettere al turista, come al cittadino, di poter disporre e godere di ciò che custodisce e ospita e come detto non mancano nella nostra città, espressioni d'arte che meriterebbero di entrare nei circuiti nazionali ed internazionali del turismo per essere visitati: manca piuttosto la volontà di renderle fruibili.
Oggi tutti siamo concentrati e tesi verso uno sviluppo legato all'economia e a un fantomatico sviluppo del porto e non si pensa che uno sviluppo potrebbe arrivare anche dal turismo culturale.
Laddove non arriva la buona volontà della gente (come accade per la chiesa del Purgatorio tenuta aperta grazie alla disponibilità di una signora) ci si imbatte in portoni chiusi e luoghi d'arte inaccessibili. Sarebbe compito delle istituzioni sopperire a questa mancanza, che non è soltanto un capriccio ma una necessità, per provare a rinvigorire quel turismo, forza di Trapani tanto sbandierata in tempi non sospetti di regate, e mai realmente valorizzata.
Un migliore impiego degli LSU del comune potrebbe essere un suggerimento, altre forme di cooperazione con associazioni o progetti di servizio civile per i giovani potrebbero rappresentare delle alternative.