LA MAFIA ED I DUE CENTRI COMMERCIALI
La “guerra” tra i due centro commerciali. Sul chi ottiene per primo le autorizzazioni. Gli intrecci imprenditori-politica-mafia. Le tangenti, le raccomandazioni per le assunzioni del personale, la “protezione”. Sono gli ingredienti di questa storia. Una storia vera e documentata. Sulla quale la Magistratura è intervenuta, grazie anche alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, per sollevare un velo. Della storia riportiamo alcuni passi, per portarli a conoscenza di chi non sa, o non vuole sapere. Per parlare e farsi un’opinione in maniera consapevole. Per non dire dopo … ma io non sapevo, io non immaginavo.
La mafia del supermercato
«Nicola Mandalà (1) attende Francesco (2) al centro commerciale Corvaia, appena fuori dal paese (3), assieme a Mario ed Ezio (4), i suoi inseparabili guardaspalle. …“Ola Francesco”, saluta sorridendo mentre si distacca dai due picciotti. Il tempo di un doppio bacio sulle guance ed i due sono già dentro il vasto capannone del Corvaia, il posto che Nicola chiama “il mio ufficio”. Non che il centro commerciale sia realmente suo. I proprietari, titolari di molti dei mega empori sparsi per la Sicilia, sono però degli amici. Qualche anno prima, dopo aver chiesto a Cosa Nostra la dovuta autorizzazione, hanno aperto anche a Villabate. Nicola garantisce la protezione, loro hanno assunto i suoi raccomandati e gli permettono di usare a piacimento tutti i locali, dai depositi agli uffici.
L’operazione Corvaia è andata così bene che i Mandalà, padre e figlio, adesso pensano di replicarla in grande, mettendo a segno il colpo che avrebbe sistemato per sempre la famiglia, anzi tutte le famiglie di mafia della zona: la costruzione da parte di una società di Roma, la Asset Development, del più grande ipermercato Auchan di tutta l’isola. Un centro commerciale enorme, con tanto di cinema multi sala della Warner Bros, che avrebbe ospitato centinai di negozi. Con la società di Roma si sono conclusi accordi precisi. … I suoi uomini si sono sguinzagliati sull’area scelta dal Comune per il nuovo centro e, on le buone o con le cattive, stano convincendo a vendere i 152 proprietari di diversi appezzamenti di terreno.
Francesco è stato nominato consulente del sindaco Carandino proprio per seguire l’affare. Ha illustrato il progetto al presidente della Regione Cuffaro, mentre sui funzionari di Villabate ed alcuni consiglieri comunali stanno per piovere o sono già piovuti decine di migliaia di euro di tangenti. Il denaro è stato versato grazie ad una serie di fatture per consulenze fittizie emesse in favore della Asset Development da una off shore maltese … aperta dell’ex-sindaco socialdemocratico di Catania Angelo Lo Presti. Ad individuarla è stata Francesco. Il figlio di Lo Presti è un suo amico ed è il capo di gabinetto dell’europarlamentare Raffaele Lombardo, il fondatore del Movimento per l’Autonomia … anche l’ipermercato di Villabate è un bel business. A operazione conclusa l’intero investimento, finanziato da un fondo pensione tedesco, sarà di duecento milioni di euro … ».
L’ipermercato è cosa nostra
«… Ad appena cinque chilometri dal centro del paese, nel confinante quartiere palermitano di Brancaccio, anche l’ex-aiuto primario di chirurgia, Giuseppe Guttadauro, boss incontrastato della zona sta tentando di far sorgere un ipermercato; questa volta non Auchan, come a Villabate, ma Carrefour. Pure lì gli interessi in gioco sono enormi, tanto che il senatore di Forza Italia ed ex-ministro delle Poste, Carlo Vizzini, alla vigilia delle elezioni politiche del 2001 ha denunciato pubblicamente le pressioni mafiose in un’intervista ed ha ottenuto di essere candidato in un collegio diverso.
Fin da subito Paolo Marussig, il socio forte dell’Asset, l’azienda romana che vuole costruire a Villabate, avverte Francesco che i concorrenti sono appoggiati politicamente da Cuffaro e dal suo pupillo, il deputato Saverio Romano. Secondo Marussig, Saverio Romano ha addirittura presenziato ad uno degli incontri in cui il gruppo Carrefour ha concluso l’accordo commerciale con gli animatori del progetto Brancaccio.
Lì per lì, Francesco e Nicola Mandalà non ci credono.
Francesco ha parlato dello shopping center di Villabate direttamente con Cuffaro che ha detto di approvare l’idea …
Ma quando a Brancaccio i carabinieri avevano fatto scattare decine di manette la situazione era precipitata. Francesco ricorda: “A noi il sospetto che dietro il centro commerciale di Brancaccio ci fosse la locale famiglia mafiosa aveva cominciato a metterlo in testa Marussig, il socio principale di Asset. Poi ad un certo punto Guttadauro fu arrestato e tra le centinaia di intercettazioni pubblicate dai giornali ce n’era una in cui si faceva esplicito riferimento al centro commerciale di Villabate, nel quale Guttadauro, parlando con l’assessore dell’UDC Mimmo Miceli, diceva: “Bisogna fermare Villabate perché questi ci stanno precedendo”.
… Quindi quando io gli sottoposi [Francesco Campanella a Nicola Mandalà, NdR] questa problematica, lui mi disse che ne avrebbe parlato con il vertice, facendo riferimento a provengano. E dopo qualche giorno mi riparlò della notizia che aveva avuto autorizzazione ad andare avanti, che non c’era nessun problema perché Provenzano riteneva di andare avanti su tutte e due le questioni, che avevano tutte e due un rilevante interesse economico ….
… L’OK del capo dei capi però non basta per i risolvere i problemi aperti sul fronte politico. Nel Comune di Villabate a guidare gi oppositori all’ipermercato c’è un consigliere di sinistra. Bisogna fargli cambiare idea. A intervenire su di lui, secondo Francesco, non saranno i mafiosi, ma i proprietari della Asset. Paolo Marussig spiega a Francesco che per mettere a tacere il politico locale verrà utilizzato un canale romano. Tra i soci della Asset, dice Marussig, c’è Giuseppe Daghino, “che è anche consulente del sindaco Veltroni”, per cui attraverso i DS, verrà trovata una via per contattare l’oppositore e convincerlo a mutare opinione.
… Mi ricordo che il racconto di Bruno (5) fu: “Mi cominciò a parlare di soldi e mi disse [il presidente della Regione Cuffaro, NdR] che se non avesse avuto almeno cinque miliardi di lire di tangenti da questi della Asset non avrebbe consentito nessuna realizzazione di centro commerciale a Villabate” … ».
Tratto dal Libro di Lirio Abbate e Peter Gomez “I complici, tutti gli uomini di Bernardo Provengano – da Corleone al Parlamento”.
NOTE:
Ulteriori notizie – e conferme – sull’argomento al link del TGCOM del 7 marzo 2006.
Quindi su Mafia Zero, (interessante un commento all’articolo); Su Repubblica online ; su Ateneonline del 23 ottobre 2007 con nuovi risvolti; ancora su Isola Possibile del 27 gennaio 2006 ; online anche il verbale integrale della Procura della Repubblica con le dichirazioni del pentito Francesco Campanella.
(1) Nicola Mandalà, boss di Villabate, figlio di Nino Mandalà, detto l’avvocato, è stato condannato a tredici anni e quattro mesi per fatti di mafia legati a Provengano dal GUP di Palermo, Adriana Piras, che lo ha giudicato per rito abbreviato il 15 novembre 2006. Nel capo di imputazione si legge: a) per aver diretto la famiglia mafiosa di Villabate …; 3) per avere personalmente provveduto all’organizzazione degli spostamenti del latitante Provengano dalla provincia di Palermo fino alla zona di Marsiglia, ove questi veniva più volte sottoposto ad accertamenti sanitari …
(2) Francesco Campanella, collaboratore di giustizia, ex-presidente del consiglio comunale di Villabate;
(3) Villabate;
(4) Mario Cusimano, arrestato il 25 gennaio 2003, è diventato collaboratore di giustizia. Ignazio Fontana, detto Ezio, affiliato alla cosca di Villabate, è stato condannato a dieci anni di reclusione il 15 novembre 2006 dal GUP Adriana Piras per fatti di mafia legati anche a Provenzano.
(5) Giovanbattista Bruno,brillante avvocato internazionalista dello studio Carnelutti di Roma, figlio di Franco Bruno, l’ex-capo di gabinetto del sottosegretario alla Giustizia Marianna Li Calzi e, come suo padre, amico di Cuffaro.